Le autorità della Repubblica Democratica Tedesca (Rdt) obbligarono i loro detenuti a donare sangue poi venduto alla Croce Rossa di Baviera, in Germania Occidentale, al fine di conseguire valuta estera, secondo quanto rivelano documenti del Ministero per la Sicurezza dello Stato, la potente Stasi.
Report Mainz, un programma di approfondimento della televisione pubblica Ard, ha avanzato le conclusioni di uno studio su queste carte, che rivelerebbero lo ‘scambio commerciale’ tra le due Germanie.
I prelievi obbligatori di sangue avrebbero avuto luogo agli inizi degli anni ottanta nelle carceri della Sassonia e della Turingia.
“In cambio, la Rdt ebbe la possibilità di acquistare nell’Ovest medicine alle quali altrimenti non avrebbe avuto accesso”, ha spiegato Tobias Wunschik, autore dello studio.
La Croce Rossa bavarese ha riconosciuto l’acquisto del sangue, progetto al quale ha partecipato per “incoraggiare” il sistema di donazioni in Germania Orientale e senza sapere, assicura, che si trattava di sangue di prigionieri.
Secondo lo studio, il personale medico responsabile dei prelievi era consapevole del fatto che le donazioni non fossero volontarie e nelle carte della Stasi si afferma che più infermieri si rifiutarono di prendervi parte.
Non esistono cifre ufficiali su quanto la Rdt incassò dall’affare. Con i dati parziali ottenuti da questi documenti, si stima che la Rdt otteneva annualmente 200 milioni di marchi grazie a prodotti realizzati nelle carceri.
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