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ottobre 18, 2019

Errore medico, ecco le nuove regole, tra pro e contro, non c’è ancora abbastanza chiarezza


La medicina, non può essere considerata una scienza infallibile, è fatta di successi, ma anche di possibili esiti negativi e non sempre dietro una complicazione c’è la responsabilità di qualcuno. Ma quando l’errore c’è e si accerta il suo collegamento con il danno alla salute, allora sì che è necessario il giusto risarcimento. A marzo 2017 è stata approvata la prima legge sulla responsabilità sanitaria: 18 articoli che definiscono anche le regole da seguire quando un paziente vuole chiedere un risarcimento. L’aver dato un quadro normativo unitario è positivo, visto che fino a ora i giudici hanno interpretato le norme ordinarie prendendo direzioni spesso opposte. Ma davvero, ora, sarà tutto più chiaro? Così, così. Nella nostra inchiesta tutti i dettagli.

Il medico ha sbagliato, cosa faccio?

Ecco i passaggi concreti per chiedere il risarcimento, sulla base della riforma e dei consigli degli esperti di Altroconsumo.

  • Approfondisci e recupera i documenti. Vai dal tuo medico di base: ti aiuterà a capire se il tuo sospetto è quantomeno fondato. Richiedi alla struttura che ti ha curato la tua cartella clinica. Deve dartela entro 7 giorni; se servono integrazioni dovrà dartele entro 30 giorni.
  • Cerca un esperto. Un avvocato: sceglilo specializzato in diritto sanitario. Troverà un medico legale per fare innanzitutto una perizia, che valuterà il danno alla salute e se alla sua origine può esserci stato un errore. Se non vuoi andare subito da un avvocato, rivolgiti a un medico legale per una perizia.
  • Tenta un accordo. Consulenza tecnica preventiva: un professionista sanitario fa una valutazione medica e propone l’accordo dinanzi a un giudice. La sua perizia può valere come prova se si va in causa. Le parti sono obbligate a presentarsi. Oppure si può richiedere una mediazione, procedura alternativa più informale. Il mediatore propone l'accordo sulla base di eventuali perizie delle parti. Si può anche fare a meno di un avvocato, ma meglio evitare in questo caso.

A questo punto si aprono due strade.

  • Conciliazione. Si trova l’accordo tra medico/struttura e paziente. Si hanno sei mesi di tempo, altrimenti si va in causa.
  • Causa per risarcimento. Se fatta contro il personale o il medico ospedaliero, spetta al paziente provare con una perizia che c’è stato l’errore sanitario alla base del tuo danno. Se fatta contro l’ospedale o il medico privato, spetta agli accusati dimostrare con le loro prove di non aver fatto alcun errore.
Cosa dice la legge

In generale, possiamo dire che l’intento della nuova legge è di rendere più facile ottenere risarcimenti da parte delle strutture sanitarie piuttosto che dai medici che ci lavorano. Per far valere i propri diritti con gli ospedali, infatti, il paziente ha più tempo (10 anni dal danno subìto) e ha un onere della prova alleggerito: basta dimostrare di aver subìto il danno alla salute (con documenti, eventuale perizia...). Sarà poi la struttura a dover dimostrare di non essere la causa di quel danno (lo stesso discorso vale per i medici privati, tipo i dentisti). Nel caso di una richiesta di risarcimento al medico di una struttura, invece, le cose cambiano e si ha la metà del tempo per farsi valere (5 anni); inoltre, la prova è totalmente a carico del paziente, che dovrà provare non solo il problema avuto alla salute, ma anche il fatto che è stato causato all’errore del medico. Lo scopo è di far lavorare più serenamente i medici e di contenere il fenomeno della “medicina difensiva”: il dottore ha paura di essere denunciato e quindi evita interventi rischiosi, seppur necessari; o prescrive esami inutili solo per tutelarsi di più, ma generando uno spreco di 10 miliardi di euro all’anno per il servizio sanitario.

fonte: Altroconsumo.

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