Mar Mediterraneo, l'87% contaminato da sostanze tossiche e prodotti scaricati in acqua
Il Mar Mediterraneo è inquinato all'87% da metalli tossici, pesticidi, sostanze chimiche industriali e rifiuti di plastica, con una concentrazione record di microplastiche pari a circa 1,9 milioni di frammenti per metro quadrato, la più alta mai misurata in profondità.
In occasione della Giornata Internazionale del Mediterraneo, istituita nel 2014 e celebrata l'8 luglio, il World Wide Fund for Nature (WWF) pubblica il rapporto "Non c'è salute in un ambiente malato". La prima parte è dedicata all'acqua e agli inquinanti e sottolinea che l'inquinamento delle acque provoca ogni anno circa 1,4 milioni di morti premature in tutto il mondo.
Ma il "Mare Nostrum" è anche "un'immensa risorsa ambientale e di crescita economica", afferma il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica italiano, Gilberto Pichetto, sottolineando che "tutte le opzioni dell'Italia" mirano a "difendere le sue prerogative ecosistemiche e rafforzare il suo ruolo di ponte tra Paesi, storie e culture".
In particolare, "l'Italia vuole investire nella tutela del Mediterraneo", ricco di aree protette e parchi sottomarini come il bellissimo Santuario dei Cetacei Pelagos.
Dal punto di vista energetico, aggiunge il ministro, "il Mare Nostrum rappresenta un ponte fondamentale per collegare le esigenze di sviluppo del continente africano con il percorso europeo di rafforzamento delle energie rinnovabili e di sviluppo di nuove tecnologie, come l'idrogeno".
Tuttavia, come sottolinea il rapporto del WWF, le forme moderne di inquinamento (inquinamento atmosferico e inquinamento chimico tossico) "hanno portato a un aumento del 66% dei decessi negli ultimi due decenni, raggiungendo i 9 milioni di decessi all'anno", oltre a un aumento delle malattie.
Il Mediterraneo, sottolinea l'ISPRA, è uno scrigno di biodiversità marina del nostro pianeta perché, pur avendo una superficie pari solo a circa l'1% di tutti gli oceani, ospita più di 12.000 specie, tra il 4 e il 12% della biodiversità marina mondiale.
Il rapporto del WWF sottolinea che un terzo della perdita di biodiversità a livello globale è conseguenza del degrado degli ecosistemi di acqua dolce. In Europa, meno della metà (44%) dei fiumi e dei laghi si trova in buone o eccellenti condizioni ecologiche, anche dal punto di vista chimico.
In Italia il 13% dei fiumi e l'11% dei laghi sono al di sotto del buono stato, ma rispettivamente il 9% e il 20% non sono ancora classificati.
Per quanto riguarda i mari europei, tra il 75 e il 96% delle aree valutate presenta un problema di inquinamento.
Ridurre l’inquinamento deve essere un impegno collettivo, avverte il WWF, che coinvolga istituzioni, imprese e cittadini.
Il rapporto della ONG conclude che sono necessarie azioni immediate: dall'applicazione delle norme dell'UE sulla protezione delle acque dolci, dei mari e degli oceani a una migliore attuazione del principio "chi inquina paga".
E infine, sono necessari maggiori investimenti pubblici e privati nella ricerca.
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