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giugno 10, 2009

Fondi ai terremotati: una beffa per L'Aquila?

Sistemazioni provvisorie che rischiano di diventare definitive. Improbabili soldi che dovrebbero arrivare dalle lotterie e che sranno spalmati fino al 2033. Con il rischio che per avere una casa vera gli abruzzesi debbano indebitarsi per anni. Dopo i sorrisi e le pacche sulle spalle, il capo del governo ha preparato un decreto che a molti non piace.

E così il tam tam ("Berlusconi ci inganna!") è iniziato sui blog e su Facebook, ma anche sui giornali. In una lettera al Messaggero, una cittadina terremotata de L'Aquila ha fatto i conti e ha concluso che "mai nella storia dei terremoti italiani avevamo assistito a un'ingiustizia tanto grande e a un tale cumulo di menzogne che ha ricoperto L'Aquila più di quanto non abbiano fatto le macerie".
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Il cash che Tremonti mette subito a disposizione si aggira sul miliardo di euro. Tolte le spese per l'emergenza, restano 700 milioni di euro, destinati alla costruzione delle casette temporanee. Circa 400 milioni saranno spesi per edificarle nel 2009 e 300 milioni nel 2010. Se ne deduce che la totalità delle case provvisorie sarebbero a disposizione entro l'anno prossimo - e non prima dell'inverno 2009. Queste casette temporanee sono definite dal decreto "a durevole utilizzazione". Insomma possono quindi durare decenni. E sono le uniche costruzioni ad avere pronta una linea di finanziamento. Piccole e sparse new town.

E le new town vere, promesse da Berlusconi? A scorrere gli allegati al decreto sembra che sia molto difficile costruirle. Infatti a leggere il decreto pare che Berlusconi non possa concedere più di 150 mila euro per la ricostruzione dell'abitazione di ogni famiglia terremotata: 50 mila euro concessi cash dal governo, 50 mila in credito di imposta (anticipato dalla famiglia terremotata e ammortizzato in 22 anni), altri 50 mila con un mutuo a tasso agevolato a carico sempre della famiglia.

Insomma, casette di legno per tutti (ma non subito: molte arriveranno dopo l'inverno...) e pochissimi soldi veri per costruirsi la casa nuova, quella definitiva.

Da specificare tuttavia che i dettagli della legge non sono ancora stati definiti, e alcune cose potrebbero cambiare, si spera in meglio.

Resta il fatto che i cittadini dell'Abruzzo ora si chiedono se dopo i sorrisi, le promesse e le pacche sulle spalle, il governo non li stia beffando.

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