
Le dieci aziende che hanno firmato il patto di buone intenzioni sono praticamente tutte le big del settore, quelle che controllano oltre il 90% del mercato continentale.
Ci sono LG, Motorola, NEC, Nokia, Qualcomm, Samsung, Sony Ericsson, Texas Instruments. C’è anche la Research In Motion produttrice dei Blackberry. E c’è persino, un po’ a sorpresa, Apple. Anche nell’immacolato design dell’iPhone, almeno nei nuovi modelli per il mercato europeo, dovrà dunque aprirsi una porta Micro USB in più.
La proliferazione selvaggia di modelli diversi non è solo «una grande scocciatura per gli utilizzatori», ha spiegato Verheugen, ma «determina anche una grande quantità di rifiuti non necessari».
Il caricatore unico porterà a un’automatica riduzione di questi rifiuti, soprattutto quando i produttori inizieranno a vendere modelli di telefonini senza il caricatore nelle confezioni (tanto se ne potrà usare uno solo per più cellulari diversi). Inoltre, è previsto un considerevole risparmio energetico: in posizione di stand-by, prevede la Gsma (l’associazione dell’industria della telefonia mobile), i nuovi caricatori consumeranno la metà di quelli attuali.
Per le prime novità, bisognerà però attendere il 2010. Inoltre, la rivoluzione sarà in realtà riservata solo ai nuovi modelli di telefonini più sofisticati, che non si limitano a telefonare e inviare sms ma sono predisposti alla connessione a Internet e al trasferimento di dati multimediali.
D’altronde, spiega Verheugen, il pubblico si sta spostando verso quel tipo di dispositivi e «ci aspettiamo un ricambio generale entro tre anni». E non finisce qui. Mentre il Codacons commenta la notizia chiedendo che simili accordi vengano presi anche per tutti gli altri accessori della giungla telefonica (cuffiette, batterie e cavetti vari), Verheugen sottolinea come l’obiettivo a lungo termine della Commissione Europea sia ben più ambizioso: «Un cavo da poter utilizzare per tutti gli apparecchi che avete in casa».
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