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febbraio 09, 2013

Il lato oscuro del Web, tra traffici illeciti e pedopornografia.
Deep Web o Darknet - Il lato oscuro della rete Si chiama Deep Web, la parte della Rete non accessibile con i comuni motori di ricerca. Ma che esiste, e anche in Italia, tra traffici illeciti e pedopornografia.

Tutto è cominciato con un file musicale. Una ragazza lo apre, pensa di aver scaricato le canzoni di Edith Piaf e invece si trova davanti immagini di bambini torturati e violentati.

È il punto di partenza dell' indagine della Polizia Postale per la Campania che, a metà novembre scorso, ha portato al ritrovamento di cinque milioni tra video e foto illegali e all'arresto di dieci persone in tutta Italia. Ma c'era di più, in tutto questo. Perché la scoperta del più grande archivio pedopornografico mai rinvenuto in Italia ha costretto gli investigatori ad affrontare una missione con cui ancora nessuno si era cimentato nel nostro Paese: entrare a fondo nelle pieghe del deep Web, la parte di Internet non raggiungibile tramite i normali motori di ricerca, e che garantisce il completo anonimato degli utenti. Era lì che si nascondevano i pedofili.
Sulle dimensioni del Deep Web si sa ancora molto poco.

L'ultima indagine affidabile, condotta nel 2001 dall'esperto in materia Michael Bergman, parlava di qualcosa come 550 volte la grandezza del World Wide Web comunemente inteso. In Italia non esistono studi a riguardo.

L'operazione della Polizia Postale ha aperto però uno spiraglio su un mondo che, in ritardo rispetto al resto dell'Europa, sta cominciando lentamente a girare. Basta entrare nel deep Web, a cui si accede solo attraverso software specifici come Tor, per farsi un'idea. Si va dai tentativi un po' maldestri di Tortiglione, un blog dall'aspetto artigianale, a vere e proprie community come Cipolla, che conta 560 iscritti ufficiali ma un numero imprecisato di visitatori. Gli argomenti principali sono quelli più in voga nella parte nascosta di Internet: droga, armi e sesso.

Su Cipolla si incontrano venditori ed acquirenti di droghe leggere, anche in grandi quantità. C'è chi chiede consigli su come spedire marijuana in Italia e in Europa, chi vende erba e fumo solo in Lombardia, chi vuole acquistare cocaina senza pagare in bitcoin, la moneta elettronica usata nel deep Web.
  
Chi cerca o vende droghe più pesanti, come l'eroina o la ketamina, si sposta su siti internazionali come Black Market Reloaded, o il più noto Silk Road. Molto attivo è anche il blog Italy-Mercato Nero, che da poco è tornato in attività con questo annuncio: “Trafficate in armi, in droga, anche in sesso pulito, in carte di credito, soldi falsi, spionaggio e tutto quello che vi pare”. L'admin era stato accusato, sui forum di Cipolla, di aver truffato i clienti fingendosi un servizio escrow, una sorta di garante della transazione che, dopo aver ricevuto i soldi, non ha mai inviato la merce.
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Per vendere o acquistare bitcoin, uno dei siti più cliccati in Italia è LocalBitcoins.com: basta inserire la propria città, lasciare un annuncio e nel giro di 24 ore si viene contattati anche da persone che vivono a pochi isolati da casa. In genere, il venditore di bitcoin richiede che gli vengano accreditati gli euro su carte prepagate, ma sono frequenti anche le consegne a mano. I più aggiornati tassi di cambio dimostrano che il valore dei bitcoin sta aumentando sempre di più: da Milano a Palermo, al momento servono tra gli otto e i nove euro per acquistarne uno.

Sul Deep Web non c'è solo chi vuole acquistare droghe, visionare documenti secretati o scaricare illegalmente film. Lo scambio di materiale pedopornografico, bannato da siti come Cipolla o Mercato Nero, resta una triste realtà. L'indagine della Polizia Postale ha confermato però anche un altro, inquietante aspetto: che in Italia i pedofili stanno cominciando ad usare il deep Web come vere organizzazioni criminali, muovendosi cioè su un doppio livello: uno superficiale, l'altro visibile solo a pochissimi adepti. È proprio lì, dove non arriva neanche Hidden Wiki, la Wikipedia di Tor, che sono stati ritrovati i cinque milioni di video e foto illegali.

A sentire Daniele De Martino, dirigente della Polizia Postale della Campania, i pedofili usavano sistemi di riconoscimento simili a quelli visti nel film Eyes Wide Shut: nell'organizzazione si entrava con un ticket d'invito, che veniva rilasciato solo agli user che davano ampia prova di affidabilità, ad esempio dimostrando di essere admin di altri siti pedopornografici. Una volta entrati bisognava rispettare le regole o si veniva bannati insieme all'admin responsabile dell'ingresso. È in questa piramide nascosta che si sono infiltrati gli investigatori della Polizia Postale, fingendosi pedofili, perché al momento non esistono software in grado di riconoscere gli indirizzi ip di chi naviga nel deep Web. Al momento, l'unica cosa certa è che siamo di fronte a una realtà che riserverà in futuro tante, e si spera non solo brutte, sorprese.
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