Da sitcom irriverente a bandiera anti-razzismo
Soltanto in Italia ci sorprendiamo ancora che i fumetti siano così sensibili alle tematiche sociali.
Il resto del mondo ha invece capito da tempo che politically correct è a buon diritto caratteristica di un genere potente cassa di risonanza di idee, denunce sociali e tendenze.
Così, per la prima apparizione in Africa, perfino un fumetto che ha fatto della derisione del politicalfy correct uno dei suoi tratti distintivi paga tributo al continente ospite.
I Simpson, sit com a cartoni animati che da 20 anni è sulla cresta dell'onda, saranno trasmessi per la prima volta da una tv satellitare africana, la DS tv Photo, e il primo episodio li vedrà in versione afro. Via al giallo per fare spazio alla pelle nera, Marge al posto della cofana azzurra avrà una bella capigliatura crespa e Lisa sfoggerà le treccine. Niente pantaloni da cui esce la panza per Homer, perché tutta la famiglia sarà vestita con abiti tradizionali.
«Il restyling è stato fatto da una agenzia angolana — conferma Luca Raffaelli, autorità italiana in fatto di fumetti—ma conoscendo la severità del creatore, Matt Groening, sono sicuro che tutto ha avuto la sua approvazione». Per Raffaelli, del quale uscirà a breve per Minimum Fax "Tratti e ritratti", una raccolta di monografie su personaggi dei fumetti, l'adattamento non è una novità: «Quello che noi chiamiamo politicalfy correct è ciò che in altri tempi si sarebbe chiamato "adeguamento alla morale dominante", come le mutande sui personaggi di Michelangelo nella Cappella Sistina o, in senso più moderno, operazione dimarketing».
Diversi sono invece gli interventi censori fatti su fumetti come TinTin del belga Hergè, accusato da tempo di razzismo. Nei giorni scorsi la biblioteca pubblica di Brooklyn, a New York, ha accolto le lamentele di una cliente che aveva fatto notare il contenuto razzista di "Tin Tin va in Congo", con gli indigeni disegnati, secondo la signora, «troppo simili alle scimmie».
Il comitato della biblioteca ha deciso di rimuovere il fumetto dai suoi scaffali. «Tin Tin è un personaggio degli anni Trenta—spiegaRaffaelli—e non è il solo che risente dei pregiudizi di quell'epoca. Un intervento censorio per motivi di correttezza politica è stato ad esempio quello di eliminare nei nuovi dvd dei classici cartoni anmati di Tex Avery, della MGM, le scene in cui un personaggio bianco, colpito da un'esplosione, veniva da questa annerito e perciò diventava automaticamente (e comicamente) nero, con le treccine, i labbroni e la parlata tipica. Questa gag tipica negli anni Quaranta oggi viene considerata non corretta e dunque censurata».
Neanche il popolarissimo Walt Disney è stato immune da scivoloni razzisti: «In alcuni cofanetti DVD della Disney destinati ad appassionati e collezionisti il curatore Leonard Maltin si scusa con gli spettatori per la presenza di situazioni e gag legate al tempo in cui venivano create e che oggi possono risultare inopportune».
I fumetti sono dunque sempre più una cosa seria e non lo dimostra soltanto l'aumento delle graphic novel, come "Maus" di Art Spiegelman, "Persepolis" di Marjane Satrapi o "Unknown Soldier", disegnato dall'italiano Ponticelli. Con un cartone animato si può anche darel'idea corretta dell'Isiam, come fa "The 99" del kuwaitiano Naif al-Mutawa. Dopo aver spopolato nei paesi musulmani ed essere stato inserito da Forbes tra le venti tendenze più importanti al mondo, il cartone, una versione musulmana degli X-Men, arriverà quest'anno sulle tv della Gran Bretagna. «Parla di valori come generosità e compassione—dicel'autore — non sono cose su cui l'Islam ha il monopolio, perciò piace a tutti».
LA PROGRAMMAZIONE
La sitcom animata creata da Matt Groening apparve per la prima volta durante il Tracey Ullman Show" su Fox, come corto di un minuto, il 19 aprile 1987.
GLI EPISODI
Divenuto show di punta della Fox, definito da Time "miglior serie televisiva del secolo", dal debutto sono stati mandati in onda oltre 400 episodi dei Simpson.
Soltanto in Italia ci sorprendiamo ancora che i fumetti siano così sensibili alle tematiche sociali.
Il resto del mondo ha invece capito da tempo che politically correct è a buon diritto caratteristica di un genere potente cassa di risonanza di idee, denunce sociali e tendenze.
Così, per la prima apparizione in Africa, perfino un fumetto che ha fatto della derisione del politicalfy correct uno dei suoi tratti distintivi paga tributo al continente ospite.
I Simpson, sit com a cartoni animati che da 20 anni è sulla cresta dell'onda, saranno trasmessi per la prima volta da una tv satellitare africana, la DS tv Photo, e il primo episodio li vedrà in versione afro. Via al giallo per fare spazio alla pelle nera, Marge al posto della cofana azzurra avrà una bella capigliatura crespa e Lisa sfoggerà le treccine. Niente pantaloni da cui esce la panza per Homer, perché tutta la famiglia sarà vestita con abiti tradizionali.
«Il restyling è stato fatto da una agenzia angolana — conferma Luca Raffaelli, autorità italiana in fatto di fumetti—ma conoscendo la severità del creatore, Matt Groening, sono sicuro che tutto ha avuto la sua approvazione». Per Raffaelli, del quale uscirà a breve per Minimum Fax "Tratti e ritratti", una raccolta di monografie su personaggi dei fumetti, l'adattamento non è una novità: «Quello che noi chiamiamo politicalfy correct è ciò che in altri tempi si sarebbe chiamato "adeguamento alla morale dominante", come le mutande sui personaggi di Michelangelo nella Cappella Sistina o, in senso più moderno, operazione dimarketing».
Il comitato della biblioteca ha deciso di rimuovere il fumetto dai suoi scaffali. «Tin Tin è un personaggio degli anni Trenta—spiegaRaffaelli—e non è il solo che risente dei pregiudizi di quell'epoca. Un intervento censorio per motivi di correttezza politica è stato ad esempio quello di eliminare nei nuovi dvd dei classici cartoni anmati di Tex Avery, della MGM, le scene in cui un personaggio bianco, colpito da un'esplosione, veniva da questa annerito e perciò diventava automaticamente (e comicamente) nero, con le treccine, i labbroni e la parlata tipica. Questa gag tipica negli anni Quaranta oggi viene considerata non corretta e dunque censurata».
Neanche il popolarissimo Walt Disney è stato immune da scivoloni razzisti: «In alcuni cofanetti DVD della Disney destinati ad appassionati e collezionisti il curatore Leonard Maltin si scusa con gli spettatori per la presenza di situazioni e gag legate al tempo in cui venivano create e che oggi possono risultare inopportune».
I fumetti sono dunque sempre più una cosa seria e non lo dimostra soltanto l'aumento delle graphic novel, come "Maus" di Art Spiegelman, "Persepolis" di Marjane Satrapi o "Unknown Soldier", disegnato dall'italiano Ponticelli. Con un cartone animato si può anche darel'idea corretta dell'Isiam, come fa "The 99" del kuwaitiano Naif al-Mutawa. Dopo aver spopolato nei paesi musulmani ed essere stato inserito da Forbes tra le venti tendenze più importanti al mondo, il cartone, una versione musulmana degli X-Men, arriverà quest'anno sulle tv della Gran Bretagna. «Parla di valori come generosità e compassione—dicel'autore — non sono cose su cui l'Islam ha il monopolio, perciò piace a tutti».
LA PROGRAMMAZIONE
La sitcom animata creata da Matt Groening apparve per la prima volta durante il Tracey Ullman Show" su Fox, come corto di un minuto, il 19 aprile 1987.
GLI EPISODI
Divenuto show di punta della Fox, definito da Time "miglior serie televisiva del secolo", dal debutto sono stati mandati in onda oltre 400 episodi dei Simpson.
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