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agosto 02, 2014

Più di 300 miliardi spesi per pagare gli interessi sul proprio debito pubblico.

Più di 300 miliardi in quattro anni. E’ quanto l’Italia ha speso, dal 2010 al 2013, per pagare gli interessi sul proprio debito pubblico.

Il dato arriva dall’Istat, che ha trasmesso alla Commissione Europea la notifica sull’indebitamento netto e sul debito delle amministrazioni pubbliche italiane, in applicazione del protocollo sulla procedura per i deficit eccessivi annesso al Trattato di Maastricht.

Da Bruxelles, ha fatto sapere l’istituto di statistica, “non sono state espresse riserve” su conti. Nel 2010, su un debito che era di 1.851,26 miliardi, gli interessi passivi – nella versione che considera anche l’impatto delle operazioni sui derivati – sono ammontati a 71,15 miliardi, pari al 4,6% del Pil. Nel 2013 la cifra è salita a 82,04 miliardi (5,3% del Pil), su un debito cresciuto però a 2.069,21 miliardi.

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Il dato dello scorso anno, comunque, rappresenta un calo rispetto al record registrato nel 2012, con 86,47 miliardi di interessi (5,5% del Pil). Nel 2013 – ricorda l’istituto di statistica – l’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche è stato di circa 47 miliardi, pari al 3% del Pil: quasi invariato rispetto a quello del 2012.

Il saldo primario, cioè l’indebitamento al netto della spesa per interessi, è risultato positivo e pari al 2,2%, in diminuzione di 0,3 punti percentuali rispetto al 2012. Alla fine del 2013 il debito pubblico, misurato al lordo degli interventi di sostegno finanziario all’area euro, era pari al 132,6% del Pil. Rispetto al 2012 il rapporto tra il debito della pa e il Pil è aumentato di 5,6 punti percentuali.

Anche l’Eurostat ha diffuso mercoledì un rapporto sui conti pubblici dei Paesi Ue, da cui emerge lo stesso dato (132,6%) per quanto riguarda il rapporto debito/Pil dell’Italia e il fatto – già noto – che in termini assoluti il nostro debito è il secondo nell’Unione dopo quello della Grecia. La Germania, invece, ha annullato il surplus e nel 2013 ha raggiunto il pareggio di bilancio, anche se con un avanzo di appena 190 milioni di euro.

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Il debito pubblico di Berlino è calato al 78,4% del pil (2.147,02 miliardi). E’ invece del -4,3% il deficit della Francia (dal -4,9% del 2012) con un debito in aumento al 93,5%. Il deficit dell’Olanda rientra nel tetto e scende a -2,5% (era -4,1% nel 2012), in Spagna cala a -7,1% e in Grecia risale a -12,7% (da -8,9%).

Atene, per la prima volta in oltre dieci anni, ha registrato un avanzo primario di 1,5 miliardi di euro, cioè lo 0,8% del pil, “molto al di sopra dell’obiettivo” fissato con la Ue, come ha detto un portavoce della Commissione. L’avanzo di bilancio di Atene per il 2013 sale a 3,4 miliardi se si escludono gli aiuti finanziari alle banche.

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