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ottobre 10, 2023

“Fuori gioco” un libro sul grande intreccio tra calcio, geopolitica, finanza.

Con grande piacere presentiamo, su gentile concessione di autori e editore, un estratto di “Fuori gioco”, libro edito da Paperfirst e scritto dai giornalisti Gianluca Zanella e Antonio Massari sul grande intreccio tra calcio, geopolitica, finanza.

Chi detiene – oggi – il controllo di uno sport in grado di spostare consensi, di ripulire l’immagine di un Paese, di iniettare nelle vene giuste fiumi di denaro? Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi – guidati dai nuovi “messia del pallone” – fanno tesoro di esperienze (e sbagli) maturati in Europa per generare un sistema, oliato da un imponente flusso di oro nero, che sta rivoluzionando i canoni del calcio mondiale. Ma è ancora lo stesso calcio?


Chi ha mercificato il calcio?

«Salam aleikum, thank you very much», esordisce l’uomo in camicia bianca, cravatta e abito scuro, dinanzi a una platea di ministri – sceicchi in sandali e abiti tradizionali. «Passeremo i prossimi minuti parlando di football e probabilmente la prima domanda da farsi è: perché dovremmo parlare di football? 

Cosa ha da spartire il football con i servizi di un governo e con gli affari?» Già, bella domanda. Soprattutto per il contesto: il convegno è stato organizzato dal governo degli Emirati Arabi (siamo nel marzo 2014).

[…] Mezzo secolo prima (era il 31 dicembre 1970), in un’intervista a «L’Europeo», Pier Paolo Pasolini diceva: «Il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo […]». […] Ma cos’è il calcio nel nuovo millennio?

 Il modello di business di un club di calcio.

Il manager in abito scuro, dinanzi agli sceicchi degli Emirati Arabi, nel 2014 spiega con chiarezza: «Se vi chiedeste, vent’anni fa, trent’anni fa, quale fosse il modello di business di un club di calcio, era esattamente lo stesso di un circo, nel senso che avreste preso soldi da gente che andava allo stadio per vedere lo spettacolo dal vivo. […]. 

Oggi [quello del calcio] somiglia al modello di business della Walt Disney o Warner Bros. Walt Disney ha un personaggio: Mickey Mouse. La Warner Bros, Bugs Bunny. Con i personaggi fanno programmi tv, film, vendono cappelli. I club di football fanno la stessa cosa. Noi non abbiamo Mickey Mouse. Noi abbiamo Sergio Agüero. 

Cifre iperboliche per vendere diritti tv, cappelli e giochi.

E con Sergio Agüero vendiamo tv, cappelli, giochi…». Questo è il calcio oggi: «l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo», con Messi e Ronaldo nei panni di Topolino e Bugs Bunny, pagati cifre iperboliche per vendere diritti tv, cappelli e giochi, in un mercato miliardario sempre più colonizzato dai sacerdoti di un altro dio al quale Pasolini aveva dedicato le sue attenzioni: il petrolio. 

E non sembra un caso che proprio adesso – mentre il dio petrolio sembra inesorabilmente destinato a perdere potere, considerata l’insostenibilità della nostra dipendenza dalle fonti combustibili fossili – gli sceicchi investano nel tempio del dio calcio. […]

Fonte.

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