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settembre 19, 2019

Giovanna il papa che era una donna.

L’affermazione che i papi sono i successori dell’apostolo Pietro, diventa la base o pietra angolare del romanismo cattolico, e senza di essa la Chiesa romana semplicemente non potrebbe funzionare: «Il Romano Pontefice, come successore di Pietro, è la fonte e il fondamento perpetui e visibili dell’unità dei vescovi e di tutti i compagnia dei fedeli «(Concilio Vaticano II: documenti conciliari e postali conciliari, Costello Publishing, 1988, vol.I, p.376).

Tuttavia, sarebbe necessario essere un ritardato mentale, o non riuscire ad essere stregato -come definitivo- dalla religione o essere un fanatico tutto cattolico romano per non credere che i successori di apostolo Pietro possano essere stati stati assassini, adulteri, fornicatori, omosessuali, avari, ecc.

La Papessa Giovanna.

Di seguito vi presentiamo, a titolo di esempio, alcuni aneddoti dei “santi successori” dell’apostolo Pietro, iniziamo dal Papa che era una donna, La Papessa Giovanna.

Diversi cronisti cattolici romani, tra cui vescovi, cardinali, sacerdoti, ma soprattutto monaci, parlano di questa donna che portava il nome di Papa Giovanni VIII.

Il regno della Papessa dura due anni, cinque mesi e quattro giorni, dall’855 all’858. Questo la colloca dopo Papa Leone IV (847-55) e prima di Benedetto III, il cui regno normalmente risale all’855-858.

Il monaco benedettino Marianus Scotus (1028-86), trascorse gli ultimi 17 anni della sua vita nell’abbazia di Magonza. La stessa città tedesca in cui Giovanna era nata 250 anni prima. Questo cronista, in alcuni dei suoi manoscritti del suo Historiographi in cui descrive eventi fino all’anno 1083, ha un’annotazione nell’anno 854 che dice: «Papa Leone è morto nelle Calendas di agosto.

Fu sostituito da Giovanna, una donna, che regnò per due anni, cinque mesi e quattro giorni ”(Marianus Scotus, Hist. sui temp. ciar.; RGSS I, p.639; citato in The Femóle Pope, Rosemarie e Darroll Pardoe, 1988, p.14). Più tardi, nel XII secolo, abbiamo due cronache che si riferiscono alla Papisa Giovanna. Cronologicamente per primo è Sigebert de Gemblours, un monaco Benedettino nato nel 1030 e morto nel 1112 o 1113.

La sua storia e cronografia.

La sua storia, la cronografia, termina nell’anno 1112, e contiene la seguente breve narrazione sotto l’anno 854: «Si dice che questo Giovanni sia una donna, e ben noto solo per la sua famiglia che alla fine l’ha messa giù. Ha partorito mentre era Papa, per quello che certe persone non contano tra i papi … ».

Il secondo cronista è Gotfrid de Viterbo, segretario della Corte imperiale. Nella sua opera il Pantheon, di 1185, include una nota dopo Papa Leone IV, che specifica che Giovanna, la Papessa femmina, non viene conteggiata.

La storia di Giovanna è documentata. Nata a Ingelheim, vicino a Magonza, in Germania e, perché a quel tempo alle donne veniva negata l’istruzione, Lei viaggiava sotto mentite spoglie con i vestiti di monaco benedettino – insieme a un altro monaco dello stesso ordine – da Fulda (Germania) ad Atene.

Lì acquisì rapidamente tale conoscenza che in seguito, quando andò a Roma, incantò filosofi, cardinali e loro e teologi con il loro insegnamento (La cattedra di Pietro, F. Gontard, 1965, p. 190).

Già incinta del suo amante monaco benedettino che l’aiutò a uscire dal suo paese, la sua vera identità fu scoperta.

I riferimenti riguardanti Papa Giovanna.

I riferimenti più ampi e precisi riguardanti Papa Giovanna risalgono al XIII secolo e furono registrati tutti da Martín Polonus.

Martin, un sacerdote appartenente all’Ordine dei frati domenicani, era originariamente di Troppau in Polonia, ed era spesso conosciuto come Martin von Troppau. Più tardi, quando è andato a Roma, ottenne la nomina di cappellano pontificio e penitenziario.

I suoi doveri nella burocrazia della Chiesa lasciarono abbastanza tempo libero per studiare, quindi si dedicò a un passatempo molto popolare nel Medioevo, la raccolta di una cronaca storica. Per questo ha usato l’Archivio Vaticano, a cui ha avuto facile accesso data la sua posizione nella curia papale. Il suo lavoro, Chronicon Pontiflcum et Imperatum, dove registra il Nel caso di Papa Giovanna, era un best-seller del suo tempo e si diffuse in tutta Europa, intorno al 1265.

L’opera fu considerata quasi ufficiale, poiché rifletteva l’autorità e le opinioni della Chiesa stessa.

Nella cronaca di Martin la prima fonte citata sulla Papessa, in ordine cronologico, è Anastasio il Bibliotecario, uno studioso del IX secolo a cui è attribuita la paternità del Líber Pontiflcalis, un raccolta di biografie papali che parte da Papa Nicola 1 (858-67). Anastasio ha partecipato intensamente nell’intrigo politico che circondava il papato in quel momento, e quindi fu in grado di basare la sua narrazione solidamente con la propria esperienza e osservazione.

Nel manoscritto Líber Pontificalis de Anastasio dove si fa menzione della Papessa è codificato negli Archivi Vaticani come MS 3762 (vedi Elude sur le Líber Pontificalis, Louis Duchesne, 1886, p.95; una copia del manoscritto in questione appare in A Pape Nominé Jeanne, H. Perrodo-Le Mayne, 1972).

D’altra parte, per evitare l’elezione di un’altra donna papa nella “linea legittima di successione apostolica” di i papi romani, una strana tradizione sviluppata in Vaticano durò fino al tempo di papa Leone X (1513-21).

La sella stercoraria.

Gli aspiranti a Papa, prima di essere incoronate, sedevano su una sedia di marmo rosso da esaminare per dimostrare il loro sesso.

La sedia in realtà era un scusato dagli antichi bagni pubblici romani.

Questa sedia fu quindi chiamata la sella stercoraria. E, durante la cerimonia di ispezione, un diacono raggiungeva la sedia di sotto per sentire i genitali e assicurarsi il sesso del futuro papa, per poi gridare Habet !, mentre il popolo rispondeva Deo gratias! (Gontard, op. Cit., P.190; The Bad Papes, ER Chamberlain, 1969, p.91).

fonte: Trybe

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