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luglio 17, 2009

Colonscopia senza dolore con la videocapsula da ingoiare

colondoscopia E' uno degli esami diagnostici più fastidiosi, e al tempo stesso uno degli strumenti preventivi più importanti nella lotta al cancro del colon.

Ma presto tutto potrebbe cambiare e la colonscopia potrebbe diventare facile come mandar giù un bicchiere d'acqua. Il tutto grazie ad una videocapsula, una vera e propria pillola da ingerire.

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Per dimostrarne la validità, è stato condotto uno studio multicentrico comparato europeo, alla quale ha preso parte il policlinico universitario Agostino Gemelli, di Roma, e i cui risultati sono stati pubblicati oggi sul New England Journal of Medicine. Complessivamente, sono stati presi in esame più di 300 pazienti, in tutta Europa. I risultati, dicono i medici, sono "molto incoraggianti".

"Il problema della colonscopia, oggi - spiega Cristiano Spada, dell'unità operativa di endoscopia digestiva chirurgica del 'Gemellì - è che, in genere, è molto fastidiosa e a volte anche dolorosa. Per questo solo una piccola percentuale dei cinquantenni si sottopone a questa analisi, che invece dovrebbe essere di routine perché è molto importante per scoprire per tempo lesioni e polipi che potrebbero degenerare in malattie più gravi".

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La videocapsula contiene due telecamere, due sorgenti luminose ed un'antenna, ed è già commercializzata: è lunga 31 mm e ha un diametro di 11 mm. Come spiega Guido Costamagna, che assieme a Cristiano Spada, Maria Elena Riccioni e Lucio Petruzziello, ha firmato l'articolo sul New England Journal of Medicine a nome del 'Gemelli' (unico centro italiano coinvolto nello studio), "presto potrà sostituire il fastidioso esame colonscopico".

I tempi? "A settembre - anticipa a Repubblica.it Costamagna, che dirige l'unità operativa di endoscopia digestiva - partiremo con un nuovo studio, che dovrà prendere in esame la seconda generazione di questo genere di videocapsule, ancora più evolute di quelle attuali. Il nostro ruolo, in quella ricerca, sarà ancora più importante, perché saremo i principali 'investigatorì di questo metodo. In quel periodo la capsula riceverà anche il marchio CE, fondamentale per un utilizzo in ambito europeo. Penso che al massimo entro un anno, riusciremo ad offrire questo esame come valida alternativa alla colonscopia, naturalmente nel nostro centro".

Come una pillola, percorre tutto il tratto intestinale: "La qualità delle immagini è molto buona - spiega ancora Costamagna - Sicuramente c'è ancora da lavorare, ma già oggi riusciamo a identificare le più importanti patologie che possono colpire il colon". Il suo funzionamento è semplicissimo: "Si ingerisce con l'aiuto di un bicchiere d'acqua. Dopo un paio di minuti la capsula si spegne per risparmiare le batterie e si riattiva dopo un'ora e tre quarti, giusto il tempo - come abbiamo verificato - per arrivare all'intestino tenue, che è a monte del colon. A quel punto inizia a inviare 4 immagini al secondo a un piccolo ricevitore che il paziente porta con sé. Normalmente al termine delle dieci ore, il tempo di durata delle batterie, la pillola è stata già espulsa: in questo modo siamo sicuri di non perdere nessuna parte del colon".

Ovviamente, prima di assumere questa videocapsula, ci si dovrà sottoporre a una preparazione speciale, che consiste in una pulizia profonda dell'intestino, per permettere alle videocamere di vedere bene la superficie della mucosa. E, per adesso, uno dei problemi da superare, dicono i medici, è quello relativo alla soluzione ottimale per pulire il colon, oltre che quello del suo prezzo: "Si tratta di una tecnica costosa, più cara della colonscopia, ma questo può cambiare se la tecnologia prende piede - spiega Costamagna - Inoltre la capsula può essere impiegata solo per la diagnosi, ma per asportare un eventuale polipo per ora la colonscopia rimane l'unico metodo. Comunque, i risultati di questo studio europeo sono molto promettenti: la videocapsula sembra essere in grado di studiare accuratamente il colon con un enorme vantaggio rispetto alla colonscopia tradizionale: di non provocare assolutamente dolore". Il cancro del colon, fanno sapere dal Gemelli, è il terzo tumore più frequentemente diagnosticato (dopo quello al polmone e quello alla prostata).

La Repubblica, 16/07/2009

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