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aprile 29, 2012

Treni notte, la verità di Trenitalia.

trenitalia-300x199Una lotta che dura da 128 giorni ormai. La più lunga degli ultimi decenni in Italia. Alla base della vertenza ci sono ottocento persone sparse su tutto il territorio nazionale che dall’8 dicembre scorso hanno perso il loro lavoro. Facevano gli accompagnatori sui treni notte che ogni giorno collegavano il nord al sud dell’Italia. 

Cuccette e Vagoni letto. A Milano la protesta si è fatta presidio permanente. Sulla torre faro della stazione centrale cinque lavoratori hanno vissuto dagli inizi di dicembre: Giuseppe Gison, Carmine Rotatore e Oliviero Cassini sono stati i primi. Quest’ultimo è sceso dopo una permanenza record di 79 giorni. Attualmente il traliccio è abitato da Stanislao Focarelli, 71 giorni e Rocco Minutolo, 48.

Per loro la notizia del ripristino dei treni notte dal prossimo giugno, data dal sottosegretario ai Trasporti Guido Improta e diffusa da Metro, non è servita a farli abbandonare il loro luogo di protesta. Perché? Dicono che l’accordo regionale firmato al Pirellone il 30 dicembre possa tagliarli fuori da un possibile ripristino delle corse. Dicono che tre tratte sono troppo poche per un riassorbimento totale dell’intera forza lavoro licenziata a dicembre. Dicono che ancora è solo una promessa, una mossa politica.

E-ilmensile ha voluto capire dalle voci dei due principali attori – Trenitalia e il Ministero dei Trasporti – che cosa c’è di concreto nelle dichiarazioni di Improta. Dal ministero Infrastrutture e Trasporti hanno rimandato il colloquio che invece è stato accettato da Trenitalia dove siamo riusciti a intervistare Marco Mancini, dell’Ufficio Stampa Business Trasporto.
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Mancini, allora ripartiranno i treni notte da giugno?
Ci sono degli studi che prevedono il reinserimento di questi treni. Ci è stato chiesto di verificare la fattibilità tecnica della loro reintroduzione. Dopodiché la parola spetta a chi questi treni li commissiona, perché si tratta di corse che hanno un costo di gran lunga superiore ai ricavi oggettivi. Non sono treni che Trenitalia può introdurre di sua iniziativa, ma si attivano perché hanno una valenza sociale e quindi rientrano nel settore del welfare, e il welfare lo fa lo Stato. Quindi è lo Stato che con Trenitalia stipula un contratto di servizio e sulla base della disponibilità economica compra questi cosiddetti servizi universali. La prima e l’ultima parola spettano allo Stato, al governo, al ministero dello Sviluppo Economico e a quello delle Infrastrutture e Trasporti che è il committente del servizio.

Niente treni notte dunque?
La possibilità è al vaglio ed è stata fatta oggetto di studi e di verifiche, lo confermiamo, ma da qui a dire che a giugno il cambio orario prevederà il ritorno di questi treni è impossibile da dire. È come la massaia che va a comprare il prosciutto, la massaia in questo caso è lo Stato. Noi siamo il droghiere, non possiamo sapere cosa vuole né possiamo imporglielo.

Le dichiarazioni di Improta sono solo un auspicio allora?
Il sottosegretario Improta ha detto che da giugno ripartiranno tre linee? Si vede che il governo ha trovato i soldi per comprare il servizio. Ma io non posso dire nulla. Noi siamo dei fornitori di servizi. In questo ambito bisogna parlare con il committente: lo Stato. Quelli sono servizi universali e noi, in quanto società per azioni non possiamo fare servizi dichiaratamente in perdita. Questi, però, possono rientrare nel novero dei servizi universali e, pertanto, vengono decisi come numero, caratteristiche e qualità, dal committente Stato che in questo caso viene rappresentato dal ministero Infrastrutture e Trasporti.

Ma se lo Stato ha l’ultima parola, perché a dicembre avete rescisso il contratto e cancellato i treni notte?
Noi non abbiamo rescisso il contratto unilateralmente. Quando a gennaio sono state ridotte le percorrenze dei treni notte questa riorganizzazione è stata decisa dal committente. I treni notte non sono stati eliminati come si dice: ci sono vetture che viaggiano dalla Sicilia fino a Roma e viceversa ma sempre treni notte sono. Non arrivano fino a Milano, ma ci sono.

Ma così si sono ridotte le corse, i collegamenti tra il nord e il sud e i posti di lavoro.
Noi siamo parte tecnica: lo Stato doveva acquistare un servizio, noi gli abbiamo proposto i prodotti possibili. Alla fine ha deciso il ministero quale servizio acquistare, quali treni fa viaggiare. Noi abbiamo fatto vedere che a dicembre 2011 i treni notte, nel loro complesso certificato, perdevano rispetto al contratto in vigore, 90 milioni di euro. Lo Stato poteva decidere se mettere quei novanta milioni di euro o non metterli e riorganizzare il servizio per ridurne i costi. Quest’ultima è stata la scelta adottata.

Voi quindi non avete possibilità di reintroduzione dei treni?
Noi non possiamo lasciare treni che non ci pagano e non possiamo togliere treni che ci pagano. È molto semplice.
fonte: e-ilmensile
trenitalia
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