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ottobre 22, 2013

Crisi finanziario-economica in atto: analisi e riflessioni ispirate al bene comune (3a e ultima parte).

Il contributo dell’etica cristiana

Più volte la Chiesa Cattolica, tramite le sue voci più autorevoli tra cui le Encicliche sociali, ha ribadito di non possedere  soluzioni tecniche da proporre né tantomeno vuole sostituirsi o competere con il ruolo dei politici e gestori del sociale per la via di uscita dalla crisi. Questo non significa che l’opinione della Chiesa in materia sia illegittimo o irrilevante. La Chiesa, non solo ha l’opzione di pronunciarsi nel merito delle questioni sociali in quanto istituzione “esperta in umanità 18 grazie alla sua secolare presenza/esperienza delle vicende umane, ma ha il dovere, per mandato del suo fondatore divino, ad essere ”Luce delle Genti”, come chiaramente riaffermato dal Concilio Vaticano II. 

Nonostante che alcune fonti sia interne che esterne alla Chiesa siano contrarie, per diversi motivi, ad un intervento dei cristiani nel sociale, specie quando si tratta di entrare nel merito di problematiche relazionate all’economia, finanza e politica nonché del loro complicato intreccio, la gerarchia italiana e lo stesso Pontefice non si sono isolati in una silenziosa neutralità ma ne hanno parlato fino dal loro sorgere. Da notare che la stesura della Enciclica Sociale di Benedetto XVI , Caritas in Veritate, subì un leggero ritardo rispetto alla prevista pubblicazione, proprio per tener conto dello svilupparsi della crisi attuale allora esplosa nel corso del 2009.  Diversamente da un certo pensiero laicista che vorrebbe relegare la religione e il cristianesimo in particolare allo stretto ambito privato, la Chiesa non può non esprimere il proprio punto di vista sulla dimensione sociale, essendo le relazioni sociali un elemento essenziale della realtà umana. Ignorarle equivarrebbe a trascurare l’uomo stesso.

crisi economica humor

Ebbene, la posizione della Chiesa consiste nel sostenere che le cause della crisi attuale, similmente ad analoghe situazioni nel corso della storia dell’uomo è dovuta, oltre a cause immediate contingenti, delle quali abbiamo parlato qui sopra, anche a radici più profonde legate alla interpretazione e visione dell’uomo stesso. Introdurre soluzioni tipicamente tecniche può risolvere solo parzialmente e quindi in modo insufficiente i problemi e per di più in modo temporaneo. E’ proprio quello che sembra essere accaduto in questa crisi attuale. Non pochi economisti e presunti esperti 19 avevano prefigurato il termine della crisi dopo i primi salvataggi delle grandi banche mondiali ma, guarda caso, proprio queste ultime, non appena uscite dalla tempesta, sono ritornate a speculare a spese dell’economia reale e in definitiva a danno dei contribuenti. La storia dovrebbe insegnarci che le buone leggi non bastano, come recita  un detto italiano “fatta la legge, trovato l’inganno”, se non c’è un’integrità morale orientata al bene comune.

Dico questo anche perché una delle ragioni dell’esplodere della crisi individuate dagli esperti è stata quella che la finanza internazionale non è sufficientemente sottoposta a regole. Questo è in gran parte vero ma il sottoporla a regole non costituisce di per sé una garanzia. Basta considerare come i grandi ordini professionali delle società finanziarie, di consulenza e di informazione siano dotati di sofisticati codici etici. La già citata banca Barclays, a seguito dei recenti scandali che l’hanno coinvolta e che hanno costretto, tra l’altro, alle dimissioni l’amministratore delegato Bob Diamond, ha di recente introdotto un nuovo piano di formazione etica per i propri dirigenti i cui “Bonus” saranno in futuro condizionati, almeno nella intenzione dei programmi attuali, dal comportamento etico e non solo ai risultati di bilancio 20.

Ma l’adozione di codici etici, almeno nel recente passato, non è stato sufficiente ad evitare la catastrofe originata dalla avidità e irresponsabilità sociale della finanza.  Come precisato nella stessa Caritas in Veritate, i rapporti economici hanno bisogno di un etica, “ma non di qualsiasi etica 21. Ora l’etica cristiana ha il merito di considerare l’uomo nella sua integrità ossia nella sua dimensione materiale e soprannaturale che lo distingue dalle altre creature. Secondo questa visione, l’uomo, ogni uomo ha una dignità che non può essere sacrificata per nessun motivo, nemmeno dalla logica dei mercati e/o societari.  Non è questo l’approccio delle grandi ideologie totalizzanti che hanno caratterizzato la vita politico-economica del passato. Socialismo e Capitalismo, nelle loro varie accezioni, trascurano o/e negano la dimensione spirituale per cui, in certe situazioni, va da sé che l’uomo non possa e debba essere considerato nella sua dignità integrale. La persona umana per queste ideologie quando le condizioni si aggravano, viene sacrificata in forza di logiche considerate superiori, ispirate o all’appartenenza alla classe o all’andamento dei mercati.  Capitalismo e Socialismo pur essendo ideologie contrapposte hanno una base comune: il materialismo che giustifica e legittima la subordinazione dell’individuo come persona o alla società o ai mercati 22.

Non così per la antropologia cristiana che fa della dignità umana una variabile indipendente a cui le altre variabili contingenti devono trovare un adattamento. Così nel citato articolo del  Financial Times lo stesso Pontefice ha scritto: “E’ nel Vangelo che i cristiani trovano ispirazione per la vita quotidiana e per il loro coinvolgimento negli affari del mondo – sia che ciò avvenga nel Parlamento o nella Borsa. I cristiani non dovrebbero sfuggire il mondo; al contrario, dovrebbero impegnarsi in esso. Ma il loro coinvolgimento nella politica e nell’economia dovrebbe trascendere ogni forma di ideologia”. 23 E l’ideologia prevalente oggi  nella sfera privata, sembra esser quella ispirata ad un relativismo che non ammette lezioni da nessuno, la “dittatura non più del proletariato”, fallita anch’essa, ma “del relativismo” come più volte richiamato dallo stesso Pontefice. Insomma se i responsabili della gestione pubblica vogliono veramente mettere fine a crisi come quella attuale, dovrebbero tener conto del contributo prezioso dell’etica cristiana e più in generale della visione cristiana dell’uomo. Senza una vera etica non c’è sviluppo, l’economia stessa ne soffre e con essa l’uomo stesso, i rapporti sociali, relazioni economiche comprese.
La globalizzazione attuale, tuttavia, per poter applicare principi etici equi e condivisi, indispensabili per una crescita equilibrata, ha bisogno di coordinamenti internazionali capaci di intervenire in tempo qualora le regole del commercio e delle transazioni finanziarie internazionali non vengano rispettate. La già richiamata enciclica di Benedetto XVI fa un riferimento esplicito in questo senso 24 facendo seguito, tra l’altro, ad un precedente intervento della Chiesa su questo argomento. Giovanni XXIII nella sua Enciclica Pacem in Terris aveva ribadito già nei primi anni ‘60, la necessità di dare autorevolezza fattiva ad organismi internazionali guidati da persone capaci e non condizionate da interessi di parte. Messaggi solo teoricamente apprezzati, ma mai veramente tradotti nella realtà a causa degli egoismi nazionali e visioni di corto respiro. C’è da augurarsi che la crisi internazionale non ancora superata possa servire a correggere “le strutture di peccato”, come richiamato da Giovanni Paolo II ed iniziare un nuovo ordine sociale ispirato al bene comune e non più all’egoismo individuale e di parte.

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Appendice

Benchmark: letteralmente punto di riferimento. Uno strumento di misurazione per operatori di produzione e finanza per valutare processi vari tra cui il livello di rischio dei titoli finanziari.
Credit crunch: restringimento o stretta del credito da parte delle banche ad imprese e privati. Ha come effetto la riduzione delle capacità produttive e dei consumi delle famiglie.
Credit default Swap: una specie di assicurazione che un soggetto paga con premi periodici per coprirsi dal rischio di insolvenza di titoli in suo possesso. Più alto è il rischio di insolvenza più il premio è alto.
Credit watch: osservatorio di credito.  Consiste in un avviso di preallarme notificato da un’agenzia di rating che segnala il sopraggiungere di un fattore di rischio relativo ad una società o Paese emittente di titoli.
Default: significa fallimento riferito a qualsiasi soggetto, sia esso un privato, un’ impresa o uno Stato sovrano. Oggi si parla spesso di rischio default per quei paesi, come l’Italia, che, a detta delle agenzie di rating, potrebbero non essere più in grado di ottemperare i propri impegni finanziari.
Junk bonds: letteralmente titoli spazzatura in generei emessi da società disposte, pur di ottenere denaro, a pagare tassi di interesse elevati. L'elevato indebitamento della società emittente comporta però una elevata probabilità di fallimento della stessa e di conseguenza il rischio per il risparmiatore  di perdere, in tutto o in parte, il capitale versato.
Hedge funds: fondi altamente speculativi riservati ad una clientela scelta di investitori.
Mutui Subprime: prestiti concessi ad un soggetto che non può accedere ai tassi di interesse di mercato, in quanto ha avuto problemi pregressi nella sua storia di debitore.
Outsourcing: letteralmente cercare risorse al di fuori. Consiste nello spostamento di attività con relativa occupazione al di fuori dai siti originari di produzione, spesso in Paesi con manodopera a basso costo.
Rating agencies: agenzie specializzate nella valutazione della qualità del debito di un emittente di titoli, sia esso un’impresa o uno Stato sovrano.
Spread: letteralmente diffondere, plasmare. Si riferisce al differenziale di rischio che esiste, secondo le valutazioni degli esperti, tra un titolo e un altro. Lo spread finanziario presuppone che un titolo venga preso come punto di riferimento, il sopra citato benchmark, che attualmente sono i Bund tedeschi, con cui si comparano gli altri titoli. Più il titolo considerato si discosta dal benchmark, più lo spread aumenta e con esso gli interessi da pagare.

Stock options: azioni privilegiate in genere donate ai managers di una società a titolo di remunerazione.

urn:newsml:dpa.com:20090101:120417-99-04238

NOTE:

1 Cfr. Cardinal Tarcisio Bertone, Mercanti e Frati hanno fatto l’Europa, Il Messaggero Romano, 4/11/2012.

22 Benedict XVI, A time for Christians to engage with the world, Financial Times, Dec. 20th 2012.

3 Cfr. The Global Debt Clock on line, secondo cui il debito della Grecia a fine 2008 ammontava a circa 350 MLD di dollari; al termine del 2012 esso è salito a più di $ 400 MLD, The Economist online, Jan. 17 th 2013.

4 Cfr. National Debt Clock online, US Government Data, January 2013.

5 L'OCSE conta 34 Paesi membri tra cui le maggiori economie mondiali, Italia compresa.

6 Cfr. “Crisi, l’allarme CISL”, Il Sole 24 Ore online, 19 Gennaio 2013.

7 The Global Debt Clock, op.cit.

8 Global economic winners: Africa economy booms, Popular Science online, Dec. 5 th  2012

9 Cfr. Gli interventi degli Stati nelle banche europee, Avvenire p. 4, 30/1/2013. In esso risulta che l’Italia è intervenuta con 4,1 MLD di capitale a sostegno delle proprie banche contro i 114,5 MLD della Gran Bretagna, i 46,9 MLD della Germania e i 25,3 MLD della Francia.

10 Cfr. Saccò Pietro, Il gioco sporco che ha falsato il pilastro della finanza globale, Avvenire online, 8/1/2013.

11 Cfr. USA TO-DAY, Jan. th 17 2013, p. 2B, secondo cui 12 grandi banche tra cui le citate  Goldman Sachs e Morgan Stanley hanno accettato di pagare più di 9 MLD di dollari per aver manipolato la gestione dei pignoramenti a spese delle famiglie americane.

12 Cfr. Goldman Sachs, Lloyd Blankfein pronto a riconquistare la corona del banchiere più pagato, Il Sole 24 Ore online, 20/1/2013.

13 Cfr. Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica Sollicitudo Rei Socialis, N. 36, 1987.

14 1 Tim. 6,10 e ss.

15 Cfr. Giustizia e Impunità, Il Fatto online 21/1/2013 e La Giustizia in Italia: lentezze, ritardi ed errori dei magistrati costano moltissimo, Oggi online 21/1/2013.

16 Cfr. Difficoltà ad investire in Italia, Il Sole 24 Ore online18/10/2012.

17 Cfr. Trovato Isidoro, Riforme, Mercati e Professioni, Il Corriere della Sera, 20/12/2012, secondo cui per pagare uno stipendio netto di 1236 Euro, un’azienda ne spende 2648, più del doppio.

18 Esperta in umanità, nota definizione che Paolo VI diede della Chiesa nel suo discorso all’Assemblea dell’Onu del 1965, ripresa nella Populorum Progressio del 1967. Lì, Paolo VI diceva: “Esperta in umanità... senza pretendere di intromettersi nella politica... la Chiesa offre ciò che possiede in proprio: una visione globale dell’uomo e dell’umanità”.

19 Cfr. De Nenoist Alain, Debito Pubblico: Come gli Stati sono diventati prigionieri delle Banche, Il Sole 24 Ore, 19/12/2012.

20 Cfr. Massaro Fabrizio, I banchieri di Barclays vanno a ripetizione di etica, Il Corriere della Sera, 18/1/2013.

21 Cfr. Benedetto XVI, Lettera Enciclica Caritas in Veritate,  N. 45, 2009.

22 Cfr. Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica Centesimus Annus,  N. 19, 1991.

23 Cfr. Benedetto XVI, Financial Times, Op Cit.

24 Cfr. Benedetto XVI, Lettera Enciclica Caritas in Veritate, N.67, 2009

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