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marzo 14, 2012

Ci sono abbastanza risorse per fare una buona riforma degli ammortizzatori sociali.

ammortizzatori_sociali1Mentre riprendono gli incontri al ministero del Lavoro, continuano a trapelare i particolari della riforma messa a punto da Elsa Fornero.
Una delle novità sarebbe l'istituzione di un fondo per i lavoratori anziani che perdono l'impiego.

Ma oggi sul tavolo c'è il nodo più spinoso: l'articolo 18. Da questa mattina è già in corso un incontro fra il ministro e i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti.

Tra gli argomenti che saranno toccati anche quello degli ammortizzatori sociali.

Ci sono "abbastanza" risorse "per fare una buona riforma degli ammortizzatori sociali". Lo ha detto il ministro del Lavoro Elsa Fornero in un'intervista registrata a 'Radio Anch'io'. "Queste risorse non verranno attraverso una riduzione della spesa di assistenza", ha spiegato. "Facciamo la riforma sicuramente sapendo che dobbiamo gestire anni di crisi ma la facciamo pensando anche al dopo crisi e pensando a mettere i prerequisiti affinche' l'Italia si avvii alla crescita", ha spiegato il ministro Fornero.

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Le risorse, ha aggiunto, "verranno da altri capitoli che sono capitoli di spesa che possono essere ridotti e capitoli di entrata che possono essere aumentati". Sulla futura indennita' di disoccupazione, Fornero ha evidenziato che "oggi abbiamo un mercato che ha un discreto sistema di protezione per un ristretto numero di persone. Noi vogliamo dare un qualcosa che abbiamo chiamato assicurazione sociale per l'impiego per le persone che avevano un lavoro e l'hanno perso e perche' possano traghettarsi verso un nuovo lavoro.
Questo nuovo indennizzo per l'impeigo non e' mai inferiore a quello che e' oggi l'assegno per mobilita'". Sui 1.100 euro previsti, il ministro ha precisato che si tratta di "un tetto che sale con l'inflazione e non si riduce quando i prezzi salgono. Ma cio' che e' importante capire, e che dovra' cambiare i comportamenti, e' che le persone in questa situazione siano aiutate non solo dal punto di vista monetario ma anche a cercarsi un nuovo posto".

Al vetriolo il commento della numero uno di Confindustria, Emma Marcegaglia.  ''E' una riforma complessa ma anche una occasione per cambiare a 360 gradi, puo' aumentare la flessibilita', non solo in uscita, puo' ridurre i dualismi. Il negoziato va avanti, ma nei prossimi mesi e anni abbiamo un problema concreto, ci sono da gestire ristrutturazioni e riconversioni, non siamo per lo status quo ma non innamoriamoci di un disegno teorico sulla pelle dalla gente'', ha detto. Poi la Marcegaglia è intervenuta con un battuta sulla ''paccata di soldi'' di cui aveva parlato il ministro del lavoro Elsa Fornero come aspettativa delle parti sociali, ''credo che di daranno una paccata e basta''.

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FONDO ESODI - La proposta Fornero, secondo quanto anticipa il Corriere della Sera, prevede la «facoltà» delle aziende di stipulare accordi con i sindacati per favorire i prepensionamenti, sul modello del fondo del settore bancario. Vi potranno accedere i lavoratori "che raggiungano i requisiti di pensionamento nei successivi 4 anni". Le aziende dovranno "versare mensilmente all'Inps la provvista per la prestazione e per la contribuzione figurativa" e disporre di una fideiussione bancaria.

Le domande per mandare in pensione anticipata i lavoratori dovranno essere presentate allo stesso Inps che verificherà la sussistenza dei requisiti. La prestazione sarà "di importo pari al trattamento di pensione che spetterebbe in base alle regole vigenti". Nella fase di transizione, cioè per gli esodi fino al 2015, "il primo periodo può essere coperto" per i lavoratori messi in mobilità dalla stessa indennità di mobilità.

FONDO SOLIDARIETA' - Un'altra novità del documento è la previsione di istituire obbligatoriamente un "fondo di solidarietà" per tutti i settori e tutte le imprese sopra i 15 dipendenti non coperte dalla cassa integrazione. Anche questi fondi saranno creati con accordi tra sindacati e imprese o, in mancanza, da un decreto interministeriale.

Sussidi disoccupazione Italia Europa

INDENNITÀ DI DISOCCUPAZIONE: al momento tutte le aziende pagano l'1,31% della retribuzione ad eccetto di quelle artigiane che pagano per i loro dipendenti solo lo 0,40% e quelle di alcuni settori dei pubblici esercizi (bar, ristoranti, ecc) che pagano lo 0,18% del monte retributivo. Per finanziare il nuovo sussidio il contributo dovrebbe passare all'1,3% per tutti (anche per le retribuzioni degli apprendisti che adesso sono esenti) con un contributo aggiuntivo per i contratti a termine (1,4%). Il nuovo sussidio (Ispi) dovrebbe valere il 70% della retribuzione (a fronte del 60% attuale) per gli stipendi lordi fino a 1.250 euro (ma il calcolo non sarà fatto sull'ultimo stipendio ma su quelli degli ultimi due anni).

Per la parte superiore ai 1.250 euro si prenderà solo il 30% (quindi ad esempio su una retribuzione lorda di 2.000 euro si prendono per i primi sei mesi 1.100 euro lordi). È previsto comunque un tetto di 1.119 euro lordi (1.053 netti) che è attualmente il tetto massimo previsto per la cassa integrazione e la mobilità. La durata del sussidio sarebbe più lunga dell'attuale (al massimo 12 mesi per gli over 50) con la possibilità di arrivare a 18 mesi per gli ultra 55enni ma con un taglio del 15% dopo i primi sei mesi e di un altro 15% dopo i sei mesi successivi (il decalage è previsto anche per il sussidio di disoccupazione attuale).

economia
MOBILITÀ: l'indennità di mobilità dovrebbe sparire con il passaggio al nuovo sussidio di disoccupazione. Al momento la mobilità può essere utilizzata dalle aziende industriali e cooperative con più di 15 dipendenti o da quelle commerciali con più di 200 dipendenti. L'indennità erogabile in caso di licenziamenti collettivi può durare fino a 48 mesi (nel caso di ultracinquantenni di aziende nel Sud) e per questi lavoratori quindi ci sarebbe una drastica riduzione della protezione dalla disoccupazione. Per questo strumento le aziende pagano al momento lo 0,30% della retribuzione e questo contributo potrebbe saltare. Per la mobilità il saldo negativo tra entrate e uscite è stato nel 2010 di 1,590 miliardi di euro.

CASSA INTEGRAZIONE: sarà ancora possibile utilizzare la cassa integrazione (mantenendo naturalmente la contribuzione attuale) ma solo nei casi in cui è previsto un rientro in azienda. La cassa straordinaria potrà essere utilizzata solo in caso di ristrutturazione e riconversione aziendale ma non in quelli di chiusura dell'attività.

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