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dicembre 21, 2019

Spitzer observa la nube molecular de Perseo.

scLa NASA ha rilasciato una straordinaria immagine della nuvola molecolare di Perseus , un gigantesco vivaio stellare a circa 600 anni luce di distanza nella costellazione settentrionale di Perseus, catturato dallo Spitzer Space Telescope dell'agenzia.

Questa immagine, presa dallo strumento Spitzer Multiband Imaging Photometer (MIPS), mostra la nuvola molecolare di Perseus. Credito d'immagine: NASA / JPL-Caltech.

Questa immagine, presa dallo strumento Spitzer Multiband Imaging Photometer (MIPS), mostra la nuvola molecolare di Perseus. Credito d'immagine: NASA / JPL-Caltech.

Le radiazioni infrarosse della polvere calda generano gran parte del bagliore visto qui dalla nuvola molecolare di Perseus.

Grappoli di stelle, come il punto luminoso vicino al lato sinistro dell'immagine, generano ancora più luce infrarossa e illuminano le nuvole circostanti come il sole che illumina un cielo nuvoloso al tramonto.

Gran parte della polvere vista qui emette poca o nessuna luce visibile e viene quindi rivelata più chiaramente con osservatori a infrarossi come Spitzer.

Sul lato destro dell'immagine è NGC 1333 , una nebulosa a riflessione situata a circa 1.000 anni luce dalla Terra.

La vicinanza di NGC 1333 e le forti emissioni a infrarossi lo hanno reso visibile agli astronomi utilizzando alcuni dei primi strumenti a infrarossi.

Molte giovani stelle nell'oggetto stanno inviando enormi deflussi di materiale nello spazio.

Quando il materiale viene espulso, viene riscaldato e si schianta nel mezzo interstellare circostante.

Questi fattori fanno irradiare i getti in modo brillante e possono essere visti in studi ravvicinati di NGC 1333.

Una versione annotata dell'immagine di Spitzer della nuvola molecolare di Perseus. Credito d'immagine: NASA / JPL-Caltech.

Una versione annotata dell'immagine di Spitzer della nuvola molecolare di Perseus. Credito d'immagine: NASA / JPL-Caltech.

Altri ammassi di stelle visti sotto NGC 1333 in questa immagine hanno posto un affascinante mistero per gli astronomi: sembrano contenere neonati stellari, adolescenti e adulti.

Una miscela così fitta di età è estremamente strana. Sebbene molti fratelli stellari possano formarsi insieme in gruppi ristretti, le stelle si muovono sempre e, invecchiando, tendono a spostarsi sempre più lontano.

Trovare una miscela così stretta di età apparenti non si adatta alle idee attuali su come si evolvono le stelle.

"Questa regione sta dicendo agli astronomi che c'è qualcosa che non capiamo sulla formazione stellare", ha detto la dott.ssa Luisa Rebull, astrofisica con l'archivio della scienza a infrarossi della NASA presso Caltech-IPAC.

“Il puzzle presentato da questa regione è una cosa che fa tornare gli astronomi. È una delle mie regioni preferite da studiare. ”

dicembre 04, 2019

Gli 8.000 tagli del personale di Unicredit si concentreranno soprattutto in Italia, Germania e Austria.

Saranno chiuse 500 filiali, il lavoro sarà in team cross funzionali. Parte dall’Italia il progetto della banca paperless per velocizzare le transazioni e portare la customer experience sul digitale

Il piano Team2023 di UniCredit ha tra i suoi punti qualificanti una forte riduzione dei costi, in continuità con quanto già fatto dal Transform2019. Tra questi c’è anche quello del personale. UniCredit prevede una riduzione di circa 8mila addetti full time equivalent nell’arco del piano e la chiusura di 500 filiali tra il 2019 e il 2023.

Gli 8.000 tagli del personale si concentreranno soprattutto in Italia, Germania e Austria, dove il personale verrà ridotto complessivamente del 12% e verrà chiuso il 17% delle filiali. Il nostro Paese appare destinato a sostenere la parte più consistente degli esuberi: degli 1,4 miliardi di euro di costi di integrazione stimati per la loro gestione, infatti, 1,1 miliardi riguarderanno l’Italia (pari al 78% del totale) e solo 0,3 miliardi l’Austria e la Germania. Secondo le informazioni ricevute dai sindacati questo significa che i tagli da gestire in Italia saranno 5.500, mentre le filiali chiuse 450.

L’amministratore delegato di UniCredit Jean Pierre Mustier non è voluto entrare troppo nei dettagli e ha comunque spiegato che «stiamo iniziando ora le trattative con i sindacati. Sono 8mila tagli, non diamo dettagli su dove verranno fatti, ma posso dire che nel piano precedente abbiamo agito in modo socialmente responsabile e continueremo a farlo».

I sindacati alzano il muro.

Seppure i numeri siano molto più contenuti rispetto a quelli fatti trapelare la scorsa estate, quando si parlò di un piano da 10mila esuberi, la reazione dei sindacati è stata molto dura. Il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni , osserva che «nel nuovo piano non è prevista alcuna assunzione e Unicredit è una banca nella quale le lavoratrici e i lavoratori hanno già fatto molti sacrifici: gli 8.000 esuberi inseriti nel nuovo piano industriale si andrebbero ad aggiungere ai 26.650 posti di lavoro tagliati a partire dal 2007. Stesso discorso per gli sportelli: ne sono stati chiusi 1.381 e Mustier ne vorrebbe chiudere altri 500, recidendo ancora di più il rapporto con la clientela e il legame col territorio». Secondo Sileoni «non c’è da sorprendersi per gli 8.000 esuberi, adesso proveranno addirittura a dire che sono 2.000 in meno rispetto a quei 10.000 che la stessa banca ha fatto filtrare a fine luglio. Ma il giochetto è banale e si smascherano da soli. Il piano industriale così com’è non può nemmeno essere preso in considerazione».

«Diciamo no e diciamo basta - ha detto il sengretario della Cgil Maurizio Landini - Il lavoro non può essere considerato una merce che si prende quando serve e si butta quando fa comodo. Unicredit annuncia 8mila esuberi e chiude i primi nove mesi con un utile di 4,3 miliardi. Questo non è fare impresa, è essere irresponsabili. Non lo possiamo accettare. Il governo non può accettarlo. Prima di aprire un gravissimo conflitto Unicredit riveda tutto».

Cos’è il Mes, il Fondo salva-Stati e quali rischi corre l’Italia.

Per la Fisac Cgil, il segretario generale Giuliano Calcagni, manifesta le stesse preoccupazioni sugli sviluppi futuri che farebbero intravedere una banca sempre meno italiana. Calcagni fa notare che «il numero di esuberi dichiarato è sproporzionato rispetto agli obiettivi di piano. Non è credibile che un così netto taglio degli organici venga giustificato da un piano industriale di crescita organica. Non vorremmo che questa cura dimagrante sia il preludio a scenari di aggregazioni europee che allontanino Unicredit dell’Italia. Per noi, la testa del gruppo deve restare italiana ed Unicredit deve continuare a garantire il sostegno all'economia del nostro Paese».

Il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani dice che «il piano rappresenta uno schiaffo ai lavoratori che con i loro sacrifici hanno consentito alla banca di superare i momenti difficili che si sono succeduti negli ultimi anni. La logica di Mustier si conferma orientata esclusivamente alla creazione di valore per gli azionisti».

«Siamo pronti a qualsiasi iniziativa di opposizione a questo
Piano del Gruppo UniCredit - dice il segretario generale della Uilca Massimo Masi - e non permetteremo che inquini il confronto con Abi per il rinnovo del Contratto Nazionale dei bancari».

«Non si può continuare ad abbandonare i territori, a disancorare del tutto le politiche del gruppo dall’economia reale e dal tessuto produttivo locale, a generare esuberi di personale - osserva Emilio Contrasto, segretario generale di Unisin - . Così si danneggia l’economia di un Paese invece di sostenerla».

La lente del ministro del Lavoro.

Il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo ha spiegato che il Governo seguirà la vicenda e cercherà «di capire cosa sta avvenendo». Sileoni dal canto suo ha chiesto «alla politica di intervenire nell’interesse del Paese» e a Mustier «un confronto pubblico» . Per il sindacalista, l’amministratore delegato di UniCredit «non ha realizzato un progetto che guarda alla crescita, allo sviluppo e al futuro, ma ha creato le condizioni per tagliare i costi così da aumentare gli utili che non riesce a produrre industrialmente, che in quattro anni saranno di 17 miliardi, e distribuire dividendi per 8 miliardi.

UniCredit taglia 5.500 dipendenti e 450 filiali in Italia. Landini: ritiri tutto o gravissimo conflitto
La banca è destinata a galleggiare col rischio di essere mangiata al primo passaggio di squalo». Fabio Panetta, candidato al board Bce, senza entrare nel merito del caso specifico di UniCredit immagina che il gruppo stia «ristrutturando le attività come altre banche per rispondere allo choc tecnologico che colpisce l’intero settore bancario che è in una fase di transizione da un modo di fare “banking' a una nuova struttura: le banche stanno fronteggiando unìaspra concorrenza da parte degli intermediari finanziari non bancari e entro 5-10 anni oltre il 60% delle entrate da ‘retail banking' è minacciato».

Il lavoro in team crossfunzionali.

Oltre agli esuberi il piano Team2023 prevede un forte cambiamento organizzativo. Si lavorerà infatti in team crossfunzionali, composti dalle diverse funzioni del gruppo: business, IT e supporto lavoreranno insieme nelle cosiddette stanze ‘end-to-end' per consegnare nuovi prodotti e servizi ai clienti in modo più rapido e snello. Il controllo dei costi combinato con il miglioramento della customer experience è una priorità per Team 23 e, a partire dal lavoro iniziato con Transform 2019, la banca ottimizzerà i processi operativi attraverso sei customer journeys: conti correnti, prodotti d’investimento, mutui residenziali, consumer finance, carte e banking per le PMI.

Il bancario accompagna la customer experience digitale.

L’esperienza del cliente in filiale migliorerà e convergerà progressivamente verso quella digitale. Ad accompagnarlo saranno i bancari del gruppo secondo quanto prevede il piano che prevede la riprogettazione dell’offerta di prodotti e servizi per i privati attraverso miglioramenti dei modelli di servizio e distribuzione, incluso il proseguimento della migrazione delle transazioni verso canali diretti. L’impiego dei canali digitali è previsto in aumento durante il piano dal 45 per cento dei clienti nel 2018 al 60 per cento nel 2023.

La banca paperless.

Tra i punti qualificanti del piano uno è sicuramente la dematerializzazione dei processi, che porterà alla banca retail paperless, produrrà risparmi di costo per il Gruppo pari a oltre €150 milioni all’anno entro il 2023. L’eliminazione della carta consentirà alla banca di implementare lo straight-through processing (STP), che velocizzerà le transazioni, consentirà lo scambio di documenti digitali tra la banca e i clienti e offrirà una gamma più ampia di contratti digitali, facilitando il maggiore utilizzo della firma digitale. L’avvio della banca retail paperless comincerà proprio dall’Italia a metà 2020 e proseguirà in Germania e Austria nel 2021 per i prodotti core e nella regione CEE entro il 2023.

fonte: Il Sole 24ore

novembre 21, 2019

Gli psicologi spiegano come smettere di pensare troppo a tutto

Il pensiero eccessivo può portare a gravi disagi emotivi e aumentare il rischio di problemi di salute mentale
Pensare a qualcosa in cerchi infiniti - è estenuante.
Mentre ogni tanto ripensano alcune cose di tanto in tanto, i pensatori eccessivi cronici trascorrono gran parte del loro tempo di veglia a rimuginare, il che mette sotto pressione se stessi. Quindi confondono quella pressione con lo stress.
"Ci sono persone che hanno livelli di ripensamento che sono solo patologici", afferma la psicologa clinica Catherine Pittman, professore associato presso il dipartimento di psicologia del Saint Mary's College di Notre Dame, Indiana.
"Ma la persona media tende anche solo a ripensare le cose." Pittman è anche l'autore di "Ricablare il tuo cervello ansioso: come usare la neuroscienza della paura per porre fine all'ansia, al panico e alla preoccupazione".


Il pensiero eccessivo può assumere molte forme: deliberare all'infinito quando si prende una decisione (e quindi mettere in discussione la decisione), tentare di leggere le menti, cercare di predire il futuro, leggere nei minimi dettagli, ecc.


Le persone che ripensano costantemente fanno commenti nelle loro teste, criticano e separano ciò che hanno detto e fatto ieri, terrorizzati dal fatto che sembrano cattivi - e preoccupati per un terribile futuro che potrebbe aspettarli


"Cosa succede se" e "dovrebbero" dominare il loro pensiero, come se una giuria invisibile sedesse in giudizio sulla loro vita. E si agitano anche su cosa pubblicare online perché sono profondamente preoccupati di come le altre persone interpreteranno i loro post e gli aggiornamenti.


Non dormono bene perché rimuginare e preoccuparsi li tengono svegli di notte. “I ruminatori ripetono ripetutamente gli eventi, ponendo grandi domande: perché è successo? Che cosa significa? ”Aggiunge Susan Nolen-Hoeksema, presidente del dipartimento di psicologia dell'Università di Yale e autrice di Donne che pensano troppo: come liberarsi dal pensare troppo e recuperare la tua vita. "Ma non trovano mai alcuna risposta."


Se ti concentri costantemente sulla ruminazione e ne fai l'abitudine, diventa un ciclo, e più lo fai, più è difficile smettere. Psicologa clinica Helen Odessky, Psy. D., condivide alcune intuizioni. "Così spesso le persone confondono il pensiero eccessivo con la risoluzione dei problemi", afferma Odessky, l'autore di "Stop Anxiety from Stopping You". "Ma quello che finisce per succedere è semplicemente fare un giro", dice Odessky. "Non stiamo davvero risolvendo un problema".


Il pensiero eccessivo è distruttivo e mentalmente drenante. Può farti sentire come se fossi bloccato in un posto e, se non agisci, può avere un grande impatto sulla tua vita quotidiana. Può rapidamente mettere a rischio la tua salute e il tuo benessere totale. La ruminazione ti rende più suscettibile alla depressione e all'ansia.

Molte persone pensano troppo.


Molte persone pensano troppo perché hanno paura del futuro e cosa potrebbe andare storto. "Poiché ci sentiamo vulnerabili per il futuro, continuiamo a cercare di risolvere i problemi nella nostra testa", afferma David Carbonell, psicologo clinico e autore di "The Worry Trick: come il tuo cervello ti inganna per aspettarti il ​​peggio e cosa puoi fare. It “.


Il pensiero eccessivo può facilmente indebolire il tuo senso di controllo sulla tua vita. Ci deruba della partecipazione attiva a tutto ciò che ci circonda.


“Le preoccupazioni croniche mostrano una maggiore incidenza di problemi coronarici e soppressione del funzionamento immunitario. Dimorare sul passato o sul futuro ci allontana anche dal presente, rendendoci incapaci di completare il lavoro attualmente sui nostri piatti. Se chiedi ai ruminatori come si sentono, nessuno dirà "felice". Molti si sentono infelici ", afferma Nicholas Petrie, un membro di facoltà del Center for Creative Leadership.


Il pensiero eccessivo può intrappolare il cervello in un ciclo di preoccupazione. Quando il ruminare diventa naturale come respirare, devi affrontarlo rapidamente e trovare una soluzione.
"Quando un evento spiacevole ci mette in uno stato d'animo scoraggiato, è più facile ricordare altre volte in cui ci siamo sentiti terribili. Ciò può preparare il palcoscenico per un ruminatore a lavorare su una spirale discendente ", scrive Amy Maclin di Real Simple.


Come sconfiggere questo modello di pensiero e riconquistare la tua vita


La preoccupazione cronica non è permanente. È un'abitudine mentale che può essere spezzata. Puoi allenare il tuo cervello a guardare la vita da una prospettiva diversa.


Per superare il pensiero eccessivo, Pittman consiglia di sostituire il pensiero. "Dire a te stesso di non avere un certo pensiero non è il modo di non avere il pensiero", dice. "Devi sostituire il pensiero." E se ti dicesse di smettere di pensare agli elefanti rosa? A cosa penserai? Esatto: elefanti rosa. Se non vuoi pensare a un elefante rosa, evoca un'immagine, diciamo, di una tartaruga. "Forse c'è una grande tartaruga con una rosa in bocca mentre striscia", dice Pittman. "Non stai pensando agli elefanti rosa adesso."
Parla di te notando quando sei bloccato nella tua testa. Puoi domare la tua abitudine di pensare troppo se puoi iniziare a prendere la tua chiacchierata - quella voce interiore che fornisce un movimento

novembre 18, 2019

Anche Gli Animali Giocano a Nascondino, Ma per Sopravivere!

Salve ragazzi, scommetto che uno dei vostri giochi prefereiti è “nascondino”: ci si diverte un sacco, si puó fare ovunque (beh..quasi), non serve nessuna attrezzatura e lo sanno fare tutti, anche i piú piccoli.

Pensate che da bambini ci hanno giocato tanto anche i vostri genitori, ma pure i nonni, i bisnonni e tutti i vostri antenati vissuti in tempi lontanissimi!
Questo perchè è uno dei giochi più antichi inventati dall’umanità.

L’arte di nascondersi non è solo un gioco.

A dire il vero non si tratta di un’invenzione originale, perchè in natura esistono molto animali (comparsi sulla terra ben prima dell’uomo) che sono dei veri maestri quando si tratta di nascondersi!

Certo, non lo fanno per gioco, ma per un motivo assai più serio: rendersi invisibili ai predatori per salvarsi la pelle… sará per questo che sono cosí bravi!
Nelle immagini di sotto vi mostro qualche esempio: vedete se riuscite a scorgere l’insetto foglia secca, l’insetto stecco, il gambero di fiume.

Se li trovate subito siete molto bravi, ma anche loro sono in gamba, vero?

A proposito, sapete come si chiama l’arte d’ confonderse con l’ambiente fino a rendersi invisibili?

Si chiama mimetismo.

Nella maggior parte dei casi, come negli esempio che vi ho mostrato, la forma del corpo e i colori dell’insetto imitano l’aspetto della vegetazione dell’ambiente in cui esso vive (rametti, foglie…), così da renderlo quasi invisibile fra le piante.

Nell’arte della sopravvivenza nel mondo animale non sempre trionfa la forza.

È facile pensare che nel mondo animale il più veloce, il più forte o il più agile trionfi sempre, ma nella competizione spietata per sopravvivere, dissimulazione, malizia e inganno sono armi molto frequenti per sfuggire o attaccare.

Coloro che non hanno la forza di un elefante, l’agilità di una marimonda o il potere di un leone, possono mascherarsi per vivere.

Un’efficace strategia di mimetizzazione.

Un’efficace strategia di mimetizzazione è quella di assomigliare a comuni oggetti non commestibili in una foresta. Questo tipo di protezione è straordinariamente comune nella foresta pluviale tropicale, dove gli insetti sono confusi con un’ampia varietà di corteccia, ramoscelli, spine e foglie.

Il colore non è l’unico modo per nascondersi: a volte è molto più efficace, come il camuffamento, acquisire la vera forma e consistenza di una foglia o di un ramoscello. Deriva dalla parola francese camoufler che significa mascherare.

Ad esempio, i gechi del Madagascar sono incredibili maestri del travestimento e sono praticamente impercettibili per il passante.

Altri noti artisti mimetizzati sono coleotteri, mantide, bruchi, falene, serpenti, lucertole e rane, l’insetto stecco e l’insetto fogliare.

Insetto foglia secca

Fonte: Wikipedia

L’insetto foglia secca (Extatosoma tiaratum Macleay), è un insetto diffuso in Australia, dove è conosciuto come Macleay’s spectre. Vive tra 15-16 mesi mangiando le foglie delle piante sulle quali vive.

Insetto stecco.

Fonte: MetrocityPress

L’insetto stecco (Bacillus rossius) vive nel Mediterraneo nord-occidentale, specialmente in Spagna, Francia meridionale, Italia e nella penisola balcanica.

Gambero di fiume: Wikipedia

Il gambero di fiume (Austropotamobius pallipes) è un piccolo crostaceo d’acqua dolce, diffuso in Europa (Portogallo, Spagna, Francia, Gran Bretagna, Irlanda, Austria, Svizzera, Italia, Slovenia, Bosnia ed Erzegovina, Russia e Croazia).

Weblinks:

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Fonte: Trybe

novembre 16, 2019

Un nuovo sistema di intelligenza artificiale può prevedere convulsioni con una precisione del 99,6%

L'epilessia è una malattia debilitante che provoca il caos di coloro che ne soffrono.

Fortunatamente la tecnologia ha fatto molta strada per aiutare con la condizione di creare un orologio notturno per aiutare con gli attacchi.

Un nuovo sistema di intelligenza artificiale può prevedere convulsioni con una precisione del 99,6% fino a un'ora prima che si verifichino

Precisione del 99,6%

Ora, c'è una nuova innovazione che offre ancora più precisione quando si cerca di prevedere i sequestri in qualsiasi momento della giornata, come riporta IEEE Spectrum . È stato trovato un nuovo sistema di intelligenza artificiale per rilevare convulsioni epilettiche con un'accuratezza del 99,6% fino a un'ora prima che si verifichino.

Il nuovo sistema, sviluppato da Hisham Daoud e Magdy Bayoumi dell'Università della Louisiana a Lafayette, combina la tecnologia EEG (elettroencefalogramma) e la modellazione predittiva. Le versioni precedenti utilizzavano entrambe queste tecniche ma in un processo in due passaggi.

Combinando i processi di estrazione e classificazione in un unico sistema automatizzato, Daoud e Bayoumi sono stati in grado di ottenere previsioni di sequestro precedenti e più accurate. Questo è di grande aiuto per i pazienti epilettici che in molti casi possono controllare le convulsioni attraverso i farmaci.

I ricercatori hanno testato il loro sistema su 22 pazienti al   Boston Children's Hospital. Hanno trovato un tasso di accuratezza del 99,6% con 0,004 falsi allarmi all'ora.

Addestrato su singoli pazienti

Il sistema, tuttavia, deve essere addestrato su ogni singolo paziente.

"Al fine di raggiungere questa elevata precisione con i tempi di previsione precoci, dobbiamo addestrare il modello su ciascun paziente", ha affermato Daoud a IEEE Spectrum . "Questa registrazione potrebbe essere [fatta] fuori sede, attraverso elettrodi indossabili EEG disponibili in commercio."

Ora, Daoud ha affermato che il suo team sta lavorando su un chip personalizzato per elaborare gli algoritmi.

"Attualmente stiamo lavorando alla progettazione di un hardware [dispositivo] efficiente che distribuisca questo algoritmo, considerando che molti problemi quali dimensioni del sistema, consumo energetico e latenza sono adatti per l'applicazione pratica in modo comodo per il paziente", ha aggiunto.

Il sistema è descritto in uno studio pubblicato in IEEE Transactions on Biomedical Circuits and Systems .

novembre 03, 2019

La protesta di Colin Kaepernick continua da tre anni mentre spera ancora nel ritorno in NFL.

Il 14 agosto del 2016 l’allora quarterback dei San Francisco 49ers, Colin Kaepernick, rimase seduto a bordo campo durante l’esecuzione dell’inno statunitense prima di una partita della preseason estiva della National Football League. Lo fece anche quattro giorni dopo, ma il gesto passò inosservato. Negli Stati Uniti si iniziò a parlare di Kaepernick il 26 dello stesso mese, quando venne notato in panchina durante l’esecuzione dell’inno. Qualche ora dopo Kaepernick parlò per la prima volta della sua protesta alla stampa, dicendo: «Non starò in piedi per dimostrare il mio orgoglio per la bandiera di un paese che opprime i neri e le minoranze etniche. Per me è più importante del football, e sarebbe egoista guardare dall’altra parte. Ci sono cadaveri per le strade, e persone che la fanno franca». Nel 2017, al termine di quella stagione, il suo contratto con i 49ers terminò: da allora nessuna squadra di NFL lo ha più ingaggiato.

 
La sua protesta è tuttora uno dei temi più discussi nello sport nordamericano. Decine di sportivi lo hanno imitato, e alcuni di loro hanno subito ripercussioni. L’ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, sostenne Kaepernick e la protesta, mentre l’attuale presidente, Donald Trump, alimentò le polemiche attaccando molto duramente tutti i professionisti che si erano inginocchiati durante l’inno. Nel frattempo Kaepernick ha compiuto 31 anni, è diventato uno dei testimonial principali di Nike e da 897 giorni continua ad allenarsi a pieno regime, sperando ancora nel ritorno in NFL.

ottobre 31, 2019

L'assistenza sanitaria in Italia.

Cittadino italiano, della Comunità Europea o straniero?

Ognuno ha diritto alle cure sanitarie, ma i modi per accedervi sono diversi e cambiano anche le prestazioni erogabili.

L'assistenza sanitaria

Il sistema Sanitario Nazionale assicura un accesso ai servizi tenendo conto di

  • bisogni di salute;
  • qualità e appropriatezza delle cure;
  • l'economicità nell'impiego delle risorse.

In Italia il governo del sistema sanitario è esercitato da

  • Stato: alla legislazione statale spetta la determinazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), cioè le prestazioni e i servizi che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale;
  • Regioni: alla legislazione regionale spetta il compito di organizzare ed erogare le suddette prestazioni e l’assistenza indispensabile alla tutela della salute.
In cosa consiste il diritto all’assistenza sanitaria?

Avere diritto all’assistenza sanitaria significa usufruire dei servizi di prevenzione e cura della salute come l’assistenza di base, le cure specialistiche o i ricoveri ospedalieri.

I servizi a disposizione del cittadino sono:

  • assistenza di base: medico di famiglia o pediatra. Il cittadino ha diritto di scegliere liberamente un medico di sua fiducia;
  • continuità delle cure: il cittadino ha diritto di accedere alle cure continuamente, questo significa che quando non c’è il medico di base, l’assistenza  deve essere garantita da un medico sostitutivo o dal servizio di continuità assistenziale (ex Guardia Medica);
  • accesso alle prestazioni a carattere diagnostico: al cittadino deve essere garantita la possibilità di usufruire di visite specialistiche, analisi di laboratorio, esami diagnostici;
  • pubblico e privato accreditato o convenzionato: la scelta tra una struttura pubblica e una privata convenzionata per accedere ai servizi, deve essere libera
  • ricovero ospedaliero: il cittadino ha diritto di scegliere liberamente la struttura ospedaliera dove essere ricoverato, qualora fosse una struttura fuori regione dovrà chiedere il permesso all’azienda sanitaria territoriale;
  • diritto all’informazione: il cittadino deve essere sempre informato in modo adeguato prima di essere sottoposto a esami e interventi;
  • accesso ai farmaci: i cittadini hanno il diritto a ricevere i farmaci prescritti dai loro medici sul ricettario regionale, compartecipando alla spesa attraverso il pagamento di un contributo (ticket); L’esenzione dal ticket è regolata da normativa regionale e può non essere la stessa da regione a regione.
Come ci si iscrive al Servizio Sanitario Nazionale?

L’iscrizione è obbligatoria per i cittadini italiani e stranieri residenti in Italia e in regola con il permesso di soggiorno. I bambini nati in Italia devono essere iscritti al Servizio Sanitario e acquisiscono il diritto all’assistenza. Per iscriversi occorre recarsi negli uffici dell’Azienda Sanitaria della zona di residenza.

I documenti necessari sono:

  • un documento di riconoscimento valido;
  • il codice fiscale;
  • il certificato di residenza o autocertificazione;
  • per i neonati: certificato dello stato di famiglia, o autocertificazione, da cui risulti già il nuovo nato e codice fiscale di quest’ultimo.

L’iscrizione al Servizio sanitario garantisce l’assistenza da parte del medico di medicina generale (medico di famiglia) o del pediatra di libera scelta, che rappresentano il primo riferimento per la salute dei cittadini. L'assistenza sanitaria è garantita a tutti i cittadini (italiani e stranieri aventi diritto) attraverso una rete di servizi (assistenza medica e pediatrica, farmaceutica, specialistica ambulatoriale, ospedaliera, domiciliare e dei consultori pubblici).

Al momento dell’iscrizione al Servizio Sanitario viene rilasciata quella che un tempo era la tessera sanitaria e oggi è la Carta Regionale dei Servizi (CRS), una smart card elettronica. La CRS di fatto è valida come:

  • Tessera Sanitaria;
  • Tessera Europea di Assicurazione Malattia (vedi sopra la TEAM);
  • Codice Fiscale.

Queste funzioni sono disponibili da subito, senza necessità di richiedere l’attivazione della CRS e il rilascio del PIN. La CRS va conservata con cura ed esibita per tutte le operazioni richieste al Servizio Sanitario Regionale o nel caso ci si debba recare all'estero. Il PIN è un codice strettamente personale poiché consente di riconoscere il suo proprietario nell’accesso ai servizi innovativi della Pubblica Amministrazione, garantendone la privacy. Per richiedere il PIN bisogna recarsi agli sportelli abilitati presso le Aziende Sanitarie del territorio.

Spesa finanziata dal ministero dello Sviluppo economico ai sensi del Decreto 6 agosto 2015.

I Livelli Essenziali di Assistenza

I Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) sono le prestazioni sanitarie che il servizio Sanitario Nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket). Le prestazioni incluse nei LEA sono individuate sulla base di principi di effettiva necessità assistenziale, di efficacia e di appropriatezza e rappresentano il livello di cure “essenziale” garantito a tutti i cittadini. Le Regioni potranno utilizzare risorse proprie per fornire servizi e prestazioni ulteriori.

I LEA, stabiliti dallo Stato, si ispirano al binomio “efficacia + solidarietà” e individuano prestazioni considerate essenziali ed efficaci garantite a tutti, su tre livelli:

  • l’assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro, che comprende tutte le attività di prevenzione rivolte alle collettività ed ai singoli (tutela dagli effetti dell’inquinamento, dai rischi infortunistici negli ambienti di lavoro, sanità veterinaria, tutela degli alimenti, profilassi delle malattie infettive, vaccinazioni e programmi di diagnosi precoce, medicina legale);
  • l’assistenza distrettuale, vale a dire le attività e i servizi sanitari e sociosanitari diffusi capillarmente sul territorio, dalla medicina di base all’assistenza farmaceutica, dalla specialistica e diagnostica ambulatoriale alla fornitura di protesi ai disabili, dai servizi domiciliari agli anziani e ai malati gravi ai servizi territoriali consultoriali (consultori familiari, servizi per la salute mentale, servizi di riabilitazione per i disabili, ecc.), alle strutture semiresidenziali e residenziali (residenze per gli anziani e i disabili, centri diurni, case famiglia e comunità terapeutiche);
  • l’assistenza ospedaliera, in pronto soccorso, in ricovero ordinario, in day hospital e day surgery, in strutture per la lungodegenza e la riabilitazione, e così via.

Qui trovi l'elenco delle prestazioni fornite dal SSN incluse. Nell’ultimo periodo, tuttavia, i Livelli Essenziali di Assistenza sono stati aggiornati. Qui trovi le principali novità.

Spetta alle singole Regioni organizzarsi per erogare le prestazioni incluse nei LEA con modalità e regimi appropriati.

Quali sono le prestazioni che non rientrano nei LEA?

Le prestazioni attualmente totalmente escluse dai LEA sono le seguenti:

  • chirurgia estetica non conseguente ad incidenti, malattie o malformazioni congenite;
  • circoncisione rituale maschile;
  • medicine non convenzionali (agopuntura, fitoterapia, omeopatia, chiropratica, osteopatia, ecc.);
  • vaccinazioni non obbligatorie in occasione di soggiorni all’estero;
  • certificazioni mediche non rispondenti a fini di tutela della salute collettiva, anche quando richieste da disposizioni di legge: certificazioni idoneità alla pratica sportiva agonistica e non (salvo quelle rilasciate dal medico di famiglia per manifestazioni in ambito scolastico), idoneità al servizio civile, idoneità alla guida, idoneità al porto d’armi, idoneità all’impiego, etc.;
  • prestazioni di medicina fisica riabilitativa ambulatoriale:
  • esercizio assistito in acqua,
  • idromassoterapia,
  • ginnastica vascolare in acqua,
  • diatermia a onde corte e microonde,
  • agopuntura con moxa revulsivante,
  • ipertemia NAS,
  • massoterapia distrettuale riflessogena,
  • pressoterapia o presso-depressoterapia intermittente,
  • elettroterapia antalgica,
  • ultrasuonoterapia,
  • trazione scheletrica,
  • ionoforesi,
  • laserterapia antalgica,
  • mesoterapia,
  • fotoferesi terapeutica,
  • fotochemioterapia extracorporea, fotoferesi extracorporea.

L’elettroterapia antalgica, l’ultrasuonoterapia, la laserterapia e la mesoterapia possono essere incluse nei LEA su disposizione regionale, secondo specifiche indicazioni cliniche.

Le prestazioni erogabili secondo specifiche indicazioni cliniche (età, condizioni di salute, tempo trascorso dalla precedente prestazione, etc.) sono le seguenti:

  • le prestazioni di assistenza odontoiatrica
  • la densitometria ossea
  • alcune prestazioni di medicina fisica riabilitativa ambulatoriale
  • la chirurgia rifrattiva

Per sapere se si rientra nelle indicazioni per cui queste prestazioni diventano erogabili e gratuite è possibile rivolgersi all’azienda sanitaria di residenza.

Chi ha diritto all'assistenza sanitaria?

Possono iscriversi al Sistema Sanitario Nazionale le seguenti categorie di persone:

  • cittadini italiani: residenti in Italia, pensionati italiani residenti all’estero, familiari a carico di un lavoraore occupato in Italia;
  • cittadini appartenenti alla Comunità Europea: temporaneamente in Italia o residenti in Italia;
  • cittadini stranieri non appartenenti a Paesi convenzionati: con permesso di soggiorno o senza permesso di soggiorno.

Con l'iscrizione al SSN si ottiene una Tessera Sanitaria (TS), da mostrare ogni qualvolta si usufruisca dei servizi o si ricevano prestazioni sanitarie e/o socio-sanitarie. Inoltre, tale iscrizione permette la scelta del proprio medico di base e/o pediatra di libera scelta.

I cittadini italiani

Cittadino italiano residente in Italia: tutti i cittadini senza distinzioni possono accedere alle prestazioni in forma diretta erogate sul territorio nazionale dalle strutture pubbliche o da quelle private accreditate.

Pensionato italiano residente all’estero: i presupposti per beneficiare dell'assistenza sanitaria a carico dello Stato italiano sono i seguenti:

  • la residenza in uno dei Paesi in cui vigono accordi in tema di tutela sanitaria -  gli stati dell’Unione Europea, la Svizzera, i paesi dello spazio economico europeo SEE e cioè Norvegia, Islanda e Liechtenstein e i Paesi in cui esiste una Convenzione con lo stato italiano in tema di accordi di sicurezza sociale, Argentina, Australia, Brasile, Capoverde, Città del vaticano, Croazia, Macedonia, Serbia Montenegro, Bosnia-Erzegovina, Monaco, san Marino, Tunisia;
  • la fruizione di una pensione contributiva erogata da un Istituto previdenziale italiano.
  • l'assenza del diritto di usufruire delle prestazioni sanitarie a carico di altro Stato membro.

Dunque in assenza di una copertura sanitaria da parte dello Stato membro di residenza, l'istituzione competente, su cui ricade l'onere delle prestazioni sanitarie, risulta quella che eroga la pensione. In caso di corresponsione di più pensioni, l'istituzione competente è quella alla quale il titolare è stato più lungamente soggetto o soggetto da ultimo. L’azienda sanitaria di ultima residenza è tenuta a verificare annualmente il permanere dei presupposti che legittimano il mantenimento del diritto.

Familiari a carico di un lavoratore occupato in Italia: se vivono in uno Stato convenzionato, conservano il diritto all’assistenza sanitaria all’estero con onere a carico dell’Italia. Per ottenere questo beneficio è necessario richiedere alla Azienda Sanitaria dell’ultima residenza in Italia il modulo apposito. L’attestato permette al suo titolare di ricevere le prestazioni sanitarie in forma diretta alle stesse condizioni dei cittadini di quello Stato e nulla è dovuto se non l’eventuale partecipazione alle spese. Inoltre a seconda dell’attestato e quindi della situazione protetta, e a seconda di quanto previsto dalla singola convenzione, si ha una copertura sanitaria completa o limitata a determinate prestazioni.

Cittadino italiano residente all’estero: chi trasferisce la residenza all’estero perde il diritto all’assistenza sanitaria quando è cancellato dai registri dell’Anagrafe comunale.

I cittadini della Comunità Europea

I cittadini comunitari che si trovano in Italia (residenti o dimoranti), hanno, quindi, diritto agli stessi livelli di assistenza di cui usufruiscono gli iscritti al Servizio Sanitario Nazionale nei seguenti limiti:

  • i titolari di TEAM (Tessera Europea Assicurazione Malattia) hanno diritto alle sole prestazioni medicalmente necessarie;
  • i titolari di modelli E106 (lavoratori, studenti) e E121 (pensionati) hanno diritto all’assistenza sanitaria completa.

Il decreto legislativo 6 febbraio 2007, n. 30, concernente l’attuazione della direttiva 2004/38/CE riguardante il diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri, ha disciplinato le modalità d'esercizio del diritto di libera circolazione, ingresso, soggiorno temporaneo e permanente, nel territorio dello Stato da parte dei cittadini dell'Unione europea

  • I cittadini comunitari temporaneamente presenti in Italia. I cittadini della Comunità Europea, della Svizzera e dello Spazio Economico Europeo (Norvegia, Islanda Liechtenstein) in caso di soggiorno non superiore a tre mesi nel territorio italiano, hanno diritto alle cure urgenti e medicalmente necessarie, senza doversi iscrivere al Servizio Sanitario Nazionale. L'accesso agli ambulatori dei Medici di Medicina Generale o di Guardia Medica è gratuito. In caso di visite specialistiche o esami strumentali è dovuto il ticket a parità di condizione con i cittadini italiani residenti. Si tratta di cittadini comunitari in possesso della TEAM (Tessera Europea Assicurazione Malattia) o del modello sostitutivo che soggiornano temporaneamente in Italia per un periodo non superiore a tre mesi. La TEAM è stata consegnata ai cittadini dai rispettivi Stati di appartenenza. In caso di smarrimento, rinnovo o richiesta di nuova tessera i cittadini comunitari devono rivolgersi allo Stato in cui risultano iscritti. Trattandosi di cittadini comunitari soggiornanti per un periodo temporaneo, e non residenti in Italia, non sono iscritti al Sistema Sanitario Nazionale Italiano ma acquisiscono il diritto a fruire delle prestazioni urgenti e medicalmente necessarie con le stesse modalità dei cittadini italiani iscritti.
  • I cittadini comunitari residenti in Italia. Il cittadino comunitario, in possesso dei requisiti che determinano il diritto di soggiorno per periodi superiori ai tre mesi (tessera TEAM o modelli E 106/S1, E 120/S1, E 121/S1, E 109/S1) , è tenuto a provvedere all’iscrizione all’anagrafe della popolazione residente e sarà iscritto al Servizio Sanitario della regione di residenza. In via straordinaria, particolari gruppi di cittadini comunitari che hanno la residenza o il soggiorno in Italia e risultano privi di copertura sanitaria a carico dello Stato di provenienza (perché non in possesso dei requisiti previsti dalla normativa), possono stipulare un’assicurazione sanitaria o fare un’ iscrizione volontaria al Servizio Sanitario della regione in cui vivono, previa corresponsione del contributo dovuto. Si tratta di soggiornanti per motivi di studi, collocati alla pari, personale religioso, stranieri che partecipano a programmi di volontariato, dipendenti stranieri di organizzazioni internazionali operanti in Italia e personale accreditato presso Rappresentanze diplomatiche ed Uffici Consolari.      

I cittadini stranieri con permesso di soggiorno

I cittadini stranieri con regolare permesso di soggiorno possono iscriversi al SSN rivolgendosi all’azienda sanitaria del Comune di residenza anagrafica, o se non ancora residenti, di domicilio effettivo indicato nel permesso di soggiorno, con parità di trattamento e uguaglianza di diritti e doveri rispetto ai cittadini italiani per quanto riguarda il contributo da versare e l'assistenza erogata. L'assistenza sanitaria è estesa ai familiari a carico regolarmente soggiornanti in Italia.La durata del diritto è quella del permesso di soggiorno.

Per ottenere tale assistenza bisogna iscriversi al SSN: l'iscrizione va effettuata presso gli uffici scelta e revoca dell’azienda sanitaria ove il cittadino straniero ha la residenza o l'abituale dimora indicata sul permesso di soggiorno. Il documento che prova l'iscrizione è la tessera sanitaria e ha la stessa durata del permesso di soggiorno. Questo documento è individuale e serve per accedere all'assistenza.

Hanno diritto all'iscrizione obbligatoria al Servizio Sanitario Nazionale tutti i cittadini stranieri extracomunitari:

  • regolarmente soggiornanti che abbiano in corso regolari attività di lavoro subordinato o autonomo o siano iscritti nelle liste di collocamento;
  • regolarmente soggiornanti o che abbiano richiesto il rinnovo del permesso di soggiorno per lavoro subordinato o autonomo, motivi familiari, asilo politico, asilo umanitario, richiesta di asilo, per attesa adozione, per affidamento, per acquisto della cittadinanza;
  • in attesa del primo rilascio del permesso di soggiorno per lavoro subordinato o per motivi familiari.

I cittadini stranieri non UE titolari di permesso di soggiorno con validità superiore ai tre mesi, che non rientrano tra coloro che sono iscritti di diritto al Servizio Sanitario Nazionale, possono effettuare l’iscrizione volontaria. Sono:

  • gli studenti e le persone alla pari anche per periodi inferiori a tre mesi;
  • coloro che sono titolari di permesso di soggiorno per residenza elettiva e non svolgono alcuna attività lavorativa, il personale religioso, il personale diplomatico e consolare ed tutte le altre categorie individuate per esclusione rispetto a coloro che hanno titolo all'iscrizione obbligatoria.

L' iscrizione volontaria al SSN è effettuata dietro pagamento di un contributo forfettario annuale e dà diritto a tutte le prestazioni erogate dal SSN sul territorio nazionale a parità con il cittadino italiano.

I cittadini stranieri senza permesso di soggiorno

I cittadini stranieri senza permesso di soggiorno non hanno diritto all'iscrizione al SSN ma possono ottenere una tessera (tessera di Straniero Temporaneamente Presente, con il codice STP), da usare in casi di emergenza e beneficiare di determinate cure sanitarie. Ne hanno diritto tutti i cittadini stranieri non comunitari  presenti sul territorio nazionale non in regola con le norme relative all’ingresso e al soggiorno, compresi i clandestini. La prescrizione e la registrazione delle prestazioni sanitarie vengono effettuate assegnando il codice regionale a sigla STP, che viene inserito al posto del codice fiscale.

A cosa dà diritto il tesserino STP?

Il codice STP deve essere rilasciato anche in assenza di passaporto o di altri documenti. Agli stranieri non comunitari non regolarmente presenti sul territorio italiano sono assicurate, nelle strutture pubbliche e private accreditate del SSN, le seguenti prestazioni sanitarie:

  • cure ambulatoriali ed ospedaliere, urgenti o comunque essenziali, per malattia e infortunio;
  • tutela della gravidanza e della maternità;
  • tutela della salute dei minori;
  • vaccinazioni secondo la normativa e nell’ambito di interventi di prevenzione collettiva autorizzati dalle Regioni;
  • profilassi, diagnosi e cura delle malattie infettive.

Per cure urgenti si intendono le cure che non possono essere differite senza pericolo per la vita o danno per la salute della persona.

Per cure essenziali si intendono le prestazioni sanitarie, diagnostiche e terapeutiche, relative a patologie non pericolose nell’immediato e nel breve termine, ma che nel tempo potrebbero determinare maggiore danno alla salute o rischi per la vita (complicanze, cronicizzazioni o aggravamenti).

Cosa serve per ottenere il rilascio del tesserino STP?

Il tesserino STP può essere rilasciato da qualsiasi Azienda sanitaria ed Azienda Ospedaliera, indipendentemente dal domicilio o luogo di dimora del richiedente. Il rilascio del tesserino STP è subordinato ad una dichiarazione d’indigenza rilasciata dallo straniero attraverso la compilazione del modello predisposto dal Ministero della Sanità. Le informazioni richieste allo straniero, e registrate presso il registro dell’azienda sanitaria sono:

  • nome;
  • cognome;
  • sesso;
  • data di nascita;
  • codice STP;
  • recapito;
  • nazionalità;
  • data di rilascio.

Tali informazioni non devono, in ogni caso, a meno di un mandato del Giudice, essere inviate alla Prefettura ai fini della rendicontazione delle prestazioni. L’accesso alle strutture sanitarie non può comportare alcun tipo di segnalazione, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con i cittadini italiani. Il mancato rispetto del divieto di segnalazione di soggetti irregolari alle autorità da parte dei servizi sanitari costituisce pertanto reato.

Che validità ha il tesserino STP?

Il tesserino STP ha valore in tutti i servizi sanitari di tutto il territorio nazionale. Ha una validità di sei mesi ed è sempre rinnovabile in caso di permanenza dello straniero sul territorio nazionale. Il rinnovo avverrà possibilmente con lo stesso numero. In caso di smarrimento verrà rilasciato un nuovo tesserino con il codice STP precedentemente attribuito o con un nuovo numero, se non è possibile risalire al vecchio codice.

ottobre 23, 2019

Esenzioni dal pagamento dei ticket: quali sono e per chi.

Il Servizio Sanitario Nazionale prevede che i cittadini partecipino alla spesa sanitaria attraverso il ticket, ovvero quella cifra che paghiamo all’accettazione, prima di un esame o una visita, o in farmacia, quando ritiriamo un farmaco con ricetta del Servizio Sanitario Regionale. Il pagamento del ticket consente a tutti i cittadini di ricevere le cure previste dai Livelli Essenziali di Assistenza e, allo stesso tempo, evita l’erogazione di prestazioni sanitarie non necessarie da parte del SSN.

I cittadini possono essere esentati dal pagamento del ticket alcuni casi:

Per approfondire questo argomento e per conoscere tutto quello che devi sapere per prenderti cura della tua salute in ogni circostanza, richiedi subito la nuova Guida Pratica “Diritti in salute”. È tua in regalo con il voucher di gennaio 18010.

Spesa finanziata dal ministero dello Sviluppo economico ai sensi del Decreto 6 agosto 2015.

Esenzione per reddito

I cittadini hanno diritto all’esenzione dal ticket nel caso in cui appartengano a queste categorie:

  • cittadini di età inferiore a 6 anni e superiore a 65, appartenenti ad un nucleo familiare con reddito complessivo non superiore a 36.151,98 euro (CODICE E01);
  • cittadini disoccupati e loro familiari a carico appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro in presenza del coniuge e di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico (CODICE E02);
  • titolari di pensioni sociali e loro familiari a carico (CODICE E03);
  • titolari di pensioni al minimo di età superiore a 60 anni e loro familiari a carico, appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro in presenza del coniuge e di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico.
Alcune precisazioni
  • Per nucleo familiare si intende quello rilevante a fini fiscali (e non anagrafici) ed è costituito dall'interessato, dal coniuge non legalmente separato e dagli altri familiari a carico.
  • Per familiari a carico si intendono i familiari non fiscalmente indipendenti, vale a dire i familiari per i quali l'interessato gode di detrazioni fiscali (in quanto titolari di un reddito inferiore a 2.840,51 euro).
  • Il reddito complessivo del nucleo familiare è pari alla somma dei redditi dei singoli membri del nucleo.
  • Ai fini dell'esenzione per motivi di reddito, è necessario prendere in considerazione il reddito complessivo riferito all'anno precedente.

La maggiorparte delle esenzioni legate al reddito ha uguale applicazione a livello nazionale, ma è demandata ad ogni regione la possibilità di introdurre alcune modalità.  Scopri quali regole sono in vigore nella tua regione.

Come esercitare il diritto all’esenzione per reddito

Le persone che hanno diritto all’esenzione per reddito sono già inserite in un elenco consultabile da medici di famiglia e pediatri. Il medico, all’atto della prescrizione dell’esame o della visita, verifica, su richiesta dell’assistito, il diritto all’esenzione (per i codici E01, E03, E04), lo comunica all’interessato e riporta il relativo codice sulla ricetta. Se un assistito ritiene di possedere i requisiti per l’esenzione al ticket per reddito, ma non compare nella lista in possesso del medico, deve rivolgersi alla propria Azienda sanitaria territoriale di appartenenza.

A quali prestazioni si ha diritto in esenzione per reddito?

L’esenzione per reddito permette di effettuare, senza alcuna partecipazione al costo (ticket),  tutte le prestazioni di diagnostica strumentale, di laboratorio e le altre prestazioni specialistiche ambulatoriali garantite dal Servizio sanitario nazionale.

Non comporta però benefici particolari per quanto riguarda l’assistenza farmaceutica. In base alle norme dello Stato, infatti, i medicinali sono classificati in fascia A (gratuiti per tutti gli assistiti), in fascia A con Nota AIFA (gratuiti solo per le persone che si trovano nelle particolari condizioni indicate nella Nota) o in fascia C (a pagamento per tutti gli assistiti, compresi gli assistiti esenti per malattia cronica). Quasi tutte le Regioni italiane hanno introdotto un ticket sui farmaci di fascia A (in genere una quota fissa per confezione o per ricetta) e hanno autonomamente individuato le categorie di soggetti esenti da tale ticket, tra i quali, talvolta, gli esenti per reddito. Per conoscere nel dettaglio i casi di esenzione dal ticket regionale sui medicinali di fascia A è bene rivolgersi direttamente alla propria Asl o alla Regione di residenza.

Come fare in caso di disoccupazione?

L’esenzione relativa allo stato di disoccupazione (codice E02), deve essere autocertificata annualmente dall’assistito presso la Azienda sanitaria territoriale di appartenenza. È considerato disoccupato il cittadino che abbia cessato per qualunque motivo (licenziamento, dimissioni, cessazione di un rapporto a tempo determinato) un'attività di lavoro dipendente e sia iscritto all'Ufficio del lavoro in attesa di nuova occupazione.

Esenzione per malattie croniche

I cittadini affetti da determinate malattie sono esentati dal pagamento del ticket per le prestazioni (esami e visite) che riguardano la propria specifica patologia. Per sapere quali sono le malattie croniche e invalidanti che danno diritto all'esenzione, si può consultare l’elenco oppure ricercare la malattie nel portale dedicato del ministero della Salute.

Come posso ottenere l’esenzione per malattia cronica?

Per avere informazioni su come avere l’esenzione e sulla documentazione clinica da presentare alla propria Azienda sanitaria, bisogna rivolgersi al proprio medico di base o al pediatra di libera scelta. Per l’esenzione per malattia cronica è necessario farsi rilasciare da una struttura pubblica (ospedale o ambulatorio) un certificato medico che attesti la presenza di una o più malattie croniche. Questo “certificato di esenzione” va presentato all’Azienda sanitaria di residenza che a sua volta rilascerà un attestato che riporta:

  • la definizione della malattia;
  • il relativo codice identificativo per ogni singola malattia per cui si è esenti; 
  • le prestazioni che potranno essere erogate in regime esenzione.
A quali visite specialistiche ho diritto con l’esenzione per malattia cronica?

Non tutte le prestazioni saranno in esenzione, ma solo quelle per la propria patologia. Se il cittadino deve eseguire una visita per una patologia indipendente da quella malattia o dalle sue complicanze, dovrà pagare il ticket.

L’esenzione per una malattia cronica, quindi, dà diritto a ricevere gratuitamente le prestazioni specialistiche individuate dal regolamento ministeriale, necessarie al trattamento della malattia, al controllo della sua evoluzione e alla prevenzione degli aggravamenti, ma non comporta benefici particolari per quanto riguarda l’assistenza farmaceutica. In base alle norme dello Stato, infatti, i medicinali sono classificati in fascia A (gratuiti per tutti gli assistiti), in fascia A con Nota AIFA (gratuiti solo per le persone che si trovano nelle particolari condizioni indicate nella Nota) o in fascia C (a pagamento per tutti gli assistiti, compresi gli assistiti esenti per malattia cronica). Alcune Regioni italiane hanno introdotto un ticket sui farmaci di fascia A (in genere una quota fissa per confezione o per ricetta) e hanno autonomamente individuato le categorie di soggetti esenti da tale ticket, tra i quali, talvolta, gli esenti per malattia cronica. Per conoscere nel dettaglio i casi di esenzione dal ticket regionale sui medicinali di fascia A è bene rivolgersi direttamente alla propria ASL o alla Regione di appartenenza.

Quanto dura l’attestato di esenzione per malattie croniche?

E’ stato fissato un periodo minimo di validità dell’attestato di esenzione in relazione alle diverse patologie e alla possibilità di miglioramento, valutata in base alle evidenze scientifiche.

Quali sono le novità per quanto riguarda l’esenzione per malattie croniche e i nuovi Lea?

Con il decreto di aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza sono state introdotte 6 nuove patologie esenti:

  • bronco-pneumopatia cronico ostruttiva (limitatamente agli stadi clinici “moderato”, “grave” e “molto grave”);
  • osteomielite cronica;
  • patologie renali croniche;
  • rene policistico autosomico dominante;
  • endometriosi (limitatamente agli stadi clinici III e IV della classificazione ASRM);
  • sindrome da talidomide.

Vengono trasferite nell’elenco delle malattie croniche alcune patologie che in precedenza erano già esenti come malattie rare, quali:

  • malattia celiaca;
  • sindrome di Down;
  • sindrome di Klinefelter;
  • connettiviti indifferenziate;

Esenzione per malattie rare

Sotto la definizione di malattia rara rientrano specifiche patologie gravi, invalidanti e spesso prive di terapie specifiche e risolutive, che si presentano con una frequenza molto bassa (meno di 5 casi su 10.000 abitanti). Tutte le prestazioni utili per il trattamento e il monitoraggio di una malattia rara (diagnosticata e accertata da un Centro di riferimento per le malattie rare) e per la prevenzione degli ulteriori aggravamenti sono esenti da ticket. A causa della difficoltà e della complessità dell’iter diagnostico per le malattie rare, l’esenzione si estende anche alle indagini necessarie per l’accertamento della malattia stessa ed alle indagini genetiche sui familiari, utili per diagnosticare una malattia rara che abbia origine genetica.

L’elenco delle malattie

Qui potete consultare l’elenco delle malattie rare riconosciute per l’esenzione, in ordine alfabetico.

Centri di riferimento per malattie rare

Per sapere quali sono i Centri di riferimento per le malattie rare individuati nelle singole regioni, consultare la pagina dell’Istituto Superiore di Sanità, in cui si forniscono indicazioni per:

  • contattare gli Sportelli malattie Rare, per avere tutte le informazioni utili;
  • cercare i Centri di cura identificati dalle regioni per la cure delle malattie rare, divisi per patologia;
  • i riferimenti delle associazioni di pazienti presenti nella regione.
Come ottenere l'esenzione per una malattia rara?

Per ottenere l’esenzione per una o più malattie rare è necessario rivolgersi al proprio medico di base affinché, nel minor tempo possibile, possa formulare un sospetto diagnostico e possa indirizzare il cittadino verso i centri specializzati della Rete Nazionale Malattie Rare. Dopo aver ottenuto la diagnosi di malattia rara, il cittadino può richiedere l'esenzione all'Azienda Sanitaria di residenza, presentando il certificato di diagnosi di malattia rara.

Come fare se la certificazione di diagnosi riporta un nome della malattia diverso da quello riportato nell’elenco delle malattie che danno diritto all’esenzione?

In generale, per semplificare le procedure, la certificazione rilasciata dallo specialista del Presidio ai fini dell’esenzione, deve riportare, oltre alla definizione, anche il codice identificativo della malattia o del gruppo di malattie a cui la stessa afferisce. Nei casi in cui la certificazione non consenta l’identificazione univoca della malattia rara, è opportuno che la stessa certificazione e la codifica siano verificate da personale medico qualificato ed esperto. In alternativa, l’Asl che rilascia l’esenzione può chiedere indicazioni allo stesso presidio che ha effettuato la diagnosi, in tempi brevi e senza creare disagi al cittadino.

A quali visite specialistiche ho diritto con l’ esenzione?

Per le malattie rare non è riportato un elenco dettagliato delle prestazioni esenti, in quanto si tratta di malattie che possono manifestarsi con quadri clinici molto diversi tra loro e, quindi, possono necessitare di prestazioni sanitarie differenti. Il medico specialista del Centro di diagnosi e cura dovrà individuare quelle necessarie e più appropriate alle specifiche situazioni cliniche dei pazienti, indicandole nel piano terapeutico per malattia rara del paziente. Sulla ricetta della prestazione sanitaria erogabile in regime di esenzione dovrà essere riportato il codice della malattia rara in questione. Se il cittadino deve eseguire una visita per una patologia indipendente da quella malattia o dalle sue complicanze, dovrà pagare il ticket. Per esami e controlli del monitoraggio, dell’evoluzione della malattia e per la prevenzione degli ulteriori aggravamenti, l’assistito dovrà rivolgersi ai centri di diagnosi della Rete nazionale Malattie Rare identificati per la specifica patologia.

L’esenzione non comporta benefici particolari per quanto riguarda l’assistenza farmaceutica. In base alle norme dello Stato, infatti, i medicinali sono classificati in fascia A (gratuiti per tutti gli assistiti), in fascia A con Nota AIFA (gratuiti solo per le persone che si trovano nelle particolari condizioni indicate nella Nota) o in fascia C (a pagamento per tutti gli assistiti, compresi gli assistiti esenti per malattia cronica). Alcune Regioni italiane, tuttavia, hanno autonomamente disposto l’erogazione gratuita di farmaci per malattia rara o di altri prodotti, anche non classificati come farmaci, utilizzando fondi propri in quanto si tratta di ulteriori livelli di assistenza. Per conoscere nel dettaglio questi provvedimenti è bene rivolgersi direttamente alla propria Asl o alla Regione di residenza.

A chi mi posso rivolgere per avere informazioni sui centri di riferimento?

Per informazioni sui centri, bisogna chiamare il Telefono Verde Malattie Rare al numero 800.89.69.49 o consultare la sezione dedicata ai centri di diagnosi e cura dal Centro Nazionale Malattie Rare. Il numero è raggiungibile gratuitamente da tutta Italia, anche dai cellulari.

Quali sono i Centri di diagnosi e cura?

I Centri di diagnosi e cura erogano le prestazioni finalizzate alla diagnosi (comprese le indagini genetiche ai fini della diagnosi di malattia rara di origine ereditaria) in regime di esenzione e, una volta diagnosticata la malattia rara, provvedono anche alla formulazione del piano terapeutico appropriato. L'esenzione può essere richiesta per più malattie rare, ove accertate. Nel caso in cui presso la propria Regione di residenza non vi siano centri specifici, l'assistito può rivolgersi ad una struttura riconosciuta dalle altre Regioni.

Le esenzioni per malattie rare regione per regione

Le malattie rare sono comprese nei livelli essenziali di assistenza, ma ogni regione può decidere di ampliare l’elenco delle malattie rare riconosciute e che danno diritto all’esenzione sul territorio regionale. Qui è possibile verificare le malattie riconosciute da ogni singola regione.

Quali sono le novità per quanto riguarda le esenzione per malattie rare e i nuovi Lea?

Con il decreto di aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza vengono trasferite nell’elenco delle malattie rare due patologie che in precedenza erano già esenti come malattie croniche:

  • sclerosi sistemica progressiva
  • miastenia grave

Le nuove malattie rare e le relative esenzioni sono diventate effettive il 15 Settembre 2017. Per approfondire il tema e conoscere i nuovi codici di esenzione, consulta la Guida alle nuove esenzioni sulle Malattie rare realizzata dall’OMAR (Osservatorio Malattie Rare), in collaborazione con Orphanet Italia

ottobre 19, 2019

La costruzione modulare una soluzione rapida e confortevole, ideale per le grandi città.



La costruzione modulare è una buona scelta per le grandi città, capace di offrire una soluzione rapida e confortevole, che rispetta le norme di sicurezza necessarie.

L’architettura modulare prevede la  progettazione di un sistema composto da componenti separate che possono essere collegate insieme, anche in un secondo momento.

La peculiarità  dell’architettura modulare è che è possibile sostituire o aggiungere qualsiasi componente senza influire sul resto del sistema. 

Il termine modulare può essere applicato a qualsiasi campo della tecnologia e sfoggia soluzioni molto interessanti anche nell’edilizia.

Modularità significa utilizzare lo stesso modulo in più soluzioni, consentendo un’ampia varietà di design senza l’utilizzo di molti tipi di moduli diversi. Questa porta numerosi vantaggi, primo fra tutti l’economicità.
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Il termine modularità può essere applicato a qualsiasi campo della tecnologia.

I vantaggi della modularità.

La modularità è particolarmente vantaggiosa quando il progetto è relativamente grande. Grazie alla modularità, è possibile ottenere vari progetti, ottenendo allo stesso tempo costi di sviluppo bassi e risparmi in termini di costi nella progettazione e nella costruzione.

Un’altro vantaggio consiste in una più facile e veloce realizzazione nel luogo di costruzione (i moduli sono prefabbricati altrove) e quindi un minor tempo di permanenza dei cantieri e quindi minori problemi logistici.

Aver scelto di utilizzare delle costruzioni modulari ha permesso di ridurre i materiali di scarto e, di conseguenza, di evitare lo smaltimento di prodotti tossici: in questo modo, la costruzione di blocchi modulari si è rivelata anche vicina all’ambiente e adatta ai contesti in cui una produzione massiccia di edifici avrebbe portato a livelli di inquinamento insostenibili.

La costruzione modulare, oltre ai notevoli vantaggi ambientali, offre quindi grazie alla costruzione distaccata anche la possibilità di un consistente risparmio energetico e di tempo; un elemento, quest’ultimo, da non sottovalutare perché riduce ulteriormente l’impatto dell’edificio sull’ambiente.

Infatti con gli edifici modulari, dove la costruzione della casa si svolge in una fabbrica, si abbattono tutti quei ritardi dovuti a fenomeni esogeni, vedi le avverse condizioni climatiche che potrebbero costringere a sospendere o a rallentare i tempi di lavorazione in loco o i trasporti dei materiali e della forza lavoro.
Aver scelto di utilizzare delle costruzioni modulari ha permesso di ridurre i materiali di scarto

Strutture da interno.

Studiate per la razionalizzazione degli spazi interni, le strutture da interno sono composte da pannelli sandwich modulari aventi caratteristiche tecniche e dimensioni variabili a seconda delle esigenze del cliente.

Tali strutture vengono montate direttamente sul posto e vengono utilizzate principalmente per la realizzazione di uffici, laboratori, pareti divisorie, cabine fonoassorbenti, cabine REI.

Il loro impiego è indicato in ogni contesto difficile da allestire con le opere murarie tradizionali, per motivi di spazio o per evitare il disagio che esse comporterebbero in un ambiente già realizzato.

La costruzione modulare e una vita piú sostenibile.

Molte fabbriche di case modulari si concentrano sulla costruzione di case più sostenibili includendo materiale rigenerato e utilizzando i rubinetti a basso flusso, elettrodomestici a basso costumo, illuminazione led e sistemi HVAC (è una sigla inglese, molto usata in tutti i campi dell’industria, che sta per Heating, Ventilating and Air Conditioning. Ovvero riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell’aria), l’installazione di finestre e porte in grado di avere un effetto di “taglio termico” e tutto quello che in qualche modo possa aumentare la sostenibilità delle case ed evitare gli sprechi.

La costruzione o ristrutturazione modulare sembra quindi la scelta più sensata per non pesare troppo sull’ambiente e per costruire case e complessi abitativi sostenibili e ben integrati con l’ambiente circostante.

Se hai bisogno di un preventivo per le tue esigenze di costruzione modulare, ti preghiamo di contattarci.

ottobre 18, 2019

Errore medico, ecco le nuove regole, tra pro e contro, non c’è ancora abbastanza chiarezza


La medicina, non può essere considerata una scienza infallibile, è fatta di successi, ma anche di possibili esiti negativi e non sempre dietro una complicazione c’è la responsabilità di qualcuno. Ma quando l’errore c’è e si accerta il suo collegamento con il danno alla salute, allora sì che è necessario il giusto risarcimento. A marzo 2017 è stata approvata la prima legge sulla responsabilità sanitaria: 18 articoli che definiscono anche le regole da seguire quando un paziente vuole chiedere un risarcimento. L’aver dato un quadro normativo unitario è positivo, visto che fino a ora i giudici hanno interpretato le norme ordinarie prendendo direzioni spesso opposte. Ma davvero, ora, sarà tutto più chiaro? Così, così. Nella nostra inchiesta tutti i dettagli.

Il medico ha sbagliato, cosa faccio?

Ecco i passaggi concreti per chiedere il risarcimento, sulla base della riforma e dei consigli degli esperti di Altroconsumo.

  • Approfondisci e recupera i documenti. Vai dal tuo medico di base: ti aiuterà a capire se il tuo sospetto è quantomeno fondato. Richiedi alla struttura che ti ha curato la tua cartella clinica. Deve dartela entro 7 giorni; se servono integrazioni dovrà dartele entro 30 giorni.
  • Cerca un esperto. Un avvocato: sceglilo specializzato in diritto sanitario. Troverà un medico legale per fare innanzitutto una perizia, che valuterà il danno alla salute e se alla sua origine può esserci stato un errore. Se non vuoi andare subito da un avvocato, rivolgiti a un medico legale per una perizia.
  • Tenta un accordo. Consulenza tecnica preventiva: un professionista sanitario fa una valutazione medica e propone l’accordo dinanzi a un giudice. La sua perizia può valere come prova se si va in causa. Le parti sono obbligate a presentarsi. Oppure si può richiedere una mediazione, procedura alternativa più informale. Il mediatore propone l'accordo sulla base di eventuali perizie delle parti. Si può anche fare a meno di un avvocato, ma meglio evitare in questo caso.

A questo punto si aprono due strade.

  • Conciliazione. Si trova l’accordo tra medico/struttura e paziente. Si hanno sei mesi di tempo, altrimenti si va in causa.
  • Causa per risarcimento. Se fatta contro il personale o il medico ospedaliero, spetta al paziente provare con una perizia che c’è stato l’errore sanitario alla base del tuo danno. Se fatta contro l’ospedale o il medico privato, spetta agli accusati dimostrare con le loro prove di non aver fatto alcun errore.
Cosa dice la legge

In generale, possiamo dire che l’intento della nuova legge è di rendere più facile ottenere risarcimenti da parte delle strutture sanitarie piuttosto che dai medici che ci lavorano. Per far valere i propri diritti con gli ospedali, infatti, il paziente ha più tempo (10 anni dal danno subìto) e ha un onere della prova alleggerito: basta dimostrare di aver subìto il danno alla salute (con documenti, eventuale perizia...). Sarà poi la struttura a dover dimostrare di non essere la causa di quel danno (lo stesso discorso vale per i medici privati, tipo i dentisti). Nel caso di una richiesta di risarcimento al medico di una struttura, invece, le cose cambiano e si ha la metà del tempo per farsi valere (5 anni); inoltre, la prova è totalmente a carico del paziente, che dovrà provare non solo il problema avuto alla salute, ma anche il fatto che è stato causato all’errore del medico. Lo scopo è di far lavorare più serenamente i medici e di contenere il fenomeno della “medicina difensiva”: il dottore ha paura di essere denunciato e quindi evita interventi rischiosi, seppur necessari; o prescrive esami inutili solo per tutelarsi di più, ma generando uno spreco di 10 miliardi di euro all’anno per il servizio sanitario.

fonte: Altroconsumo.

ottobre 05, 2019

Come comprendere l'impatto rivoluzionario delle criptovalute.

Per comprendere l'impatto rivoluzionario delle criptovalute, è necessario considerare entrambe le proprietà. Bitcoin in quanto mezzo di pagamento senza permesso, irreversibile e con pseudonimo rappresenta un attacco al controllo delle banche e dei governi sulle operazioni monetarie dei loro cittadini. Non puoi impedire a qualcuno di utilizzare Bitcoin, non puoi impedire a qualcuno di accettare un pagamento, non puoi annullare una transazione.


Come soldi con un'offerta limitata e controllata che non è modificabile da un governo, da una banca o da qualsiasi altra istituzione centrale, le criptovalute attaccano lo scopo della politica monetaria. Tolgono alle banche centrali il controllo che assumono sull’inflazione o sulla deflazione manipolando l'offerta monetaria.

Soprattutto a causa delle sue proprietà rivoluzionarie, le criptovalute sono diventate un successo. Il loro inventore, Satoshi Nakamoto, non osava sognarlo. Mentre ogni altro tentativo di creare un sistema di contanti digitale non aveva attirato una massa critica di utenti, Bitcoin ha avuto qualcosa che ha provocato entusiasmo e fascino. A volte sembra più religione che tecnologia.


Le criptovalute sono oro digitale. Denaro sano, sicuro dall'influenza politica. Denaro che promette di preservare e aumentare il suo valore nel tempo. Le criptovalute sono anche un mezzo di pagamento comodo e veloce, di portata mondiale e sono private e   anonime abbastanza  da servire come mezzo di pagamento per i mercati neri e per qualsiasi altra attività economica fuori legge.


Anche se le criptovalute sono utilizzate per lo più per i pagamenti, il loro uso come mezzo di speculazioni e di scambio di valore fa sembrare meno importanti gli aspetti inerenti ai semplici pagamenti. La criptovaluta ha dato vita ad un mercato incredibilmente dinamico e in rapida crescita per investitori e speculatori. Scambi come Okcoin, poloniex o shapeshift permettono il commercio di centinaia di criptovalute. Il loro volume commerciale giornaliero è superiore a quello delle principali borse valori europee.


Il mercato delle criptovalute è veloce e selvaggio. Quasi ogni giorno emergono nuove criptovalute, muoiono le vecchie, gli adolescenti precoci diventano ricchi e gli investitori perdono denaro. Ogni criptovaluta  arriva con una promessa, ma soprattutto con una grande storia che racconta come trasformerà il mondo intero. Poche sopravvivono nei primi mesi e la maggior parte vengono pompate e scaricate dagli speculatori, e vivono come monete zombie finché l'ultimo titolare del pacchetto perde la speranza di vedere un ritorno sul suo investimento.

I mercati sono sporchi. Ma ciò non cambia il fatto che le criptavalute siano qui per restare - e cambiare il mondo. Questo sta già succedendo. Persone in tutto il mondo acquistano Bitcoin per proteggersi contro la svalutazione della loro moneta nazionale. Soprattutto in Asia, è emerso un mercato vivo per il pagamento in Bitcoin, e Bitcoin, che utilizza le reti oscure del cybercrime, è fiorente. Sempre più aziende scoprono il potere di Smart Contracts o token su Ethereum, e emergono le prime applicazioni nel mondo reale di tecnologie blockchain.
La rivoluzione è già in corso. Gli investitori istituzionali iniziano a comprare criptovalute. Le banche e i governi si rendono conto che questa invenzione ha il potenziale per portargli via il controllo dalle mani. Le criptovalute cambiano il mondo. Passo dopo passo. Puoi stare in piedi in disparte e osservare - o puoi agire e diventare parte della storia.

settembre 24, 2019

La Comunità Degli Affari e il Controllo dei Mass Media Nella Concezione di Democrazia.

Questa è una concezione di democrazia.

Ritornando alla comunità degli affari, l’ultima vittoria sul piano dei diritti dei lavoratori è stata la Legge Wagner del 1935.

Dopo c’è stata la guerra, i sindacati sono entrati in crisi e altrettanto è accaduto alla ricca cultura operaia associata a essi, che è stata completamente distrutta.

Una società governata dal mondo degli affari.

Siamo diventati una società governata dal mondo degli affari, a un livello assoluto: quella americana è l’unica società industriale con capitalismo di stato che non ha neppure un contratto sociale ordinario, come avviene in altre società dello stesso tipo. All’infuori del Sudafrica, credo, questo è l’unico paese industriale a non avere un servizio sanitario nazionale.

Non è garantito nemmeno un livello minimo di sopravvivenza per quelle parti della popolazione che non sono in grado di adattarsi al modello e guadagnarsi da vivere individualmente. I sindacati sono praticamente inesistenti, né ci sono altre forme di organizzazione popolare.

Non esistono partiti politici. I media sono monopolio dell’industria e sostengono tutti la stessa ideologia. I due partiti esistenti sono due fazioni del partito degli affari. La maggior parte della popolazione non si preoccupa neppure di andare a votare, perché lo considera ormai un gesto privo di senso. I cittadini sono tenuti al margine e opportunamente distratti.

La figura leader nell’industria delle pubbliche relazioni, Edward Bernays, proviene infatti dalla Commissione Creel; ne ha fatto parte, ne ha appreso la lezione e l’ha utilizzata fino a teorizzare “l’ingegneria del consenso”, che descrive come “l’essenza della democrazia”. Le persone che sanno fabbricare il consenso sono quelle che possiedono le risorse e il potere per farlo (la comunità degli affari); ed è per loro che lavorate.

Fabbricare l’opinione.

È inoltre necessario esortare la popolazione a sostenere le avventurose iniziative della politica estera. Di solito la popolazione è pacifista, proprio come lo è stata durante la Prima guerra mondiale, perché non vede ragioni per lasciarsi coinvolgere in massacri e torture.

Quindi bisogna spronarla, e per spronarla occorre spaventarla. Lo stesso Bernays ha ottenuto un risultato importante in questo campo: è lui che ha condotto la campagna di pubbliche relazioni per la United Fruit Company nel 1954, quando gli Stati Uniti decisero di rovesciare il governo capitalista democratico del Guatemala, sostituendolo con un gruppo di assassini provenienti dalle fila degli squadroni della morte, ancora oggi al potere grazie ai costanti aiuti statunitensi finalizzati a prevenire svolte democratiche che non siano solo formali. Si rende necessario imporre di continuo programmi di politica interna cui il popolo è contrario, perché non ha ragione di appoggiare programmi che vanno contro ai propri interessi.

E anche questo richiede una propaganda massiccia. Negli ultimi decenni ne abbiamo visti molti esempi. Le politiche di Reagan, per esempio, erano estremamente impopolari. Due terzi degli elettori che lo avevano insediato alla Casa Bianca nel 1984 speravano che il suo programma non si sarebbe realizzato.

Se ne esaminate i punti, uno a uno, come quello relativo agli armamenti o al taglio della spesa sociale, capirete che la popolazione era fortemente contraria alla politica reaganiana. Ma finché viene costretta al ruolo di semplice spettatore, non ha modo di organizzarsi o di esprimere ciò che pensa, né di venire in contatto con altri che condividano la sua stessa opinione.

La persona che nei sondaggi afferma di preferire la spesa sociale alla spesa militare (come ha fatto una larghissima maggioranza) si convince di avere convinzioni folli, perché non ha mai sentito affermare niente di simile e crede che nessuno la pensi così. Chi dà questo tipo di risposte nei sondaggi si pone in qualche modo al margine, e poiché non ha occasione di incontrare altre persone che condividano o rafforzino il suo punto di vista e lo aiutino ad articolarlo, si sente diverso, escluso. Così si fa da parte e non presta attenzione a quanto accade.

Fino a un certo punto, quindi, l’ideale di democrazia è stato realizzato, anche se non completamente.

fonte: Trybe

Giovanna il papa che era una donna.

L’affermazione che i papi sono i successori dell’apostolo Pietro, diventa la base o pietra angolare del romanismo cattolico, e senza di essa la Chiesa romana semplicemente non potrebbe funzionare: «Il Romano Pontefice, come successore di Pietro, è la fonte e il fondamento perpetui e visibili dell’unità dei vescovi e di tutti i compagnia dei fedeli «(Concilio Vaticano II: documenti conciliari e postali conciliari, Costello Publishing,
1988, vol.I, p.376).

Tuttavia, sarebbe necessario essere un ritardato mentale, o non riuscire ad essere stregato -come definitivo- dalla religione o essere un fanatico tutto cattolico romano per non credere che i successori di apostolo Pietro possano essere stati stati assassini, adulteri, fornicatori, omosessuali, avari, ecc.

La Papessa Giovanna.

Di seguito vi presentiamo, a titolo di esempio, alcuni aneddoti dei “santi successori” dell’apostolo Pietro, iniziamo dal Papa che era una donna, La Papessa Giovanna.

Diversi cronisti cattolici romani, tra cui vescovi, cardinali, sacerdoti, ma soprattutto monaci, parlano di questa donna che portava il nome di Papa Giovanni VIII.

Il regno della Papessa dura due anni, cinque mesi e quattro giorni, dall’855 all’858. Questo la colloca dopo Papa Leone IV (847-55) e prima di Benedetto III, il cui regno normalmente risale all’855-858.

Il monaco benedettino Marianus Scotus (1028-86), trascorse gli ultimi 17 anni della sua vita nell’abbazia di Magonza. La stessa città tedesca in cui Giovanna era nata 250 anni prima. Questo cronista, in alcuni dei suoi manoscritti del suo Historiographi in cui descrive eventi fino all’anno 1083, ha un’annotazione nell’anno 854 che dice: «Papa Leone è morto nelle Calendas di agosto.

Fu sostituito da Giovanna, una donna, che regnò per due anni, cinque mesi e quattro giorni ”(Marianus Scotus, Hist. sui temp. ciar.; RGSS I, p.639; citato in The Femóle Pope, Rosemarie e Darroll Pardoe, 1988, p.14). Più tardi, nel XII secolo, abbiamo due cronache che si riferiscono alla Papisa Giovanna. Cronologicamente per primo è Sigebert de Gemblours, un monaco Benedettino nato nel 1030 e morto nel 1112 o 1113.

La sua storia e cronografia.

La sua storia, la cronografia, termina nell’anno 1112, e contiene la seguente breve narrazione sotto l’anno 854: «Si dice che questo Giovanni sia una donna, e ben noto solo per la sua famiglia che alla fine l’ha messa giù. Ha partorito mentre era Papa, per quello che certe persone non contano tra i papi … ».

Il secondo cronista è Gotfrid de Viterbo, segretario della Corte imperiale. Nella sua opera il Pantheon, di 1185, include una nota dopo Papa Leone IV, che specifica che Giovanna, la Papessa femmina, non viene conteggiata.

La storia di Giovanna è documentata. Nata a Ingelheim, vicino a Magonza, in Germania e, perché a quel tempo alle donne veniva negata l’istruzione, Lei viaggiava sotto mentite spoglie con i vestiti di monaco benedettino – insieme a un altro monaco dello stesso ordine – da Fulda (Germania) ad Atene.

Lì acquisì rapidamente tale conoscenza che in seguito, quando andò a Roma, incantò filosofi, cardinali e loro e teologi con il loro insegnamento (La cattedra di Pietro, F. Gontard, 1965, p. 190).

Già incinta del suo amante monaco benedettino che l’aiutò a uscire dal suo paese, la sua vera identità fu scoperta.

I riferimenti riguardanti Papa Giovanna.

I riferimenti più ampi e precisi riguardanti Papa Giovanna risalgono al XIII secolo e furono registrati tutti da Martín Polonus.

Martin, un sacerdote appartenente all’Ordine dei frati domenicani, era originariamente di Troppau in Polonia, ed era spesso conosciuto come Martin von Troppau. Più tardi, quando è andato a Roma, ottenne la nomina di cappellano pontificio e penitenziario.

I suoi doveri nella burocrazia della Chiesa lasciarono abbastanza tempo libero per studiare, quindi si dedicò a un passatempo molto popolare nel Medioevo, la raccolta di una cronaca storica. Per questo ha usato l’Archivio Vaticano, a cui ha avuto facile accesso data la sua posizione nella curia papale. Il suo lavoro, Chronicon Pontiflcum et Imperatum, dove registra il Nel caso di Papa Giovanna, era un best-seller del suo tempo e si diffuse in tutta Europa, intorno al 1265.

L’opera fu considerata quasi ufficiale, poiché rifletteva l’autorità e le opinioni della Chiesa stessa.

Nella cronaca di Martin la prima fonte citata sulla Papessa, in ordine cronologico, è Anastasio il Bibliotecario, uno studioso del IX secolo a cui è attribuita la paternità del Líber Pontiflcalis, un raccolta di biografie papali che parte da Papa Nicola 1 (858-67). Anastasio ha partecipato intensamente nell’intrigo politico che circondava il papato in quel momento, e quindi fu in grado di basare la sua narrazione solidamente con la propria esperienza e osservazione.

Nel manoscritto Líber Pontificalis de Anastasio dove si fa menzione della Papessa è codificato negli Archivi Vaticani come MS 3762 (vedi Elude sur le Líber Pontificalis, Louis Duchesne, 1886, p.95; una copia del manoscritto in questione appare in A Pape Nominé Jeanne, H. Perrodo-Le Mayne, 1972).

D’altra parte, per evitare l’elezione di un’altra donna papa nella “linea legittima di successione apostolica” di i papi romani, una strana tradizione sviluppata in Vaticano durò fino al tempo di papa Leone X (1513-21).

La sella stercoraria.

Gli aspiranti a Papa, prima di essere incoronate, sedevano su una sedia di marmo rosso da esaminare per dimostrare il loro sesso.

La sedia in realtà era un scusato dagli antichi bagni pubblici romani.

Questa sedia fu quindi chiamata la sella stercoraria. E, durante la cerimonia di ispezione, un diacono raggiungeva la sedia di sotto per sentire i genitali e assicurarsi il sesso del futuro papa, per poi gridare Habet !, mentre il popolo rispondeva Deo gratias! (Gontard, op. Cit., P.190; The Bad Papes, ER Chamberlain, 1969, p.91).

fonte: Trybe

settembre 21, 2019

Esiste un ‘altra Italia, oltre i grandi circuiti turistici, è l’Italia dei musei.

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Esiste un ‘altra Italia, oltre i grandi circuiti turistici, le città d’arte e le località di villeggiatura, un ‘Italia sotterranea e poco conosciuta che merita invece tutta la nostra attenzione.

E’ l’Italia dei musei territoriali, etnografici, aziendali, scientifici. L’Italia che potremmo definire dei “musei specializza­ti”.

Sono istituzioni a volte private, a volte di proprietà di piccoli Comuni, che potremmo definire settoriali: racchiudono anch’esse tesori a volte sorprendenti.

Trattano tutti gli argomenti, spaziano dalle tradizioni popolari agli ombrelli, dalle figurine alle carrozze, dai trattori agli strumenti scientifici.

I musei italiani raccontano storie.

Raccontano storie di lavoro, di comunità, di aziende, esordi e affermazioni di prodotti, e raccolgono testimonianze di professioni in disuso, narrano realtà dimenticate o insolite.

Insom­ma, propongono un quadro della realtà, vista da altre angolazioni.

Museo tecnico navale (La Spezia)

Di fronte a la Storia.

Possiamo così ritrovarci di fronte alla Storia, con la S maiuscola, documentata attraverso le memorie minime di una piccola valle alpina, attraverso le raccolte di mu­sei valdesi o ebraici, o più semplicemente riassunta, ad esempio, da una collezione di soldatini. L’evoluzione di forme e materiali, con il passaggio dai modellini in carta a quelli in piombo fino alla plastica, può raccontare (in sordina, quasi clandestinamente) la nostra storia socia­le.

Tutti insieme questi musei offrono un quadro variega­to del nostro Paese, forse, di più, sono testimoni e depo-sitari di una memoria collettiva, mostrano un ritratto del carattere e della vita italiani. Allo stesso tempo, forni­scono l’occasione preziosa di apprezzare le differenze.

Musei vs. Mass Media.

Mentre le strade di città e paesi si riempiono di negozi sempre uguali, che espongono merci spesso identichc. mentre i mass media raccontano indifferentemente le stesse cose, fino ad omologare sentimenti e abitudini, i nostri musei hanno un loro patrimonio unico e irripetibi­le, documentano esperienze, vite, storie sempre diverse.

Dietro queste collezioni ci sono uomini e vicende. Tra di essi, ad esempio, appassionati gruppi di volontari che hanno dato corpo, tutti insieme, a piccoli musei territoriali per recupenire antichetradizioni locali, aratri e vecchie botteghe di artigiani.

Museo mineralogico Ambrogio Del Caldo Calice al Cornoviglio (Brugnato)

Altre collezioni sono sorte per l’impegno di nomini che hanno vissuto esistenze singolari da ricordare: i missionari del Museo del Mozambico di Bari, che ci hanno particolarmente commosso, perchè nelle sale della loro Istituzione si respira una passione sincera per il Paese nel quale hanno a lungo vissuto per convertire quelle popola­zioni.

Perché la collezione documenta una “conversio­ne”, subita per amore, e una conseguente incapacità di distaccarsi da un Paese in cui hanno vissuto un’espe­rienza umana certamente decisiva.

I grandi musei d’arte, le istituzioni e la storia.

Dietro i grandi musei d’arte, sono intuibili le istituzioni e la storia, dietro i nostri piccoli musei sono,

di solito, uomini semplici; a volte pignoli collezionisti, curiosi o solo desiderosi di raccontare esperienze singolari. Cer­to è, tuttavia, che per conoscere l’animo del nostro Pae­se, è utile cercare qui, tra le sale dei mille musei specia­lizzati d’Italia.

Ecomuseo etnografico di Luni

Si potranno allora scoprire le vicissitudi­ni degli spazzacamini di Aosta, disseminati per tutta l’I­talia, si potranno conoscere le gesta di genieri, grana­tieri, cavalleggeri e le vicende della Ferrari o della Martini & Rossi, raccontate in collezioni e archivi che spesso superano il loro tema specifico fino a racconta­re, da un punto di vista insolito, una parte della nostra storia.

Abbiamo inserito in questa guida anche alcune dimore di grandi italiani, da quella di Carducci a quelle di Alfieri, di Rosmini, di Leonardo o di Petrarca, senza intenzioni celebrative. Piuttosto con lo scopo di ricerca­re, al di là dell’enfasi, la realtà umana ed ambientale di quegli illustri personaggi.

Lungi dal proporsi come esauriente, questa pubblicazione intende suggerire dei percorsi, tracciare degli itìnerari, offrire una scelta del vasto repertorio di cui l’Italia è ricca. E confida nella i collaborazione dei suoi lettori, perché segnalino altre I raccolte, altre iniziative degne di essere conosciute.

Museo geopaleontologico (Lerici).

fonte: Trybe

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