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ottobre 28, 2013

L’Edicola on Line: I 10 articoli più letti nel mese di Settembre 2013.

Sono rimasto molto sorpreso delle statistiche che mi ha presentato il mese di settembre lasciato alle spalle.

Non per le visite e il traffico sia chiaro, sempre soddisfacenti e nella norma, ma per gli articoli più letti.

Se lasciamo da parte i soliti post che trattano argomenti sulla crisi economica italiana, ormai sempre più ricercati in rete (come potete ben vedere ci sono tre post in testa - uno dei quali con degli accessi davvero strepitosi) mi lascia perplesso la totale assenza nel riepilogo mensile di articoli in cui confidavo molto, per esempio Ammontano a 54 i paesi, fra cui anche l'Italia, coinvolti nel programma di "extraordinary rendition" della Central Intelligence Agency.

È probabile che magari riprenderanno quota nei prossimi mesi, dopotutto non sarebbe la prima volta che ciò accade vi confesso però che sono rimasto balestrato nel preparare  questo post statistico.

Tanto per cominciare mai e poi mai avrei sospettato che Come invadere gli USA senza sparare un colpo articolo scritto di getto e per pura curiosità mi portasse così tanti lettori da porlo a essere l’articolo più letto scritto nel mese di settembre.

Non mi ha invece sorpreso l’articolo legato al mondo del lavoro: Migrazioni del lavoro: il punto di vista di un economista eticamente motivato(2a parte). Un articolo che è la prova di come certi argomenti suscitano interesse e di come non è sbagliato prenderli in considerazione.

1.- Crisi finanziario-economica in atto: analisi e riflessioni ispirate al bene comune (1a parte).

crisi vignettaQuesto breve saggio è rivolto ad un pubblico attento e sensibile alle difficoltà sociali che hanno colpito tante famiglie  ed intere nazioni a seguito del diffondersi e prolungarsi dell’attuale crisi economica - per certi versi senza precedenti - ma che non si trovano a proprio agio nella lettura dei fatti economico-finanziari.  Tra questo pubblico è spesso frequente incontrare esponenti della Chiesa che, pur avendo un elevato grado di cultura ed istruzione, oltre che di sensibilità per tutto ciò che riguarda e interessa l’uomo,  trovano difficoltà  nella comprensione dei fenomeni  in atto e del linguaggio utilizzato dai cosiddetti esperti. Allo tempo stesso, questo scritto intende precisare come  l’apporto dell’etica cristiana possa essere un elemento essenziale per la ricerca di soluzioni efficaci e duraturi nel tempo.

2.- Crisi finanziario-economica in atto: analisi e riflessioni ispirate al bene comune (2a parte).

Time - MoneyVa da sé il rilievo di come la gravità e il perdurare della crisi abbia inciso in modo molto spesso drammatico a danno della qualità della vita di milioni di persone e di famiglie sparse in molte parti del mondo. Non è qui il caso di fare un elenco, tra l’altro risaputo o/e facilmente verificabile, dei numerosi danni sociali provocati dalla crisi. A titolo di esempio basta ricordare alcuni dati: milioni di famiglie in America si sono viste pignorare la propria casa, dopo tanti sacrifici di lavoro.

3.-Crisi finanziario-economica in atto: analisi e riflessioni ispirate al bene comune (1a parte).

crisi economica humorPiù volte la Chiesa Cattolica, tramite le sue voci più autorevoli tra cui le Encicliche sociali, ha ribadito di non possedere  soluzioni tecniche da proporre né tantomeno vuole sostituirsi o competere con il ruolo dei politici e gestori del sociale per la via di uscita dalla crisi. Questo non significa che l’opinione della Chiesa in materia sia illegittimo o irrilevante. La Chiesa, non solo ha l’opzione di pronunciarsi nel merito delle questioni sociali in quanto istituzione “esperta in umanità 18 grazie alla sua secolare presenza/esperienza delle vicende umane, ma ha il dovere, per mandato del suo fondatore divino, ad essere ”Luce delle Genti”, come chiaramente riaffermato dal Concilio Vaticano II. 

4.- Cemento ed ecomostri, il record italiano.

Ecomostri-milano-hotel-mondiali-italia-e1355557189250“I dati Istat elaborati, dai quali risulta che in quindici anni sono statiti erosi 3 milioni e 663 mila ettari che, giusto perché ci si possa rendere conto delle dimensioni del problema, corrispondono grosso modo alla superficie del Lazio e dell’Abruzzo assieme” (Dati ISTAT 2007). L’Italia detiene il record di segnalazioni presso l’ONU per sfruttamento, degrado, cementificazione delle coste,  e altro, in un elenco di mancanze decisamente imbarazzante. 

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6.- Valori mediatizzati: una partita difficile.

mass-media3I mezzi di comunicazione di massa sono parte integrante, o per meglio dire elemento strutturale, del nostro sistema culturale. Per quanto possano risultare ambivalenti, discutibili, carenti sul piano qualitativo, i media - soprattutto la radio e la televisione - sono lo strumento fondamentale per la condivisione di informazioni e conoscenze, per la definizione di un'agenda pubblica, per la rappresentazione, se non della società nella sua interezza, di segmenti significativi di realtà sociale. È dunque legittimo chiedersi quanto di questa funzione sia ancora rimasto, una volta superata quella fase storica che dal dopoguerra agli anni '80 aveva visto in Europa una netta prevalenza del modello pubblico, con le aziende radiofoniche e televisive direttamente gestite e controllate dagli stati nazionali, che in un modo o nell'altro portava il sistema radiotelevisivo a farsi carico di un ruolo "educativo".

7.- Lo sviluppo e la decrescita: il caso Italia.

crisi1La crisi drammatica che sta attraversando il nostro paese, e con esso l'Europa, è davanti ai nostri occhi. L'Italia, in particolare, si è trovata sguarnita e indifesa, con la “messa a nudo” delle sue debolezze (già note agli osservatori più attenti), talvolta nascoste per offrire l'immagine falsata di un paese gaudente, ricco e benestante. È anzitutto una crisi morale, una caduta di quel sentimento solidale che in vario modo ha sempre informato la cultura del paese. L'individualismo, il narcisismo, la mala-cultura televisiva, il mito del fai-da-te e del facile arricchimento, hanno prodotto quel deserto morale alimentato, peraltro, da un consumismo compulsivo e nevrotico.

8.- Migrazioni del lavoro: il punto di vista di un economista eticamente motivato(2a parte).

migrazione del lavoro3Le migrazioni del lavoro. Quanto alla globalizzazione nelle migrazioni del lavoro, cioè sostanzialmente al modo di essere oggi delle migrazioni di persone, da un lato, va detto che si è stati in presenza di una forma massiccia di spostamenti di lavoratori da un paese all’altro, da un continente all’altro, così come già accaduto in altre epoche storiche. Dall’altro lato, però, sono da registrare due novità. In primo luogo, si è trattato anche di spostamenti non definitivi, che cioè riguardano persone che si muovono da un luogo all’altro in cerca di un lavoro, ma lo fanno nell’intento che tale situazione durerà alcuni anni, magari molti anni, ma non sarà definitivo. In secondo luogo, lo spostamento, almeno all’inizio, ha riguardato persone singole che magari hanno lasciato le famiglie nel paese d’origine, inviando ad esse tramite periodiche rimesse somme anche cospicue per il sostentamento di chi resta in loco. 

9.- Migrazioni del lavoro: il punto di vista di un economista eticamente motivato (1a parte).

migrazione del lavoroUna economia aperta all’etica

In premessa, si consideri che, al contrario di quella che è un’opinione diffusa, nelle questioni economiche, non c’è un solo modo di “fare teoria”, oppure di “comportarsi in pratica”, bensì - in entrambi i casi - ve n’è più di uno. Ciò, in primo luogo, in quanto, gioca un ruolo la diversa impostazione analitica degli economisti,oppure la diversa attività operativa da parte dei tanti soggetti agenti; in secondo luogo, in quanto contano le differenze concernenti i condizionamenti dovuti ad aspetti esterni all’economia, ed in particolare a diversità di valori e norme morali (o attinenti all’etica) che si sottoscrivano.  Sul primo punto, si consideri che le teorie perseguite dagli economisti, così come le azioni esperite dai diversi operatori, sono molteplici, mentre personalmente ritengo che possano essere accorpate in due grandi gruppi distinti e diversi.

10.- Come invadere gli USA senza sparare un colpo.

AL-JAZEERA-network-hdb3Al Jazeera America sarà presto disponibile in più di 48 milioni di case, offrendo 14 ore di notizie tutti i giorni.Il nuovo network prende il posto di Current Tv, la tv via cavo fondata dall’ex vicepresidente americano Al Gore, acquistata in seguito dal Qatar nel Gennaio 2013 per circa $500 milioni di dollari.Al momento manca ancora l’accordo definitivo con Time Warner Cable per distribuire il canale. Al Jazeera America dichiara che darà meno spazio rispetto agli altri canali alla pubblicità, che sarà di sei minuti ogni ora contro  15 minuti in tutti i principali canali di notizie .

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