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settembre 24, 2019

La Comunità Degli Affari e il Controllo dei Mass Media Nella Concezione di Democrazia.

Questa è una concezione di democrazia.

Ritornando alla comunità degli affari, l’ultima vittoria sul piano dei diritti dei lavoratori è stata la Legge Wagner del 1935.

Dopo c’è stata la guerra, i sindacati sono entrati in crisi e altrettanto è accaduto alla ricca cultura operaia associata a essi, che è stata completamente distrutta.

Una società governata dal mondo degli affari.

Siamo diventati una società governata dal mondo degli affari, a un livello assoluto: quella americana è l’unica società industriale con capitalismo di stato che non ha neppure un contratto sociale ordinario, come avviene in altre società dello stesso tipo. All’infuori del Sudafrica, credo, questo è l’unico paese industriale a non avere un servizio sanitario nazionale.

Non è garantito nemmeno un livello minimo di sopravvivenza per quelle parti della popolazione che non sono in grado di adattarsi al modello e guadagnarsi da vivere individualmente. I sindacati sono praticamente inesistenti, né ci sono altre forme di organizzazione popolare.

Non esistono partiti politici. I media sono monopolio dell’industria e sostengono tutti la stessa ideologia. I due partiti esistenti sono due fazioni del partito degli affari. La maggior parte della popolazione non si preoccupa neppure di andare a votare, perché lo considera ormai un gesto privo di senso. I cittadini sono tenuti al margine e opportunamente distratti.

La figura leader nell’industria delle pubbliche relazioni, Edward Bernays, proviene infatti dalla Commissione Creel; ne ha fatto parte, ne ha appreso la lezione e l’ha utilizzata fino a teorizzare “l’ingegneria del consenso”, che descrive come “l’essenza della democrazia”. Le persone che sanno fabbricare il consenso sono quelle che possiedono le risorse e il potere per farlo (la comunità degli affari); ed è per loro che lavorate.

Fabbricare l’opinione.

È inoltre necessario esortare la popolazione a sostenere le avventurose iniziative della politica estera. Di solito la popolazione è pacifista, proprio come lo è stata durante la Prima guerra mondiale, perché non vede ragioni per lasciarsi coinvolgere in massacri e torture.

Quindi bisogna spronarla, e per spronarla occorre spaventarla. Lo stesso Bernays ha ottenuto un risultato importante in questo campo: è lui che ha condotto la campagna di pubbliche relazioni per la United Fruit Company nel 1954, quando gli Stati Uniti decisero di rovesciare il governo capitalista democratico del Guatemala, sostituendolo con un gruppo di assassini provenienti dalle fila degli squadroni della morte, ancora oggi al potere grazie ai costanti aiuti statunitensi finalizzati a prevenire svolte democratiche che non siano solo formali. Si rende necessario imporre di continuo programmi di politica interna cui il popolo è contrario, perché non ha ragione di appoggiare programmi che vanno contro ai propri interessi.

E anche questo richiede una propaganda massiccia. Negli ultimi decenni ne abbiamo visti molti esempi. Le politiche di Reagan, per esempio, erano estremamente impopolari. Due terzi degli elettori che lo avevano insediato alla Casa Bianca nel 1984 speravano che il suo programma non si sarebbe realizzato.

Se ne esaminate i punti, uno a uno, come quello relativo agli armamenti o al taglio della spesa sociale, capirete che la popolazione era fortemente contraria alla politica reaganiana. Ma finché viene costretta al ruolo di semplice spettatore, non ha modo di organizzarsi o di esprimere ciò che pensa, né di venire in contatto con altri che condividano la sua stessa opinione.

La persona che nei sondaggi afferma di preferire la spesa sociale alla spesa militare (come ha fatto una larghissima maggioranza) si convince di avere convinzioni folli, perché non ha mai sentito affermare niente di simile e crede che nessuno la pensi così. Chi dà questo tipo di risposte nei sondaggi si pone in qualche modo al margine, e poiché non ha occasione di incontrare altre persone che condividano o rafforzino il suo punto di vista e lo aiutino ad articolarlo, si sente diverso, escluso. Così si fa da parte e non presta attenzione a quanto accade.

Fino a un certo punto, quindi, l’ideale di democrazia è stato realizzato, anche se non completamente.

fonte: Trybe

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