
L'infanzia e le esperienze traumatiche di Simone Veil durante la Seconda guerra mondiale, sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti, gettarono le basi del suo impegno per un'Europa unita, una causa che avrebbe sostenuto per il resto della sua vita.
Eravamo convinti che se i vincitori del 1945 non avessero raggiunto una piena e rapida riconciliazione con la Germania, le ferite di un'Europa già divisa tra Est e Ovest non si sarebbero mai rimarginate e il mondo avrebbe nuovamente imboccato la strada verso un altro conflitto, ancora più devastante dei precedenti.
Simone Veil
Vita e contesto storico
La sua ascesa politica iniziò all'inizio degli studi di giurisprudenza. Nel 1974 entrò a far parte del governo francese, sotto la presidenza di Giscard d'Estaing, come Ministro della Salute.
Poco dopo la sua nomina, Veil si batté per la legalizzazione dell'aborto in Francia, un obiettivo che avrebbe raggiunto solo nel 1975, quando l'opposizione all'Assemblea Nazionale si unì a lei nell'approvazione della legge. Considerata una pietra miliare significativa, sarebbe passata alla storia come "la loi Veil" (legge Veil).
Una visione per l'Europa
Quando nel 1979 il presidente Giscard d'Estaing gli chiese di guidare la lista del suo partito alle prime elezioni dirette del Parlamento europeo Veil non esitò.
Fu eletta al Parlamento, che la nominò Presidente. Veil guidò poi il primo Parlamento europeo eletto direttamente e divenne la prima donna a ricoprire la carica più alta in un'istituzione dell'UE. Due anni dopo, le fu conferito il Premio Carlo Magno , che premia il contributo individuale all'unità europea.
Omaggio del Parlamento europeo a Simone Veil.
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