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ottobre 31, 2019

L'assistenza sanitaria in Italia.

Cittadino italiano, della Comunità Europea o straniero?

Ognuno ha diritto alle cure sanitarie, ma i modi per accedervi sono diversi e cambiano anche le prestazioni erogabili.

L'assistenza sanitaria

Il sistema Sanitario Nazionale assicura un accesso ai servizi tenendo conto di

  • bisogni di salute;
  • qualità e appropriatezza delle cure;
  • l'economicità nell'impiego delle risorse.

In Italia il governo del sistema sanitario è esercitato da

  • Stato: alla legislazione statale spetta la determinazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), cioè le prestazioni e i servizi che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale;
  • Regioni: alla legislazione regionale spetta il compito di organizzare ed erogare le suddette prestazioni e l’assistenza indispensabile alla tutela della salute.
In cosa consiste il diritto all’assistenza sanitaria?

Avere diritto all’assistenza sanitaria significa usufruire dei servizi di prevenzione e cura della salute come l’assistenza di base, le cure specialistiche o i ricoveri ospedalieri.

I servizi a disposizione del cittadino sono:

  • assistenza di base: medico di famiglia o pediatra. Il cittadino ha diritto di scegliere liberamente un medico di sua fiducia;
  • continuità delle cure: il cittadino ha diritto di accedere alle cure continuamente, questo significa che quando non c’è il medico di base, l’assistenza  deve essere garantita da un medico sostitutivo o dal servizio di continuità assistenziale (ex Guardia Medica);
  • accesso alle prestazioni a carattere diagnostico: al cittadino deve essere garantita la possibilità di usufruire di visite specialistiche, analisi di laboratorio, esami diagnostici;
  • pubblico e privato accreditato o convenzionato: la scelta tra una struttura pubblica e una privata convenzionata per accedere ai servizi, deve essere libera
  • ricovero ospedaliero: il cittadino ha diritto di scegliere liberamente la struttura ospedaliera dove essere ricoverato, qualora fosse una struttura fuori regione dovrà chiedere il permesso all’azienda sanitaria territoriale;
  • diritto all’informazione: il cittadino deve essere sempre informato in modo adeguato prima di essere sottoposto a esami e interventi;
  • accesso ai farmaci: i cittadini hanno il diritto a ricevere i farmaci prescritti dai loro medici sul ricettario regionale, compartecipando alla spesa attraverso il pagamento di un contributo (ticket); L’esenzione dal ticket è regolata da normativa regionale e può non essere la stessa da regione a regione.
Come ci si iscrive al Servizio Sanitario Nazionale?

L’iscrizione è obbligatoria per i cittadini italiani e stranieri residenti in Italia e in regola con il permesso di soggiorno. I bambini nati in Italia devono essere iscritti al Servizio Sanitario e acquisiscono il diritto all’assistenza. Per iscriversi occorre recarsi negli uffici dell’Azienda Sanitaria della zona di residenza.

I documenti necessari sono:

  • un documento di riconoscimento valido;
  • il codice fiscale;
  • il certificato di residenza o autocertificazione;
  • per i neonati: certificato dello stato di famiglia, o autocertificazione, da cui risulti già il nuovo nato e codice fiscale di quest’ultimo.

L’iscrizione al Servizio sanitario garantisce l’assistenza da parte del medico di medicina generale (medico di famiglia) o del pediatra di libera scelta, che rappresentano il primo riferimento per la salute dei cittadini. L'assistenza sanitaria è garantita a tutti i cittadini (italiani e stranieri aventi diritto) attraverso una rete di servizi (assistenza medica e pediatrica, farmaceutica, specialistica ambulatoriale, ospedaliera, domiciliare e dei consultori pubblici).

Al momento dell’iscrizione al Servizio Sanitario viene rilasciata quella che un tempo era la tessera sanitaria e oggi è la Carta Regionale dei Servizi (CRS), una smart card elettronica. La CRS di fatto è valida come:

  • Tessera Sanitaria;
  • Tessera Europea di Assicurazione Malattia (vedi sopra la TEAM);
  • Codice Fiscale.

Queste funzioni sono disponibili da subito, senza necessità di richiedere l’attivazione della CRS e il rilascio del PIN. La CRS va conservata con cura ed esibita per tutte le operazioni richieste al Servizio Sanitario Regionale o nel caso ci si debba recare all'estero. Il PIN è un codice strettamente personale poiché consente di riconoscere il suo proprietario nell’accesso ai servizi innovativi della Pubblica Amministrazione, garantendone la privacy. Per richiedere il PIN bisogna recarsi agli sportelli abilitati presso le Aziende Sanitarie del territorio.

Spesa finanziata dal ministero dello Sviluppo economico ai sensi del Decreto 6 agosto 2015.

I Livelli Essenziali di Assistenza

I Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) sono le prestazioni sanitarie che il servizio Sanitario Nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket). Le prestazioni incluse nei LEA sono individuate sulla base di principi di effettiva necessità assistenziale, di efficacia e di appropriatezza e rappresentano il livello di cure “essenziale” garantito a tutti i cittadini. Le Regioni potranno utilizzare risorse proprie per fornire servizi e prestazioni ulteriori.

I LEA, stabiliti dallo Stato, si ispirano al binomio “efficacia + solidarietà” e individuano prestazioni considerate essenziali ed efficaci garantite a tutti, su tre livelli:

  • l’assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro, che comprende tutte le attività di prevenzione rivolte alle collettività ed ai singoli (tutela dagli effetti dell’inquinamento, dai rischi infortunistici negli ambienti di lavoro, sanità veterinaria, tutela degli alimenti, profilassi delle malattie infettive, vaccinazioni e programmi di diagnosi precoce, medicina legale);
  • l’assistenza distrettuale, vale a dire le attività e i servizi sanitari e sociosanitari diffusi capillarmente sul territorio, dalla medicina di base all’assistenza farmaceutica, dalla specialistica e diagnostica ambulatoriale alla fornitura di protesi ai disabili, dai servizi domiciliari agli anziani e ai malati gravi ai servizi territoriali consultoriali (consultori familiari, servizi per la salute mentale, servizi di riabilitazione per i disabili, ecc.), alle strutture semiresidenziali e residenziali (residenze per gli anziani e i disabili, centri diurni, case famiglia e comunità terapeutiche);
  • l’assistenza ospedaliera, in pronto soccorso, in ricovero ordinario, in day hospital e day surgery, in strutture per la lungodegenza e la riabilitazione, e così via.

Qui trovi l'elenco delle prestazioni fornite dal SSN incluse. Nell’ultimo periodo, tuttavia, i Livelli Essenziali di Assistenza sono stati aggiornati. Qui trovi le principali novità.

Spetta alle singole Regioni organizzarsi per erogare le prestazioni incluse nei LEA con modalità e regimi appropriati.

Quali sono le prestazioni che non rientrano nei LEA?

Le prestazioni attualmente totalmente escluse dai LEA sono le seguenti:

  • chirurgia estetica non conseguente ad incidenti, malattie o malformazioni congenite;
  • circoncisione rituale maschile;
  • medicine non convenzionali (agopuntura, fitoterapia, omeopatia, chiropratica, osteopatia, ecc.);
  • vaccinazioni non obbligatorie in occasione di soggiorni all’estero;
  • certificazioni mediche non rispondenti a fini di tutela della salute collettiva, anche quando richieste da disposizioni di legge: certificazioni idoneità alla pratica sportiva agonistica e non (salvo quelle rilasciate dal medico di famiglia per manifestazioni in ambito scolastico), idoneità al servizio civile, idoneità alla guida, idoneità al porto d’armi, idoneità all’impiego, etc.;
  • prestazioni di medicina fisica riabilitativa ambulatoriale:
  • esercizio assistito in acqua,
  • idromassoterapia,
  • ginnastica vascolare in acqua,
  • diatermia a onde corte e microonde,
  • agopuntura con moxa revulsivante,
  • ipertemia NAS,
  • massoterapia distrettuale riflessogena,
  • pressoterapia o presso-depressoterapia intermittente,
  • elettroterapia antalgica,
  • ultrasuonoterapia,
  • trazione scheletrica,
  • ionoforesi,
  • laserterapia antalgica,
  • mesoterapia,
  • fotoferesi terapeutica,
  • fotochemioterapia extracorporea, fotoferesi extracorporea.

L’elettroterapia antalgica, l’ultrasuonoterapia, la laserterapia e la mesoterapia possono essere incluse nei LEA su disposizione regionale, secondo specifiche indicazioni cliniche.

Le prestazioni erogabili secondo specifiche indicazioni cliniche (età, condizioni di salute, tempo trascorso dalla precedente prestazione, etc.) sono le seguenti:

  • le prestazioni di assistenza odontoiatrica
  • la densitometria ossea
  • alcune prestazioni di medicina fisica riabilitativa ambulatoriale
  • la chirurgia rifrattiva

Per sapere se si rientra nelle indicazioni per cui queste prestazioni diventano erogabili e gratuite è possibile rivolgersi all’azienda sanitaria di residenza.

Chi ha diritto all'assistenza sanitaria?

Possono iscriversi al Sistema Sanitario Nazionale le seguenti categorie di persone:

  • cittadini italiani: residenti in Italia, pensionati italiani residenti all’estero, familiari a carico di un lavoraore occupato in Italia;
  • cittadini appartenenti alla Comunità Europea: temporaneamente in Italia o residenti in Italia;
  • cittadini stranieri non appartenenti a Paesi convenzionati: con permesso di soggiorno o senza permesso di soggiorno.

Con l'iscrizione al SSN si ottiene una Tessera Sanitaria (TS), da mostrare ogni qualvolta si usufruisca dei servizi o si ricevano prestazioni sanitarie e/o socio-sanitarie. Inoltre, tale iscrizione permette la scelta del proprio medico di base e/o pediatra di libera scelta.

I cittadini italiani

Cittadino italiano residente in Italia: tutti i cittadini senza distinzioni possono accedere alle prestazioni in forma diretta erogate sul territorio nazionale dalle strutture pubbliche o da quelle private accreditate.

Pensionato italiano residente all’estero: i presupposti per beneficiare dell'assistenza sanitaria a carico dello Stato italiano sono i seguenti:

  • la residenza in uno dei Paesi in cui vigono accordi in tema di tutela sanitaria -  gli stati dell’Unione Europea, la Svizzera, i paesi dello spazio economico europeo SEE e cioè Norvegia, Islanda e Liechtenstein e i Paesi in cui esiste una Convenzione con lo stato italiano in tema di accordi di sicurezza sociale, Argentina, Australia, Brasile, Capoverde, Città del vaticano, Croazia, Macedonia, Serbia Montenegro, Bosnia-Erzegovina, Monaco, san Marino, Tunisia;
  • la fruizione di una pensione contributiva erogata da un Istituto previdenziale italiano.
  • l'assenza del diritto di usufruire delle prestazioni sanitarie a carico di altro Stato membro.

Dunque in assenza di una copertura sanitaria da parte dello Stato membro di residenza, l'istituzione competente, su cui ricade l'onere delle prestazioni sanitarie, risulta quella che eroga la pensione. In caso di corresponsione di più pensioni, l'istituzione competente è quella alla quale il titolare è stato più lungamente soggetto o soggetto da ultimo. L’azienda sanitaria di ultima residenza è tenuta a verificare annualmente il permanere dei presupposti che legittimano il mantenimento del diritto.

Familiari a carico di un lavoratore occupato in Italia: se vivono in uno Stato convenzionato, conservano il diritto all’assistenza sanitaria all’estero con onere a carico dell’Italia. Per ottenere questo beneficio è necessario richiedere alla Azienda Sanitaria dell’ultima residenza in Italia il modulo apposito. L’attestato permette al suo titolare di ricevere le prestazioni sanitarie in forma diretta alle stesse condizioni dei cittadini di quello Stato e nulla è dovuto se non l’eventuale partecipazione alle spese. Inoltre a seconda dell’attestato e quindi della situazione protetta, e a seconda di quanto previsto dalla singola convenzione, si ha una copertura sanitaria completa o limitata a determinate prestazioni.

Cittadino italiano residente all’estero: chi trasferisce la residenza all’estero perde il diritto all’assistenza sanitaria quando è cancellato dai registri dell’Anagrafe comunale.

I cittadini della Comunità Europea

I cittadini comunitari che si trovano in Italia (residenti o dimoranti), hanno, quindi, diritto agli stessi livelli di assistenza di cui usufruiscono gli iscritti al Servizio Sanitario Nazionale nei seguenti limiti:

  • i titolari di TEAM (Tessera Europea Assicurazione Malattia) hanno diritto alle sole prestazioni medicalmente necessarie;
  • i titolari di modelli E106 (lavoratori, studenti) e E121 (pensionati) hanno diritto all’assistenza sanitaria completa.

Il decreto legislativo 6 febbraio 2007, n. 30, concernente l’attuazione della direttiva 2004/38/CE riguardante il diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri, ha disciplinato le modalità d'esercizio del diritto di libera circolazione, ingresso, soggiorno temporaneo e permanente, nel territorio dello Stato da parte dei cittadini dell'Unione europea

  • I cittadini comunitari temporaneamente presenti in Italia. I cittadini della Comunità Europea, della Svizzera e dello Spazio Economico Europeo (Norvegia, Islanda Liechtenstein) in caso di soggiorno non superiore a tre mesi nel territorio italiano, hanno diritto alle cure urgenti e medicalmente necessarie, senza doversi iscrivere al Servizio Sanitario Nazionale. L'accesso agli ambulatori dei Medici di Medicina Generale o di Guardia Medica è gratuito. In caso di visite specialistiche o esami strumentali è dovuto il ticket a parità di condizione con i cittadini italiani residenti. Si tratta di cittadini comunitari in possesso della TEAM (Tessera Europea Assicurazione Malattia) o del modello sostitutivo che soggiornano temporaneamente in Italia per un periodo non superiore a tre mesi. La TEAM è stata consegnata ai cittadini dai rispettivi Stati di appartenenza. In caso di smarrimento, rinnovo o richiesta di nuova tessera i cittadini comunitari devono rivolgersi allo Stato in cui risultano iscritti. Trattandosi di cittadini comunitari soggiornanti per un periodo temporaneo, e non residenti in Italia, non sono iscritti al Sistema Sanitario Nazionale Italiano ma acquisiscono il diritto a fruire delle prestazioni urgenti e medicalmente necessarie con le stesse modalità dei cittadini italiani iscritti.
  • I cittadini comunitari residenti in Italia. Il cittadino comunitario, in possesso dei requisiti che determinano il diritto di soggiorno per periodi superiori ai tre mesi (tessera TEAM o modelli E 106/S1, E 120/S1, E 121/S1, E 109/S1) , è tenuto a provvedere all’iscrizione all’anagrafe della popolazione residente e sarà iscritto al Servizio Sanitario della regione di residenza. In via straordinaria, particolari gruppi di cittadini comunitari che hanno la residenza o il soggiorno in Italia e risultano privi di copertura sanitaria a carico dello Stato di provenienza (perché non in possesso dei requisiti previsti dalla normativa), possono stipulare un’assicurazione sanitaria o fare un’ iscrizione volontaria al Servizio Sanitario della regione in cui vivono, previa corresponsione del contributo dovuto. Si tratta di soggiornanti per motivi di studi, collocati alla pari, personale religioso, stranieri che partecipano a programmi di volontariato, dipendenti stranieri di organizzazioni internazionali operanti in Italia e personale accreditato presso Rappresentanze diplomatiche ed Uffici Consolari.      

I cittadini stranieri con permesso di soggiorno

I cittadini stranieri con regolare permesso di soggiorno possono iscriversi al SSN rivolgendosi all’azienda sanitaria del Comune di residenza anagrafica, o se non ancora residenti, di domicilio effettivo indicato nel permesso di soggiorno, con parità di trattamento e uguaglianza di diritti e doveri rispetto ai cittadini italiani per quanto riguarda il contributo da versare e l'assistenza erogata. L'assistenza sanitaria è estesa ai familiari a carico regolarmente soggiornanti in Italia.La durata del diritto è quella del permesso di soggiorno.

Per ottenere tale assistenza bisogna iscriversi al SSN: l'iscrizione va effettuata presso gli uffici scelta e revoca dell’azienda sanitaria ove il cittadino straniero ha la residenza o l'abituale dimora indicata sul permesso di soggiorno. Il documento che prova l'iscrizione è la tessera sanitaria e ha la stessa durata del permesso di soggiorno. Questo documento è individuale e serve per accedere all'assistenza.

Hanno diritto all'iscrizione obbligatoria al Servizio Sanitario Nazionale tutti i cittadini stranieri extracomunitari:

  • regolarmente soggiornanti che abbiano in corso regolari attività di lavoro subordinato o autonomo o siano iscritti nelle liste di collocamento;
  • regolarmente soggiornanti o che abbiano richiesto il rinnovo del permesso di soggiorno per lavoro subordinato o autonomo, motivi familiari, asilo politico, asilo umanitario, richiesta di asilo, per attesa adozione, per affidamento, per acquisto della cittadinanza;
  • in attesa del primo rilascio del permesso di soggiorno per lavoro subordinato o per motivi familiari.

I cittadini stranieri non UE titolari di permesso di soggiorno con validità superiore ai tre mesi, che non rientrano tra coloro che sono iscritti di diritto al Servizio Sanitario Nazionale, possono effettuare l’iscrizione volontaria. Sono:

  • gli studenti e le persone alla pari anche per periodi inferiori a tre mesi;
  • coloro che sono titolari di permesso di soggiorno per residenza elettiva e non svolgono alcuna attività lavorativa, il personale religioso, il personale diplomatico e consolare ed tutte le altre categorie individuate per esclusione rispetto a coloro che hanno titolo all'iscrizione obbligatoria.

L' iscrizione volontaria al SSN è effettuata dietro pagamento di un contributo forfettario annuale e dà diritto a tutte le prestazioni erogate dal SSN sul territorio nazionale a parità con il cittadino italiano.

I cittadini stranieri senza permesso di soggiorno

I cittadini stranieri senza permesso di soggiorno non hanno diritto all'iscrizione al SSN ma possono ottenere una tessera (tessera di Straniero Temporaneamente Presente, con il codice STP), da usare in casi di emergenza e beneficiare di determinate cure sanitarie. Ne hanno diritto tutti i cittadini stranieri non comunitari  presenti sul territorio nazionale non in regola con le norme relative all’ingresso e al soggiorno, compresi i clandestini. La prescrizione e la registrazione delle prestazioni sanitarie vengono effettuate assegnando il codice regionale a sigla STP, che viene inserito al posto del codice fiscale.

A cosa dà diritto il tesserino STP?

Il codice STP deve essere rilasciato anche in assenza di passaporto o di altri documenti. Agli stranieri non comunitari non regolarmente presenti sul territorio italiano sono assicurate, nelle strutture pubbliche e private accreditate del SSN, le seguenti prestazioni sanitarie:

  • cure ambulatoriali ed ospedaliere, urgenti o comunque essenziali, per malattia e infortunio;
  • tutela della gravidanza e della maternità;
  • tutela della salute dei minori;
  • vaccinazioni secondo la normativa e nell’ambito di interventi di prevenzione collettiva autorizzati dalle Regioni;
  • profilassi, diagnosi e cura delle malattie infettive.

Per cure urgenti si intendono le cure che non possono essere differite senza pericolo per la vita o danno per la salute della persona.

Per cure essenziali si intendono le prestazioni sanitarie, diagnostiche e terapeutiche, relative a patologie non pericolose nell’immediato e nel breve termine, ma che nel tempo potrebbero determinare maggiore danno alla salute o rischi per la vita (complicanze, cronicizzazioni o aggravamenti).

Cosa serve per ottenere il rilascio del tesserino STP?

Il tesserino STP può essere rilasciato da qualsiasi Azienda sanitaria ed Azienda Ospedaliera, indipendentemente dal domicilio o luogo di dimora del richiedente. Il rilascio del tesserino STP è subordinato ad una dichiarazione d’indigenza rilasciata dallo straniero attraverso la compilazione del modello predisposto dal Ministero della Sanità. Le informazioni richieste allo straniero, e registrate presso il registro dell’azienda sanitaria sono:

  • nome;
  • cognome;
  • sesso;
  • data di nascita;
  • codice STP;
  • recapito;
  • nazionalità;
  • data di rilascio.

Tali informazioni non devono, in ogni caso, a meno di un mandato del Giudice, essere inviate alla Prefettura ai fini della rendicontazione delle prestazioni. L’accesso alle strutture sanitarie non può comportare alcun tipo di segnalazione, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con i cittadini italiani. Il mancato rispetto del divieto di segnalazione di soggetti irregolari alle autorità da parte dei servizi sanitari costituisce pertanto reato.

Che validità ha il tesserino STP?

Il tesserino STP ha valore in tutti i servizi sanitari di tutto il territorio nazionale. Ha una validità di sei mesi ed è sempre rinnovabile in caso di permanenza dello straniero sul territorio nazionale. Il rinnovo avverrà possibilmente con lo stesso numero. In caso di smarrimento verrà rilasciato un nuovo tesserino con il codice STP precedentemente attribuito o con un nuovo numero, se non è possibile risalire al vecchio codice.

ottobre 23, 2019

Esenzioni dal pagamento dei ticket: quali sono e per chi.

Il Servizio Sanitario Nazionale prevede che i cittadini partecipino alla spesa sanitaria attraverso il ticket, ovvero quella cifra che paghiamo all’accettazione, prima di un esame o una visita, o in farmacia, quando ritiriamo un farmaco con ricetta del Servizio Sanitario Regionale. Il pagamento del ticket consente a tutti i cittadini di ricevere le cure previste dai Livelli Essenziali di Assistenza e, allo stesso tempo, evita l’erogazione di prestazioni sanitarie non necessarie da parte del SSN.

I cittadini possono essere esentati dal pagamento del ticket alcuni casi:

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Spesa finanziata dal ministero dello Sviluppo economico ai sensi del Decreto 6 agosto 2015.

Esenzione per reddito

I cittadini hanno diritto all’esenzione dal ticket nel caso in cui appartengano a queste categorie:

  • cittadini di età inferiore a 6 anni e superiore a 65, appartenenti ad un nucleo familiare con reddito complessivo non superiore a 36.151,98 euro (CODICE E01);
  • cittadini disoccupati e loro familiari a carico appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro in presenza del coniuge e di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico (CODICE E02);
  • titolari di pensioni sociali e loro familiari a carico (CODICE E03);
  • titolari di pensioni al minimo di età superiore a 60 anni e loro familiari a carico, appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro in presenza del coniuge e di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico.
Alcune precisazioni
  • Per nucleo familiare si intende quello rilevante a fini fiscali (e non anagrafici) ed è costituito dall'interessato, dal coniuge non legalmente separato e dagli altri familiari a carico.
  • Per familiari a carico si intendono i familiari non fiscalmente indipendenti, vale a dire i familiari per i quali l'interessato gode di detrazioni fiscali (in quanto titolari di un reddito inferiore a 2.840,51 euro).
  • Il reddito complessivo del nucleo familiare è pari alla somma dei redditi dei singoli membri del nucleo.
  • Ai fini dell'esenzione per motivi di reddito, è necessario prendere in considerazione il reddito complessivo riferito all'anno precedente.

La maggiorparte delle esenzioni legate al reddito ha uguale applicazione a livello nazionale, ma è demandata ad ogni regione la possibilità di introdurre alcune modalità.  Scopri quali regole sono in vigore nella tua regione.

Come esercitare il diritto all’esenzione per reddito

Le persone che hanno diritto all’esenzione per reddito sono già inserite in un elenco consultabile da medici di famiglia e pediatri. Il medico, all’atto della prescrizione dell’esame o della visita, verifica, su richiesta dell’assistito, il diritto all’esenzione (per i codici E01, E03, E04), lo comunica all’interessato e riporta il relativo codice sulla ricetta. Se un assistito ritiene di possedere i requisiti per l’esenzione al ticket per reddito, ma non compare nella lista in possesso del medico, deve rivolgersi alla propria Azienda sanitaria territoriale di appartenenza.

A quali prestazioni si ha diritto in esenzione per reddito?

L’esenzione per reddito permette di effettuare, senza alcuna partecipazione al costo (ticket),  tutte le prestazioni di diagnostica strumentale, di laboratorio e le altre prestazioni specialistiche ambulatoriali garantite dal Servizio sanitario nazionale.

Non comporta però benefici particolari per quanto riguarda l’assistenza farmaceutica. In base alle norme dello Stato, infatti, i medicinali sono classificati in fascia A (gratuiti per tutti gli assistiti), in fascia A con Nota AIFA (gratuiti solo per le persone che si trovano nelle particolari condizioni indicate nella Nota) o in fascia C (a pagamento per tutti gli assistiti, compresi gli assistiti esenti per malattia cronica). Quasi tutte le Regioni italiane hanno introdotto un ticket sui farmaci di fascia A (in genere una quota fissa per confezione o per ricetta) e hanno autonomamente individuato le categorie di soggetti esenti da tale ticket, tra i quali, talvolta, gli esenti per reddito. Per conoscere nel dettaglio i casi di esenzione dal ticket regionale sui medicinali di fascia A è bene rivolgersi direttamente alla propria Asl o alla Regione di residenza.

Come fare in caso di disoccupazione?

L’esenzione relativa allo stato di disoccupazione (codice E02), deve essere autocertificata annualmente dall’assistito presso la Azienda sanitaria territoriale di appartenenza. È considerato disoccupato il cittadino che abbia cessato per qualunque motivo (licenziamento, dimissioni, cessazione di un rapporto a tempo determinato) un'attività di lavoro dipendente e sia iscritto all'Ufficio del lavoro in attesa di nuova occupazione.

Esenzione per malattie croniche

I cittadini affetti da determinate malattie sono esentati dal pagamento del ticket per le prestazioni (esami e visite) che riguardano la propria specifica patologia. Per sapere quali sono le malattie croniche e invalidanti che danno diritto all'esenzione, si può consultare l’elenco oppure ricercare la malattie nel portale dedicato del ministero della Salute.

Come posso ottenere l’esenzione per malattia cronica?

Per avere informazioni su come avere l’esenzione e sulla documentazione clinica da presentare alla propria Azienda sanitaria, bisogna rivolgersi al proprio medico di base o al pediatra di libera scelta. Per l’esenzione per malattia cronica è necessario farsi rilasciare da una struttura pubblica (ospedale o ambulatorio) un certificato medico che attesti la presenza di una o più malattie croniche. Questo “certificato di esenzione” va presentato all’Azienda sanitaria di residenza che a sua volta rilascerà un attestato che riporta:

  • la definizione della malattia;
  • il relativo codice identificativo per ogni singola malattia per cui si è esenti; 
  • le prestazioni che potranno essere erogate in regime esenzione.
A quali visite specialistiche ho diritto con l’esenzione per malattia cronica?

Non tutte le prestazioni saranno in esenzione, ma solo quelle per la propria patologia. Se il cittadino deve eseguire una visita per una patologia indipendente da quella malattia o dalle sue complicanze, dovrà pagare il ticket.

L’esenzione per una malattia cronica, quindi, dà diritto a ricevere gratuitamente le prestazioni specialistiche individuate dal regolamento ministeriale, necessarie al trattamento della malattia, al controllo della sua evoluzione e alla prevenzione degli aggravamenti, ma non comporta benefici particolari per quanto riguarda l’assistenza farmaceutica. In base alle norme dello Stato, infatti, i medicinali sono classificati in fascia A (gratuiti per tutti gli assistiti), in fascia A con Nota AIFA (gratuiti solo per le persone che si trovano nelle particolari condizioni indicate nella Nota) o in fascia C (a pagamento per tutti gli assistiti, compresi gli assistiti esenti per malattia cronica). Alcune Regioni italiane hanno introdotto un ticket sui farmaci di fascia A (in genere una quota fissa per confezione o per ricetta) e hanno autonomamente individuato le categorie di soggetti esenti da tale ticket, tra i quali, talvolta, gli esenti per malattia cronica. Per conoscere nel dettaglio i casi di esenzione dal ticket regionale sui medicinali di fascia A è bene rivolgersi direttamente alla propria ASL o alla Regione di appartenenza.

Quanto dura l’attestato di esenzione per malattie croniche?

E’ stato fissato un periodo minimo di validità dell’attestato di esenzione in relazione alle diverse patologie e alla possibilità di miglioramento, valutata in base alle evidenze scientifiche.

Quali sono le novità per quanto riguarda l’esenzione per malattie croniche e i nuovi Lea?

Con il decreto di aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza sono state introdotte 6 nuove patologie esenti:

  • bronco-pneumopatia cronico ostruttiva (limitatamente agli stadi clinici “moderato”, “grave” e “molto grave”);
  • osteomielite cronica;
  • patologie renali croniche;
  • rene policistico autosomico dominante;
  • endometriosi (limitatamente agli stadi clinici III e IV della classificazione ASRM);
  • sindrome da talidomide.

Vengono trasferite nell’elenco delle malattie croniche alcune patologie che in precedenza erano già esenti come malattie rare, quali:

  • malattia celiaca;
  • sindrome di Down;
  • sindrome di Klinefelter;
  • connettiviti indifferenziate;

Esenzione per malattie rare

Sotto la definizione di malattia rara rientrano specifiche patologie gravi, invalidanti e spesso prive di terapie specifiche e risolutive, che si presentano con una frequenza molto bassa (meno di 5 casi su 10.000 abitanti). Tutte le prestazioni utili per il trattamento e il monitoraggio di una malattia rara (diagnosticata e accertata da un Centro di riferimento per le malattie rare) e per la prevenzione degli ulteriori aggravamenti sono esenti da ticket. A causa della difficoltà e della complessità dell’iter diagnostico per le malattie rare, l’esenzione si estende anche alle indagini necessarie per l’accertamento della malattia stessa ed alle indagini genetiche sui familiari, utili per diagnosticare una malattia rara che abbia origine genetica.

L’elenco delle malattie

Qui potete consultare l’elenco delle malattie rare riconosciute per l’esenzione, in ordine alfabetico.

Centri di riferimento per malattie rare

Per sapere quali sono i Centri di riferimento per le malattie rare individuati nelle singole regioni, consultare la pagina dell’Istituto Superiore di Sanità, in cui si forniscono indicazioni per:

  • contattare gli Sportelli malattie Rare, per avere tutte le informazioni utili;
  • cercare i Centri di cura identificati dalle regioni per la cure delle malattie rare, divisi per patologia;
  • i riferimenti delle associazioni di pazienti presenti nella regione.
Come ottenere l'esenzione per una malattia rara?

Per ottenere l’esenzione per una o più malattie rare è necessario rivolgersi al proprio medico di base affinché, nel minor tempo possibile, possa formulare un sospetto diagnostico e possa indirizzare il cittadino verso i centri specializzati della Rete Nazionale Malattie Rare. Dopo aver ottenuto la diagnosi di malattia rara, il cittadino può richiedere l'esenzione all'Azienda Sanitaria di residenza, presentando il certificato di diagnosi di malattia rara.

Come fare se la certificazione di diagnosi riporta un nome della malattia diverso da quello riportato nell’elenco delle malattie che danno diritto all’esenzione?

In generale, per semplificare le procedure, la certificazione rilasciata dallo specialista del Presidio ai fini dell’esenzione, deve riportare, oltre alla definizione, anche il codice identificativo della malattia o del gruppo di malattie a cui la stessa afferisce. Nei casi in cui la certificazione non consenta l’identificazione univoca della malattia rara, è opportuno che la stessa certificazione e la codifica siano verificate da personale medico qualificato ed esperto. In alternativa, l’Asl che rilascia l’esenzione può chiedere indicazioni allo stesso presidio che ha effettuato la diagnosi, in tempi brevi e senza creare disagi al cittadino.

A quali visite specialistiche ho diritto con l’ esenzione?

Per le malattie rare non è riportato un elenco dettagliato delle prestazioni esenti, in quanto si tratta di malattie che possono manifestarsi con quadri clinici molto diversi tra loro e, quindi, possono necessitare di prestazioni sanitarie differenti. Il medico specialista del Centro di diagnosi e cura dovrà individuare quelle necessarie e più appropriate alle specifiche situazioni cliniche dei pazienti, indicandole nel piano terapeutico per malattia rara del paziente. Sulla ricetta della prestazione sanitaria erogabile in regime di esenzione dovrà essere riportato il codice della malattia rara in questione. Se il cittadino deve eseguire una visita per una patologia indipendente da quella malattia o dalle sue complicanze, dovrà pagare il ticket. Per esami e controlli del monitoraggio, dell’evoluzione della malattia e per la prevenzione degli ulteriori aggravamenti, l’assistito dovrà rivolgersi ai centri di diagnosi della Rete nazionale Malattie Rare identificati per la specifica patologia.

L’esenzione non comporta benefici particolari per quanto riguarda l’assistenza farmaceutica. In base alle norme dello Stato, infatti, i medicinali sono classificati in fascia A (gratuiti per tutti gli assistiti), in fascia A con Nota AIFA (gratuiti solo per le persone che si trovano nelle particolari condizioni indicate nella Nota) o in fascia C (a pagamento per tutti gli assistiti, compresi gli assistiti esenti per malattia cronica). Alcune Regioni italiane, tuttavia, hanno autonomamente disposto l’erogazione gratuita di farmaci per malattia rara o di altri prodotti, anche non classificati come farmaci, utilizzando fondi propri in quanto si tratta di ulteriori livelli di assistenza. Per conoscere nel dettaglio questi provvedimenti è bene rivolgersi direttamente alla propria Asl o alla Regione di residenza.

A chi mi posso rivolgere per avere informazioni sui centri di riferimento?

Per informazioni sui centri, bisogna chiamare il Telefono Verde Malattie Rare al numero 800.89.69.49 o consultare la sezione dedicata ai centri di diagnosi e cura dal Centro Nazionale Malattie Rare. Il numero è raggiungibile gratuitamente da tutta Italia, anche dai cellulari.

Quali sono i Centri di diagnosi e cura?

I Centri di diagnosi e cura erogano le prestazioni finalizzate alla diagnosi (comprese le indagini genetiche ai fini della diagnosi di malattia rara di origine ereditaria) in regime di esenzione e, una volta diagnosticata la malattia rara, provvedono anche alla formulazione del piano terapeutico appropriato. L'esenzione può essere richiesta per più malattie rare, ove accertate. Nel caso in cui presso la propria Regione di residenza non vi siano centri specifici, l'assistito può rivolgersi ad una struttura riconosciuta dalle altre Regioni.

Le esenzioni per malattie rare regione per regione

Le malattie rare sono comprese nei livelli essenziali di assistenza, ma ogni regione può decidere di ampliare l’elenco delle malattie rare riconosciute e che danno diritto all’esenzione sul territorio regionale. Qui è possibile verificare le malattie riconosciute da ogni singola regione.

Quali sono le novità per quanto riguarda le esenzione per malattie rare e i nuovi Lea?

Con il decreto di aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza vengono trasferite nell’elenco delle malattie rare due patologie che in precedenza erano già esenti come malattie croniche:

  • sclerosi sistemica progressiva
  • miastenia grave

Le nuove malattie rare e le relative esenzioni sono diventate effettive il 15 Settembre 2017. Per approfondire il tema e conoscere i nuovi codici di esenzione, consulta la Guida alle nuove esenzioni sulle Malattie rare realizzata dall’OMAR (Osservatorio Malattie Rare), in collaborazione con Orphanet Italia

ottobre 19, 2019

La costruzione modulare una soluzione rapida e confortevole, ideale per le grandi città.



La costruzione modulare è una buona scelta per le grandi città, capace di offrire una soluzione rapida e confortevole, che rispetta le norme di sicurezza necessarie.

L’architettura modulare prevede la  progettazione di un sistema composto da componenti separate che possono essere collegate insieme, anche in un secondo momento.

La peculiarità  dell’architettura modulare è che è possibile sostituire o aggiungere qualsiasi componente senza influire sul resto del sistema. 

Il termine modulare può essere applicato a qualsiasi campo della tecnologia e sfoggia soluzioni molto interessanti anche nell’edilizia.

Modularità significa utilizzare lo stesso modulo in più soluzioni, consentendo un’ampia varietà di design senza l’utilizzo di molti tipi di moduli diversi. Questa porta numerosi vantaggi, primo fra tutti l’economicità.
https://www.algeco.it/
Il termine modularità può essere applicato a qualsiasi campo della tecnologia.

I vantaggi della modularità.

La modularità è particolarmente vantaggiosa quando il progetto è relativamente grande. Grazie alla modularità, è possibile ottenere vari progetti, ottenendo allo stesso tempo costi di sviluppo bassi e risparmi in termini di costi nella progettazione e nella costruzione.

Un’altro vantaggio consiste in una più facile e veloce realizzazione nel luogo di costruzione (i moduli sono prefabbricati altrove) e quindi un minor tempo di permanenza dei cantieri e quindi minori problemi logistici.

Aver scelto di utilizzare delle costruzioni modulari ha permesso di ridurre i materiali di scarto e, di conseguenza, di evitare lo smaltimento di prodotti tossici: in questo modo, la costruzione di blocchi modulari si è rivelata anche vicina all’ambiente e adatta ai contesti in cui una produzione massiccia di edifici avrebbe portato a livelli di inquinamento insostenibili.

La costruzione modulare, oltre ai notevoli vantaggi ambientali, offre quindi grazie alla costruzione distaccata anche la possibilità di un consistente risparmio energetico e di tempo; un elemento, quest’ultimo, da non sottovalutare perché riduce ulteriormente l’impatto dell’edificio sull’ambiente.

Infatti con gli edifici modulari, dove la costruzione della casa si svolge in una fabbrica, si abbattono tutti quei ritardi dovuti a fenomeni esogeni, vedi le avverse condizioni climatiche che potrebbero costringere a sospendere o a rallentare i tempi di lavorazione in loco o i trasporti dei materiali e della forza lavoro.
Aver scelto di utilizzare delle costruzioni modulari ha permesso di ridurre i materiali di scarto

Strutture da interno.

Studiate per la razionalizzazione degli spazi interni, le strutture da interno sono composte da pannelli sandwich modulari aventi caratteristiche tecniche e dimensioni variabili a seconda delle esigenze del cliente.

Tali strutture vengono montate direttamente sul posto e vengono utilizzate principalmente per la realizzazione di uffici, laboratori, pareti divisorie, cabine fonoassorbenti, cabine REI.

Il loro impiego è indicato in ogni contesto difficile da allestire con le opere murarie tradizionali, per motivi di spazio o per evitare il disagio che esse comporterebbero in un ambiente già realizzato.

La costruzione modulare e una vita piú sostenibile.

Molte fabbriche di case modulari si concentrano sulla costruzione di case più sostenibili includendo materiale rigenerato e utilizzando i rubinetti a basso flusso, elettrodomestici a basso costumo, illuminazione led e sistemi HVAC (è una sigla inglese, molto usata in tutti i campi dell’industria, che sta per Heating, Ventilating and Air Conditioning. Ovvero riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell’aria), l’installazione di finestre e porte in grado di avere un effetto di “taglio termico” e tutto quello che in qualche modo possa aumentare la sostenibilità delle case ed evitare gli sprechi.

La costruzione o ristrutturazione modulare sembra quindi la scelta più sensata per non pesare troppo sull’ambiente e per costruire case e complessi abitativi sostenibili e ben integrati con l’ambiente circostante.

Se hai bisogno di un preventivo per le tue esigenze di costruzione modulare, ti preghiamo di contattarci.

ottobre 18, 2019

Errore medico, ecco le nuove regole, tra pro e contro, non c’è ancora abbastanza chiarezza


La medicina, non può essere considerata una scienza infallibile, è fatta di successi, ma anche di possibili esiti negativi e non sempre dietro una complicazione c’è la responsabilità di qualcuno. Ma quando l’errore c’è e si accerta il suo collegamento con il danno alla salute, allora sì che è necessario il giusto risarcimento. A marzo 2017 è stata approvata la prima legge sulla responsabilità sanitaria: 18 articoli che definiscono anche le regole da seguire quando un paziente vuole chiedere un risarcimento. L’aver dato un quadro normativo unitario è positivo, visto che fino a ora i giudici hanno interpretato le norme ordinarie prendendo direzioni spesso opposte. Ma davvero, ora, sarà tutto più chiaro? Così, così. Nella nostra inchiesta tutti i dettagli.

Il medico ha sbagliato, cosa faccio?

Ecco i passaggi concreti per chiedere il risarcimento, sulla base della riforma e dei consigli degli esperti di Altroconsumo.

  • Approfondisci e recupera i documenti. Vai dal tuo medico di base: ti aiuterà a capire se il tuo sospetto è quantomeno fondato. Richiedi alla struttura che ti ha curato la tua cartella clinica. Deve dartela entro 7 giorni; se servono integrazioni dovrà dartele entro 30 giorni.
  • Cerca un esperto. Un avvocato: sceglilo specializzato in diritto sanitario. Troverà un medico legale per fare innanzitutto una perizia, che valuterà il danno alla salute e se alla sua origine può esserci stato un errore. Se non vuoi andare subito da un avvocato, rivolgiti a un medico legale per una perizia.
  • Tenta un accordo. Consulenza tecnica preventiva: un professionista sanitario fa una valutazione medica e propone l’accordo dinanzi a un giudice. La sua perizia può valere come prova se si va in causa. Le parti sono obbligate a presentarsi. Oppure si può richiedere una mediazione, procedura alternativa più informale. Il mediatore propone l'accordo sulla base di eventuali perizie delle parti. Si può anche fare a meno di un avvocato, ma meglio evitare in questo caso.

A questo punto si aprono due strade.

  • Conciliazione. Si trova l’accordo tra medico/struttura e paziente. Si hanno sei mesi di tempo, altrimenti si va in causa.
  • Causa per risarcimento. Se fatta contro il personale o il medico ospedaliero, spetta al paziente provare con una perizia che c’è stato l’errore sanitario alla base del tuo danno. Se fatta contro l’ospedale o il medico privato, spetta agli accusati dimostrare con le loro prove di non aver fatto alcun errore.
Cosa dice la legge

In generale, possiamo dire che l’intento della nuova legge è di rendere più facile ottenere risarcimenti da parte delle strutture sanitarie piuttosto che dai medici che ci lavorano. Per far valere i propri diritti con gli ospedali, infatti, il paziente ha più tempo (10 anni dal danno subìto) e ha un onere della prova alleggerito: basta dimostrare di aver subìto il danno alla salute (con documenti, eventuale perizia...). Sarà poi la struttura a dover dimostrare di non essere la causa di quel danno (lo stesso discorso vale per i medici privati, tipo i dentisti). Nel caso di una richiesta di risarcimento al medico di una struttura, invece, le cose cambiano e si ha la metà del tempo per farsi valere (5 anni); inoltre, la prova è totalmente a carico del paziente, che dovrà provare non solo il problema avuto alla salute, ma anche il fatto che è stato causato all’errore del medico. Lo scopo è di far lavorare più serenamente i medici e di contenere il fenomeno della “medicina difensiva”: il dottore ha paura di essere denunciato e quindi evita interventi rischiosi, seppur necessari; o prescrive esami inutili solo per tutelarsi di più, ma generando uno spreco di 10 miliardi di euro all’anno per il servizio sanitario.

fonte: Altroconsumo.

ottobre 05, 2019

Come comprendere l'impatto rivoluzionario delle criptovalute.

Per comprendere l'impatto rivoluzionario delle criptovalute, è necessario considerare entrambe le proprietà. Bitcoin in quanto mezzo di pagamento senza permesso, irreversibile e con pseudonimo rappresenta un attacco al controllo delle banche e dei governi sulle operazioni monetarie dei loro cittadini. Non puoi impedire a qualcuno di utilizzare Bitcoin, non puoi impedire a qualcuno di accettare un pagamento, non puoi annullare una transazione.


Come soldi con un'offerta limitata e controllata che non è modificabile da un governo, da una banca o da qualsiasi altra istituzione centrale, le criptovalute attaccano lo scopo della politica monetaria. Tolgono alle banche centrali il controllo che assumono sull’inflazione o sulla deflazione manipolando l'offerta monetaria.

Soprattutto a causa delle sue proprietà rivoluzionarie, le criptovalute sono diventate un successo. Il loro inventore, Satoshi Nakamoto, non osava sognarlo. Mentre ogni altro tentativo di creare un sistema di contanti digitale non aveva attirato una massa critica di utenti, Bitcoin ha avuto qualcosa che ha provocato entusiasmo e fascino. A volte sembra più religione che tecnologia.


Le criptovalute sono oro digitale. Denaro sano, sicuro dall'influenza politica. Denaro che promette di preservare e aumentare il suo valore nel tempo. Le criptovalute sono anche un mezzo di pagamento comodo e veloce, di portata mondiale e sono private e   anonime abbastanza  da servire come mezzo di pagamento per i mercati neri e per qualsiasi altra attività economica fuori legge.


Anche se le criptovalute sono utilizzate per lo più per i pagamenti, il loro uso come mezzo di speculazioni e di scambio di valore fa sembrare meno importanti gli aspetti inerenti ai semplici pagamenti. La criptovaluta ha dato vita ad un mercato incredibilmente dinamico e in rapida crescita per investitori e speculatori. Scambi come Okcoin, poloniex o shapeshift permettono il commercio di centinaia di criptovalute. Il loro volume commerciale giornaliero è superiore a quello delle principali borse valori europee.


Il mercato delle criptovalute è veloce e selvaggio. Quasi ogni giorno emergono nuove criptovalute, muoiono le vecchie, gli adolescenti precoci diventano ricchi e gli investitori perdono denaro. Ogni criptovaluta  arriva con una promessa, ma soprattutto con una grande storia che racconta come trasformerà il mondo intero. Poche sopravvivono nei primi mesi e la maggior parte vengono pompate e scaricate dagli speculatori, e vivono come monete zombie finché l'ultimo titolare del pacchetto perde la speranza di vedere un ritorno sul suo investimento.

I mercati sono sporchi. Ma ciò non cambia il fatto che le criptavalute siano qui per restare - e cambiare il mondo. Questo sta già succedendo. Persone in tutto il mondo acquistano Bitcoin per proteggersi contro la svalutazione della loro moneta nazionale. Soprattutto in Asia, è emerso un mercato vivo per il pagamento in Bitcoin, e Bitcoin, che utilizza le reti oscure del cybercrime, è fiorente. Sempre più aziende scoprono il potere di Smart Contracts o token su Ethereum, e emergono le prime applicazioni nel mondo reale di tecnologie blockchain.
La rivoluzione è già in corso. Gli investitori istituzionali iniziano a comprare criptovalute. Le banche e i governi si rendono conto che questa invenzione ha il potenziale per portargli via il controllo dalle mani. Le criptovalute cambiano il mondo. Passo dopo passo. Puoi stare in piedi in disparte e osservare - o puoi agire e diventare parte della storia.

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