agosto 11, 2009

Qui Bangui, II Centro Pediatrico Emergency, aperto 24 ore su 24, offre assistenza sanitaria a bambini e ragazzi fino a 14 anni

qui_bangui II Centro pediatrico, aperto ventiquattro ore su ventiquattro, offre assistenza sanitaria a bambini e ragazzi fino a 14 anni.

Un primo bilancio tra malaria, infezioni respiratorie e storie di ordinaria povertà.

La Repubblica Centrafricana, sulla carta geografica, è un piccolo stato proprio al centro dell'Africa.
Piccolo se confrontato con gli stati vicini, perché in realtà è grande due volte l'Italia. A differenza dell'Italia, però ha solo 4 milioni di abitanti.

Confina a Nord con il Ciad, a Est con il Sudan, a Sud con la Repubblica Democratica del Congo e il Congo e a Ovest con il Camerun, paese attraverso il quale arrivano il 90% dei prodotti presenti sul mercato nazionale.

La sua storia è simile a quella di molti paesi del continente: ot­tenuta l'indipendenza dalla Francia nell'agosto del I960, ha una serie di governi più o meno dittatoriali e più o meno appoggiati dai francesi fino al 1966, quando Jen-Bedel Bokassa con un golpe prende il potere instaurando fin da subito un regime totalitario e sanguinario.Non cambia molto con i successivi governi che si alternano alla guida del paese fino al 1993 con l'elezione del primo presidente "non militare" della storia del paese Angel-Felix Fatasse.

Nel 2003, l'ennesimo colpo di stato porta al governo l'attuale presidente Francois Bozizé.

Centrafrica o Repubblica Centrafricana In mezzo all'Africa, uno stato ignoto a più Quando parli del Centrafrica la domanda comune è: «Sì. ma dove in Centrafrica? In quale paese?», a dimostrare che pochi sanno dell'esistenza di questo stato.
Bangui, la sua capitale, è poco più di un grosso villaggio e non ha nulla a che vedere con le grandi metropoli africane come Khar-toum, Luanda, Kinshasa o Kampala.

Non ci sono grandi palazzi, ma neanche le enormi bidonville che spesso circondano queste città.
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Il centro è rappresentato da Piace de la Republique, una rotonda da cui si diramano le quattro strade principali, le sole asfaltate.
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Lo chiamano «punto zero»: da qui i centrafricani contano i chilo­metri per indicare i diversi quartieri. Per fare degli esempi, al PK 5 c'è il mercato, il PK12 è un limite della città, e cosi via.

Il fiume Oubangui qui in città segna il confine con la Repubblica Democratica del Congo, meglio conosciuta come «Congo Kinsha­sa» per distinguerla dal «Congo Brazzaville» con cui il Centrafrica confina più a Ovest. Piroghe di legno fanno la spola tra le due rive del fiume per piccoli commerci e per la pesca; il pesce mag­giormente diffuso è il capitone, che viene cucinato in molti modi. Particolarmente gustoso quello lessato con spezie e avvolto in foglie di banano.

Grazie alle piogge abbondanti, il paese è molto verde e vista dall'alto la città sembra immersa in un enorme giardino.

Fino a 70 bambini visitati ogni giorno Aperto anche di notte per le emergenze.

Ai confini con Ciad e Sudan, gruppi di ribelli al governo centrale assaltano i villaggi, facendo razzie e catturando bambini da arruo­lare nelle loro file. Come spesso avviene in questi casi, i governi si accusano a vicenda di aiutare i miliziani che si muovono indistur­bati attraverso i confini.

La vita a Bangui, invece, procede tranquillamente. È qui che, lo scorso marzo, Emergency ha aperto un Centro pediatrico per offrire cure gratuite ai bambini fino ai 14 anni di età e che fungerà da struttura per lo screening dei pazienti cardiopatici da trasferire al Centro Salam di Khartoum per l'intervento chirurgico.

Le mamme — ma anche qualche papa — iniziano ad arrivare alle quattro del mattino e si mettono in coda davanti alla clinica per far visitare i loro bambini. Ognuna mette in terra un foglietto con il nome o un sasso come prenotazione che sa verrà rispettata dal resto dei pazienti.
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Alle sei in punto Attilia, l'infermiera internazionale, insieme a tre infermieri nazionali fa il triage per determinare le priorità delle visi­te a seconda delle condizioni dei bambini: febbre, disidratazione e pallore delle mucose come indice di anemia danno la precedenza.


Come avviene ovunque, anche i piccoli centrafricani non si fan­no visitare volentieri e spesso ci guardano con aria diffidente, anche per via del colore della nostra pelle. Se ti avvicini, i più temerari allungano la mano per stringere la tua con decisione mentre i più timorosi nascondono il viso nel vestito delle mamme.

La malaria è la patologia più diffusa tra i bambini visitati ogni giorno ed è la causa di ricovero più frequente nella piccola corsia di degenza dotata di 8 posti letto. Dove si pagano visite e medicine e anche la carta su cui sono prescritte.

Se la corsia è completa o se la patologia diagnosticata esula dalle possibilità di cura del Centro, trasferiamo il bambino al Complexe Pédiatrique, l'ospedale pediatrico della città. L'ospedale è vecchio e fatiscente e già nel Pronto soccorso, tra sporcizia e letti quasi ac­catastati, si capisce quanto la sanità pubblica sia ancora tutta da costruire in questo paese.

I bambini vengono visitati solo dopo il pagamento delle presta­zioni previste e persino i fogli di carta sui quali vengono prescritte le cure sono a carico dei famigliari: i carnet sono in vendita su tutte le bancarelle che animano l'esterno dell'ospedale.

Avevamo conosciuto questa pediatria commercializzata a Khar­toum, dove adesso le cure sono diventate gratuite: un cambiamento che speriamo possa avvenire anche a Bangui. I bambini ricoverati dormono in corsie sporche e cadenti, in mezzo a un confuso viavai di persone. Immagino che cosa deve essere la morte di un altro bambino nel letto a pochi centimetri dal proprio.

Nel caso della malaria, la tempestività con cui i bambini arrivano al Centro può essere determinante nelle possibilità di cura.

A volte i bambini vengono portati tardi perché il loro villaggio I è molto distante dalla capitale e la famiglia non ha la possibilità di | pagare il trasporto.

A volte vengono portati prima nei centri di salute statali e solo I quando il bambino non migliora, o solo quando sono finiti i soldi! per le medicine, qualcuno da notizia dell'esistenza del Centro pe-| diatrico gratuito di Emergency.

fonte: Emergency (Articolo di Alessandro Conca)
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