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giugno 11, 2009

Ciclone Grillo al Senato: “Tra voi vecchi, antistorici e qualche zoccola”

E dove non può il leader libico Muhammar Gheddafipotè il comico ligure Beppe Grillo.

Mentre Palazzo Madama dice no al discorso del Colonnello (per lui la conferenza dei capigruppo del Senato ha deciso di trasferire l’incontro nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani), la Commissione Affari Costituzionali del Senato ha ricevuto invece il blogger, che in cambio, con un discorso senza freni, ha rinfacciato al Parlamento di essere pieno di amici, avvocati e qualche zoccola e di non aver niente a che fare con la democrazia.

Giacca e cravatta scure, Grillo è stato ricevuto alle ore 14.30 di mercoledì 10 giugno per discutere della proposta di legge di iniziativa popolare “Parlamento Pulito” (la proposta, per intenderci, portata avanti grazie al V-day) che giace al Senato da 18 mesi (qui il testo del suo intervento).

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Un ciclone di 20 minuti tra critiche e invettive.
18,29 minuti di show, critiche, invettive: era da tempo che non se ne sentiva parlare. Ora, archiviate le elezioni, Grillo è tornato a farsi vivo in qualità di responsabile della proposta di iniziativa popolare per la nuova legge elettorale. Il comico genovese non ha perso tempo e, subito, ha tuonato contro il Palazzo. “Siete vecchi ed antistorici. Siete 20 e 18 di voi leggono i giornali. Voi andate da una parte e il mondo va dall’altra”. Queste parole non vengono gradite da Maria Teresa Incostante del Pd. “No senatrice non mi riferivo certo all’anagrafe. Voi” ha aggiunto Grillo “vi state informando sul Il Resto del Carlino questo è il simbolo del vostro essere vecchi, mentre io mi informo sulla rete”.

“Parlamentari vecchi, illegali, incostituzionali ed antidemocratici”.
“Questa commissione” ha rincarato la dose Grillo, “questo parlamento, non hanno nulla a che fare con la democrazia. Cari membri della Commissione siete illegali, incostituzionali ed antidemocratici. Per rispetto a voi stessi e agli italiani dovreste dimettervi al più presto. Luigi De Magistris e Sonia Alfano sono due italiani per bene eletti da cittadini per bene. De Magistris ha avuto 450 mila voti, il secondo in Italia. La signora Alfano 165 mila voti, la prima donna in Italia, senza televisioni e senza giornali. Chi si è recato alle urne ha potuto sceglierli, perchè questo non deve essere possibile anche per il Parlamento italiano?

La politica non è un mestiere I partiti hanno occupato la democrazia. È tempo che tolgano il disturbo. La politica non è un mestiere, due legislature sono dieci anni, tempo sufficiente per servire il Paese poi si ritorna alla propria professione. Sapete che molti parlamentari hanno doppio stipendio come ‘ma va là Ghedini che prende lo stipendio come deputato e come avvocato del presidente del Consiglio”.

Contro Berlusconi, Andreotti e D’Alema. E quelle “zoccole elette”.
“È uno scandalo” tuona ancora Grillo “che in Parlamento siano presenti 20 condannati in via definitiva e prescritti come Berlusconi, D’Alema, Andreotti. È uno schifo che 70 tra i nostri rappresentanti siano condannati in primo e secondo grado o indagati… Questa Commissione, questo Parlamento, non hanno nulla a che fare con la democrazia. Sei persone hanno deciso i nomi di chi doveva diventare deputato e senatore. Hanno scelto 993 amici, avvocati e scusate il termine, qualche zoccola, e li hanno eletti”.

“Quasi due anni dopo la raccolta delle firme per la legge di iniziativa popolare ‘Parlamento Pulito’” accusa Grillo “ho l’onore di essere ricevuto e ascoltato come primo firmatario della proposta di legge. Due anni per parlare alla Commissione Affari Costituzionali. Una Commissione che valuterà le tre richieste: nessun condannato in Parlamento, limite di due legislature per ogni parlamentare, elezione nominale del candidato. Due anni di attesa per una legge firmata da 350.000 persone. È uno scandalo che 350.000 cittadini italiani non siano stati neppure considerati per due anni”.

Disobbedienza civile contro il provvedimento sulle intercettazioni.
Visto che si trova lì Grillo non trascura di fare le pulci al provvedimento sulle intercettazioni (sul quale ieri l’aula della Camera ha confermato la fiducia al governo con 325 sì, 246 no e due astenuti) contro il quale annuncia disobbedienza civile. “Sono incazzato come una bestia”, spiega parlando a margine dell’audizione. E alla domanda se pensa che saranno in molti a seguirlo nella disobbedienza civile, risponde: “Se saremo tanti, vedremo chi è che poi combina un reato se chi fa la disobbedienza o chi fa le leggi. Teniamo presente che noi abbiamo un centinaio di parlamentari che fanno le leggi ma loro sono dei fuorilegge”.

Lo show di Grillo, con il suo solito vocabolario, si conclude con un’intimazione alla commissione: “Datemi una data di quando sara’ discussa l’iniziativa popolare per l’elezione dei parlamentari, per lasciare fuori i condannati e scegliersi il parlamentare anziche’ trovarselo nominato, e mi manderete via contento”. Domanda destinata a rimanere senza risposta.

Passata l’onda d’urto dell’esternazione di Grillo, arriva il momento delle reazioni.
Ovvio che le parole del comico non potessero piacere ai senatori, a cominciare dal presidente di Palazzo Madama Renato Schifani. “Non ci si può rivolgere al Parlamento” commenta in aula, tra gli applausi dell’assemblea, l’amareggiato il presidente “e nello stesso tempo offenderne i componenti. L’offesa qualunquistica e volgare contro il Parlamento è già stata usata con esiti drammatici contro le istituzioni. Non dobbiamo assecondare istinti e pulsioni che nulla hanno a che fare con la tutela delle nostre istituzioni”.

Le parlamentari annunciano querela
Ma le più arrabbiate sono le donne. Apostrofate da Grillo con il termine “zoccole”, le senatrici di tutti i gruppi hanno deciso di procedere con una querela contro Grillo per le espressioni offensive usate nel corso della sua audizione. Si tratta di un’iniziativa trasversale alla quale le senatrici (tranne quelle dell’Idv) hanno dato vita per reagire alle espressioni pesanti usate da Grillo nei confronti dei parlamentari, ma delle donne deputate e senatrici in particolare, verso le quali il comico genovese ha usato il termine “zoccole”.

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