Destinare alle agenzie Onu e al Programma alimentare mondiale almeno un miliardo di euro per i rifugiati.
Aumentare gli aiuti a Libano, Giordania e Turchia per gestire i campi profughi ospitati sul loro territorio e ai Paesi dei Balcani occidentali per affrontare i flussi di migranti.
Rafforzare i controlli alle frontiere esterne della Ue, stanziando maggiori risorse per Frontex, Easo ed Europol.
Aiutare gli Stati Ue di primo arrivo dei migranti, in modo da rendere operativi entro novembre gli hotspot per il riconoscimento dei richiedenti asilo.
Queste alcune delle misure concordate ieri dal vertice informale dei capi di Stato e di governo Ue, durato oltre sei ore e dedicato alla crisi dei rifugiati. Il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, ha spiegato che «l'attuale caos alle nostre frontiere esterne deve finire. Siamo tutti d'accordo sulla necessità di recuperare il controllo dei nostri confini».
Anche perché, ha avvertito, «l'ondata più grande di migranti deve ancora arrivare» ed è «chiaro a tutti che non si può continuare con porte e finestre aperte». Il clima dell'incontro è stato costruttivo dopo le divisioni degli ultimi giorni.
Il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, si è detto «abbastanza soddisfatto» della riunione, che si è svolta «in un'atmosfera migliore rispetto al previsto».
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