Seguimi in Twitter Seguimi in Facebook Seguimi in Pinterest Seguimi in LinkedIn Sottoscrivi il feed

febbraio 21, 2014

Olimpiadi Sochi 2014, mai dire curling: lo sport studiato dai ricercatori universitari.

Molti lo criticano, pochi ne conoscono regole, scopo ed etimologia. Eppure ben due università, nello Utah e a Uppsala (Svezia), hanno studiato la fisica della disciplina dal punto di vista dell'attrito e della rotazione della pietra. E entrambe non sono giunte a conclusioni certe

n un celebre episodio dei Simpson, Homer e famiglia assistono a una partita di calcio, e mentre le due squadre stazionano noiosamente a centrocampo facendo melina, il telecronista sudamericano urla come un ossesso come se stesse assistendo al più bello spettacolo del mondo. La stessa sensazione che pervade l’ignaro spettatore italiano del curling, una delle discipline olimpiche più discusse e prese in giro. Mentre quattro atleti con una scopa spazzano il ghiaccio intorno a una pietra che rotola, un gesto che ai più sembra un’inutile e incomprensibile fatica di Sisifo, il telecronista – in questo caso Lucio Rizzica di Sky – esalta con enfasi incomprensibile ai più la sapienza della tattica, la bellezza dei gesti, il divertimento degli spettatori nel palazzetto. E addirittura l’eccentricità dei costumi, quando in fondo allo schermo passeggia un atleta norvegese con dei pantaloni a scacchi. Parafrasando Woody Allen, forse è giunto il momento di rivelare tutto quello che avreste voluto sapere sul curling ma non avete mai osato chiedere.

Sochi 2014, Curling maschile

Lo scopo del gioco, semplificando all’osso, è quello di avvicinare il più possibile la pietra di granito (dal peso intorno ai 20 chili) al centro del mirino. Una specie di gioco delle bocce praticato sul ghiaccio, simile è anche il campo che è un lungo rettangolo di 45 metri per 4, in cui la pietra è accompagnata nel suo viaggio da due spazzolatori, che cercano di modificare l’attrito sul ghiaccio e quindi indirizzare la pietra verso il centro del mirino. Il nome curling significa arricciare, e deriva dal fatto che sul campo è sparata in maniera irregolare dell’acqua per creare delle piccole fossette, dei ricci, che paradossalmente rendono più scorrevole lo scivolare della pietra sulla superficie ghiacciata. Come riporta un interessante articolo di Wired, ben due università, nello Utah e a Uppsala (Svezia), hanno studiato la fisica del curling dal punto di vista dell’attrito e della rotazione della pietra. E entrambe non sono giunte a conclusioni certe.

Forse perché la nascita del curling precede quella della fisica moderna, e si configura quindi come il celebre paradosso del calabrone, che secondo le regole della fisica non potrebbe volare ma vola perché non conosce le regole della fisica. Il sito Queensland Curling fa risalire la nascita di questo sport al tardo medioevo in Scozia, quando lo si giocava nei letti dei fiumi ghiacciati, e fa notare come il gioco del curling appaia in ben due dipinti del 1565 del pittore olandese Pieter Bruegel il Vecchio: “Cacciatori nella neve” e “Paesaggio invernale con trappola per uccelli”. La federazione internazionale del curling (Wcf) si trova tuttora in Scozia, e lo sport si è diffuso nel nord dell’Europa e dell’America. Diventato ufficialmente sport olimpico nel 1998 durante i Giochi di Nagano, in Italia la curling-mania è esplosa durante le Olimpiadi di Torino 2006. Anche se l’introduzione di questo sport nel paese avviene già negli anni cinquanta, nella zona ricca e borghese del cortinese, quando gli albergatori decidono di introdurre un’alternativa di élite allo sci, sport troppo fisico per le vacanze di lor signori.

Per questo il polo d’attrazione e diffusione del curling in Italia è sempre stato Cortina, prima che le Olimpiadi di Torino contribuissero alla sua diffusione a macchia di leopardo in tutto il nord del paese. “In Italia il curling si gioca principalmente a Cortina, in alcune zone del nord da Pinerolo a Cembra, passando per Bormio e Sesto San Giovanni, e anche nelle Marche, a Monsano e Ussita. Ora stiamo lavorando su Roma e sulla sua diffusione nelle città – spiega a ilfattoquotidiano.it Eros Gonin, consigliere e responsabile curling della Fisg -. Oggi in Italia il curling ha novecento tesserati circa, nulla rispetto al milione del Canada ma già molti più dei tesserati di bob o slittino. Abbiamo campionati amatoriali sia maschili che femminili, mentre le nazionali faticano a qualificarsi perché il curling non è ancora entrato nei gruppi militari, che sono l’unica possibilità per gli atleti di ricevere un sussidio economico e dedicarsi esclusivamente alla disciplina sportiva”. Così è il curling, se vi pare. A Sochi 2014 la medaglia olimpica femminile è stata assegnata ieri, quella maschile oggi.

curlingroc

Se ti è piaciuto l'articolo , iscriviti al feed cliccando sull'immagine sottostante per tenerti sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog:

Trovato questo articolo interessante? Condividilo sulla tua rete di contatti Twitter, sulla tua bacheca su Facebook o semplicemente premi "+1" per suggerire questo risultato nelle ricerche in Google, Linkedin, Instagram o Pinterest. Diffondere contenuti che trovi rilevanti aiuta questo blog a crescere. Grazie! CONDIVIDI SU!

Ultime notizie, foto, video e approfondimenti su: cronaca, politica, economia, regioni, mondo, sport, calcio, cultura e tecnologia.

0 commenti:

Random Posts