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luglio 24, 2009

un_futuro_asciutto Secondo le Nazioni Unite, entro il 2050 i tre quarti della popolazione mondiale soffriranno gli effetti della scarsità d'acqua. Già oggi la disponibilità è sempre più squilibrata, per spreco da un lato e per inaccessibilità dall'altro.
Uno dei principali problemi che saremo chiamati ad affrontare nel prossimo futuro sarà la scarsità d'acqua.
Nel nostro paese sembra una que­stione lontana, retaggio di anni passati, quando il meridione, in particolare la Sicilia soffriva di una cronica carenza idrica.
E, tuttavia, cambiamenti demografici, socia­li e climatici stanno costringendo scienziati, politici e opinione pub­blica a rinnovare l'attenzione su una pericolosa scarsità d'acqua.



Secondo i dati delle Nazioni Unite, attualmente una persona su sei, dunque un miliardo di persone, sof­fre di un inadeguato accesso all'ac­qua.
Ed entro il 2025 più della metà dei paesi del mondo potrebbe avere problemi di approvvigionamento o sperimentare delle gravi carenze.
Si prevede che entro il 2050 i tre quar­ti della popolazione mondiale pos­sano soffrire di scarsità d'acqua. Secondo la Commissione per i dirit­ti umani delle Nazioni Unite, «è or­mai tempo di considerare l'accesso all'acqua potabile e ai servizi sanitari nel novero dei diritti umani, de­finito come il diritto uguale per tutti, senza discriminazioni, all'accesso a una sufficiente quantità di acqua potabile per uso personale e do­mestico - per bere, lavarsi, lavare i vestiti, cucinare e pulire se stessi e la casa - allo scopo di migliorare la qualità della vita e la salute».
Alcuni esperti, tra cui Malin Falken-berg dell 'International Water Institute di Stoccolma, hanno stimato la quantità minima necessaria a una persona per dissetarsi, per l'igiene personale e per la preparazione del cibo: 1.000 metri cubi l'anno.
Se moltiplichiamo questo numero per sei miliardi, stima attuale leg-germente al ribasso della popola­zione umana, sarebbero necessari. 6.000 miliardi di metri cubi di acqua all'anno. Per quanto sembri inarri­vabile, questa grandezza è alla no­stra portata.


Secondo le stime dell'International Water Management Institute, ogni anno sui terreni del pianeta piovono circa 110.000 chilometri cubi d'ac­qua. Il 60 per cento del volume delle precipitazioni non si può immagaz­zinare perché viene subito assorbita da suolo e piante.

Quella che resta non si distribui­sce in modo uniforme sulle varie aree del pianeta. Nel descrivere le situazioni dei vari paesi, gli esper­ti distinguono tra scarsità fisica e scarsità economica di acqua. La stragrande maggioranza delle nazioni del continente americano dispone di acqua a sufficienza, con l'eccezione di un'area che copre la regione andina e amazzonica, al confine tra Brasile e Perù e tra Bo­livia e Perù, dove la scarsità d'ac­qua è di tipo economico. Le riserve sarebbero sufficienti al fabbisogno, ma la mancanza di tecnologia e di finanziamenti e la pessima gestione limitano l'accesso alle risorse idri-che per la stragrande maggioranza della popolazione. Una situazione simile si registra negli stati africani compresi tra il deserto del Sahara a nord e il Sudafrica a sud. Per quasi tutti gli stati dell'America centrale, invece, si parla di scarsità fisica, ov­vero si registra una domanda idrica maggiore rispetto alla disponibilità.
Inurbamento e aumen­to del Pii tra le cau­se della scarsità idrica
L'attuale criticità nell'accesso all'acqua è il frutto di fattori sociali, climatici e gestionali. Paradossalmente, uno dei peggiori nemici delle disponibilità idrica è l'aumento del reddito medio delle persone, laddove è avvenuto. Come ha spiegato Peter Rogers, professore di ingegneria ambientale e pia­nificazione urbana ed extraurbana alla Harvard Universitye consulen­te della Global Water Partnership, le comunità più ricche consumano più acqua rispetto alle comunità più povere, soprattutto nelle aree urbane e industriali. E qui entra in gioco uno dei cambiamenti epocali che stiamo vivendo. Secondo stime delle Nazioni Unite, in questi ultimi due anni, a livello globale, il nume­ro di persone che vivono in città ha superato quello delle persone che risiedono in aree rurali, con un au­mento del consumo di acqua. L'aumento della popolazione urbana è particolarmente accentuato in al­cune aree di Asia e Africa, dove ef­fettivamente le risorse idriche sono quasi allo stremo.

Un altro fenomeno che incide sulla disponibilità di acqua è la crescita economica. Il balzo in avanti del Prodotto interno lordo registrato negli anni passati da nazioni come Cina e India ha avuto tra gli effetti un forte depauperamento delle ri­sorse idriche.

La Cina sta correndo ai ripari dopo aver sperimentato nel 2008 la peg­giore siccità degli ultimi 50 anni, che ha riguardato 20 milioni di et­tari di coltivazioni. L'obiettivo è la riduzione del 60 per cento del consumo di acqua per uni­tà di Prodotto interno lordo entro il 2020. Secondo i dati ufficiali, ogni anno il bilancio idrico della Cina è in rosso per 40 miliardi di metri cubi, 300 milioni di persone hanno problemi per l'accesso all'acqua potabile e 15,3 milioni di ettari di terreni agricoli - il 13 per cento del totale nazionale - soffre la siccità in un paese in cui il 70 per cento del fabbisogno idrico è di tipo agricolo. Un impegno che dovrebbe essere seguito da ogni paese del pianeta perché, come fa notare Peter Rogers, abbiamo già a disposizione gli strumenti tecnologici e politici necessari per aumentare le riserve di acqua dolce necessario per scon­giurare una siccità globale. Quello di cui abbiamo bisogno, spiega Ro-gers, è un'azione immediata.

Un futuro di simulazioni catastrofiche e azioni preventive efficaci e possibili. Crescita demografica e riscalda­mento globale potrebbero sommare i loro effetti nefasti per produrre uno scenario da incubo, come ha suggerito Charles J. Vorosmarty dell' Università del New Hampshire, in uno studio pubblicato sulla rivi­sta scientifica Science. Simulando gli effetti del cambiamento climati­co e della crescita economica sulla disponibilità idrica, Vorò'smarty ha indicato che entro il 2025 l'aumento della temperatura media del pianeta causerà gravi carenze idriche in diverse aree del mondo, in partico­lare in America centrale e nelle aree dell'America del sud a cavallo delle Ande, nel Sud-Est asiatico e in al­cuni paesi dell'Africa orientale.
Se a questo scenario si sommeranno la crescita demografica e l'assenza di politiche concertate tra i vari paesi per ridimensionare il consumo di acqua, allora la scarsità ìdrica sarà drammaticamente e pericolosamen­te diffusa in tutto il pianeta. Che fare, dunque? Un futuro senz'ac­qua si può prevenire in modo diver­so da paese a paese. Una delle azioni raccomandate da­gli esperti è un aumento del prezzo dell'oro blu. Nei paesi ricchi, come l'Italia, il prezzo dell'acqua è basso al punto che non si è incentivati a risparmiare sull'uso e a costruire strutture più efficienti per la gestio­ne e il consumo delle risorse idriche, per non parlare del riciclo. In alcune realtà, come quella cinese appena descritta, una delle priorità è con­centrarsi sui grandi consumatori, ovvero gli agricoltori.
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Uno studio dell''International Water Manage­ment Instìtute afferma che se non si provvedere a rendere efficiente il consumo di acqua per le coltivazioni, per soddisfare la richiesta dì cibo a livello globale - tenendo conto an­che della crescita demografica - nel 2050 gli agricoltori avranno bisogno di un volume di acqua quasi doppio rispetto a quello necessario oggi, ovvero 2.700 chilometri cubi. Qualche speranza la danno anche le tecnologie per ottenere acqua dolce dalla più grande riserva d'acqua di­sponibile sul pianeta: gli oceani. I desalinizzatori sono diventati più efficienti grazie all'implementazione della cosiddetta «osmosi inversa», una tecnologia efficace, ma costosa
in termini di energia utilizzata.
Non è un caso che ad essi guardino con grande interesse soprattutto i paesi del Golfo Persico, che possono con­tare su risorse energetiche fossili relativamente a basso costo. Infine, ognuno di noi può mettere in atto comportamenti di consumo più responsabile attraverso tante piccole azioni quotidiane: installare uno sciacquone con il doppio pul­sante di scarico; usare lavastoviglie e lavatrici efficienti e a pieno carico; privilegiare la doccia rispetto al ba­gno; non lasciare il rubinetto aperto quando ci si fa la barba o ci si lava i denti; innaffiare il giardino la mat­tina presto o la notte.
L'incubo di un pianeta senza acqua a sufficienza si sconfigge anche così.
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