L’Uruguay è diventato questa settimana il primo paese latinoamericano a legalizzare la produzione, distribuzione e vendita di marijuana, e il primo al mondo a mettere nelle mani dello stato il controllo di questi aspetti.
Il progetto di legge è stato approvato martedì dal senato. Ora manca solo la firma del presidente José “Pepe” Mujica, cosa data per scontata.
Una norma che, secondo il governo, sottrarrà il mercato ai cartelli del narcotraffico e eviterà che gli uruguaiani consumino droghe pesanti.
Lo stato assumerà il controllo e la regolamentazione delle attività di importazione, produzione, acquisizione a qualsiasi titolo, stoccaggio, commercializzazione e distribuzione della marijuana e dei suoi derivati.
Verrà creata un’agenzia statale, l’Istituto di Regolamentazione e Controllo della Cannabis (Ircca), che dipenderà dal ministero della Sanità e che rilascerà le licenze e controllerà produzione, distribuzione e vendita. In pratica, in ogni fase del processo lo stato sarà presente.
Tutti gli uruguaiani e i residenti nel paese sopra i 18 anni, registratisi come consumatori per uso ricreativo o medicinale, potranno fare i loro acquisti nelle farmacie autorizzate.
Inoltre, gli utenti potranno accedere al prodotto attraverso due vie:
- Autocoltivazione personale (fino a sei piante e un massimo di 480 grammi per raccolto l’anno).
- Coltivazione in club con adesione (con un minimo di 15 soci e un massimo di 45, e un numero di piante proporzionale ad un massimo di 99).
Il possesso massimo per persona sarà di 40 grammi. La stessa quantità rappresenta il limite massimo che si potrà erogare per persona al mese.
Non è ancora chiaro quale sarà il prezzo della marijuana legale. Anche se il governo pretende di competere con il narcotraffico stabilendo prezzi simili (circa un dollaro al grammo), le organizzazioni di consumatori di cannabis assicurano che tale obiettivo sarà difficile da raggiungere.
Il disegno di legge non specifica i criteri per il rilascio delle licenze per i grandi produttori e quale sarà il loro costo.
Si stabilisce invece che saranno creati registri corrispondenti per la produzione, l’auto-coltivazione e l’accesso alla marijuana attraverso le farmacie. Questi registri rientreranno nella legge per la protezione dei dati sensibili e saranno gestiti dall’Ircca. Le prime licenze saranno rilasciate verso al metà del 2014.
Tutte le coltivazioni non autorizzate saranno distrutte dopo l’intervento di un giudice e l’Ircca sarò responsabile dell’attuazione delle sanzioni per le violazioni delle norme in materia di licenza.
La cannabis sarà prodotta in Uruguay, ma i semi potranno provenire da paesi terzi. Il paese potrà accedere al mercato globale e vendere i suoi semi ed esportare i propri prodotti in altre nazioni dove è legale l’uso medicinale o ricreativo della marijuana.
Secondo il governo, non si amplierà il mercato della marijuana. Semplicemente, si regolarizzerà. Mentre si elaboreranno piani di prevenzione al consumo, sarà vietata la pubblicità e la vendita ai minori di 18 anni.
La norma determina la creazione dell’Unità di valutazione e monitoraggio dell’applicazione e dell’esecuzione della legge. Montevideo assicura che i ricavi conseguiti con la regolarizzazione serviranno a finanziare programmi di prevenzione, riabilitazione e affari sociali.
Il volume di marijuana previsto è di circa 25 tonnellate l’anno, quanto viene consumato al mercato nero, secondo le stime del governo. Attualmente, il mercato della marijuana illegale in Uruguay ha un giro d’affari pari a circa 30 milione di dollari l’anno.
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