Il calendario tradizionale cinese fu modellato dallo sviluppo della produzione agricola. La leggenda dice che il calendario lunare-solare risale alla dinastia Xia (21°-16° sec. a.C.). E' conosciuto come Calendario Agricolo, Vecchio Calendario o ancora come Calendario Xia.
Secondo le iscrizioni su ossa oracolari della dinastia Shang (16°-11° sec. a.C.), a quel tempo era già stato adottato il mese intercalare. Durante il Periodo delle Primavere e degli Autunni (770-476 a.C.), il popolo era già in grado di contraddistinguere sia gli equinozi di primavera e d'autunno che gli equinozi d'estate e d'inverno. La delineazione dei jieqi fu completata durante le dinastie Qin (221-206 a.C.) e Han (206 a.C.-220 d.C.), ed essi divennero la base delle attività agricole.
Bisogna comunque dire che questa formulazione fu basata principalmente sul clima e sulle stagioni colturali del bacino del Fiume Giallo nella Cina Settentrionale e non è mai stato adatto alle condizioni di altre regioni del paese.
La forma del calendario tradizionale correntemente in uso (il calendario Xia), che utilizza il mese corrispondente all'ultima parte di gennaio fino a metà febbraio del calendario gregoriano come primo mese dell'anno, non è stata seguita per tutta la storia cinese. Durante la dinastia Xia l'anno cominciava come attualmente, ma durante la dinastia Shang l'anno iniziava in quello che in realtà è il 12° mese del Calendario Xia, e nella dinastia Zhou (1066-256 a.C.), con l'11° mese dell'attuale calendario tradizionale.
L'anno 104 a.C. - il primo anno del periodo Taichu durante il regno dell'imperatore Wu Di della dinastia Han - vide una riforma del calendario con la promulgazione del calendario Taichu.
Fondamentalmente si ripristinò quello usato ai tempi Xia, stabilendo che il giorno del Capodanno fosse il giorno della prima luna nuova dopo l'entrata del sole nell'11° segno dello zodiaco solare, conosciuto in Cina come il Cane e in Occidente come Acquario. Per questa ragione il nuovo anno non può iniziare prima del 21 gennaio e dopo il 20 febbraio del calendario gregoriano.
Il calendario di Wu Di continuò ad essere in uso per più di 2000 anni con solo lievi cambiamenti in tutto questo periodo.
Quando nel 1912 venne fondata la Repubblica di Cina, il nuovo governo annullò ufficialmente il vecchio calendario e adottò il calendario Gregoriano, che venne chiamato Calendario Pubblico. Da allora il Capodanno tradizionale è stato chiamato Festa di Primavera. Ma nella vita di tutti i giorni il Calendario Xia, profondamente radicato nella cultura cinese, rimane in uso accanto al nuovo calendario.
Molti secoli fa il Ministero Imperiale di Astronomia, che era composto da matematici e astronomi, era responsabile della compilazione di un nuovo almanacco per ogni nuovo anno e della sua presentazione all'imperatore per l'approvazione. Quando il sovrano lo dichiarava valido, una copia veniva pub-blicata da un alto funzionario all'esterno della porta principale della Città Imperiale - la Porta che Guarda Verso il Sole (Zheng Yang Men o Qian Men) - quindi questi inviava delle copie ai nobili e agli altri funzionari in tutto l'impero.
La falsificazione era punita con la morte e la ristampa illegale dell'almanacco imperiale era una trasgressione alla legge.
Il calendario tradizionale cinese, sotto molti aspetti conforme alle teorie astronomiche, era fortemente colorato da concetti mistici.
I cosiddetti Palazzi Lunari sono le 28 costellazioni dello zodiaco lunare (Yue Gong o Carta dei Palazzi Lunari), ciascuno identificato con un dato animale, nei quali può essere suddiviso il percorso della luna. Gli autori di questo libro fecero ricorso sia allo zodiaco lunare che ai 12 segni dello zodiaco solare per mostrare le relazioni tra i fenomeni celesti e gli avvenimenti sulla Terra, diffondendo in questo modo idee superstiziose per ingannare il popolo.
Questi astrologhi ritenevano che di fatto tutte le attività umane piccole e grandi quali la sericoltura, il commercio al dettaglio, l’ingegneria navale, l’allevamento, il taglio della legna, lo scavo dei fossi, la costruzione di edifici, i matrimoni, i funerali, i viaggi, il lavoro letterario e perfino il bagno e il taglio dei capelli erano influenzati dai cambiamenti nella posizione delle costellazioni. Si fecero dei calcoli come ad es. quali giorni potevano essere favorevoli per svolgere i vari lavori, oppure se il raccolto sarebbe stato buono o ancora se ci si poteva aspettare una buona o cattiva sorte.
Alcuni proverbi ("E’ facile arare negli anni del Bue e del Cavallo") ancora diffusi nelle campagne attestano l’influenza di queste credenze. Massime superstiziose di questa natura venivano incluse nell’almanacco imperiale pubblicato durante la dinastia Yuan (1271-1368).
Prima della fondazione della Repubblica Cinese, tutti gli almanacchi in circolazione davano questo tipo di informazioni. Anche nei tempi feudali, tuttavia, c’erano degli studiosi perspicaci che si opponevano all’inclusione di tali predizioni superstiziose nell’almanacco imperiale. Nel 1390, durante il regno dell’imperatore Ming Hongwu, un ministro di nome Xie Dasheng presentò un memoriale all’imperatore, raccomandando che fossero indicate sull’almanacco solo informazioni essenziali quali i movimenti delle stelle, dei pianeti e della luna e il tempo corretto per l’aratura, la semina e il raccolto. Gli altri tipi di notazioni non solo erano senza valore, ma anche superstiziose e non dovevano appartenere assolutamente all’almanacco imperiale.
Nel 1703 l’eminente astronomo e matematico cinese Mei Wending (1633-1721), in uno dei suoi lavori criticò severamente le predizioni superstiziose che vi apparivano. Con l’approvazione dell’imperatore Kangxi (1662-1722), questo articolo di Mei venne incluso come appendice nell’almanacco imperiale. Mei scrisse che un almanacco doveva mirare a dare informazioni sulle stagioni e sui periodi solari, riferendosi in modo particolare alle attività agricole, e che non si doveva tentare di predire la buona sorte o i disastri che potevano accadere sulla terra.
E ora una breve menzione su alcuni termini usati dai cinesi per indicare gli anni.
Il principale è il ciclo sessagesimale, che poggia sulla combinazione di due cicli: un ciclo di "10 tronchi celesti (tiangan)" e uno di "12 rami terrestri (dizhi), indicati tutti ovviamente con ideogrammi. Combinando uno con l’altro questi due cicli ne danno uno di 60 unità: un sistema che al tempo degli Zhou serviva a numerare i giorni mentre dal tempo degli Han fino all’ultimo periodo dei Qing serviva a numerare gli anni. Questo ciclo ha il nome di Jia Zi, basato sui nomi del 1° tronco e del 1° ramo. Sia i 12 rami che i 10 tronchi hanno avuto diverse applicazioni, come serie numerali, anche indipendentemente dal calendario; d’altra parte sono elementi essenziali dei calcoli astrologici. Il ciclo dei 12 rami si applica anche alla designazione delle "ore", tradizionalmente di 120 minuti primi, prima che sotto l’influsso occidentale venisse introdotta l’ora di 60 minuti.
Un residuo del totemismo preistorico si ritrova nel calendario periodico: una serie ciclica di 12 animali è legata al decorrere degli anni. Per fini prevalentemente astrologici e divinatori, venne inoltre stabilito un sistema di corrispondenze: gli elementi del ciclo dei rami terrestri, i 12 animali simbolici, le 12 direzioni ecc.
I primi documenti storici che identificavano gli anni con gli animali in questo modo, apparvero durante l’ultima parte della dinastia degli Han Orientali, che finì nel 220 d.C. Lo storico Zhao Yi (1727-1814) concluse che i cinesi Han (che costituiscono il 95% della popolazione cinese) appresero questo concetto dagli Xiongnü (i primi precursori degli Unni) durante gli Han Occidentali, un periodo durante il quale ci furono parecchi contatti fra i due popoli. Probabilmente in origine c’erano solo quattro simboli per denotare le 4 direzioni e le 4 stagioni: il Drago, est e primavera, la Fenice, sud ed estate, la Tigre, ovest e autunno, la Tartaruga, nord e inverno. In un qualche modo sconosciuto queste 4 creature divennero le 12 conosciute popolarmente, a questo proposito si veda la tabella a fianco, e nel processo ad ognuna vennero assegnate le qualità Yin (femminile o passivo) o Yang (maschile o attivo).
Nella storia cinese il succedersi degli anni viene anche designato secondo il nianhao (numero dell’anno) dinastico: un’usanza che ha dato molto lavoro ai compilatori di cronologie comparate.
Con la caduta dell’Impero, viene adottato il calendario solare occidentale a iniziare dal 1° gennaio 1912. Fino al 1949, gli anni vengono designati come anno 1°-38° della Repubblica, e tale è tuttora la designazione vigente a Taiwan.
Dal 1949 il governo di Pechino adotta il sistema internazionale; nel riferire gli avvenimenti storici si ha cura di indicare l’anno corrispondente sul calendario universale. I mesi vengono ora designati con la numerazione da 1 a 12. Tuttavia i due calendari, solare e lunare, continuano a essere usati simultaneamente e i giornali nella loro datazione usano il doppio sistema; il solare è il sistema ufficiale, mentre nelle campagne viene preferito quello lunare di cui ogni anno si pubblica l’almanacco, che fornisce le corrispondenze fra i due sistemi; specificando i jieqi (periodi solari o sezioni) a cui sono legate tradizionalmente le fasi dei lavori agricoli.
Secondo le iscrizioni su ossa oracolari della dinastia Shang (16°-11° sec. a.C.), a quel tempo era già stato adottato il mese intercalare. Durante il Periodo delle Primavere e degli Autunni (770-476 a.C.), il popolo era già in grado di contraddistinguere sia gli equinozi di primavera e d'autunno che gli equinozi d'estate e d'inverno. La delineazione dei jieqi fu completata durante le dinastie Qin (221-206 a.C.) e Han (206 a.C.-220 d.C.), ed essi divennero la base delle attività agricole.
Bisogna comunque dire che questa formulazione fu basata principalmente sul clima e sulle stagioni colturali del bacino del Fiume Giallo nella Cina Settentrionale e non è mai stato adatto alle condizioni di altre regioni del paese.
La forma del calendario tradizionale correntemente in uso (il calendario Xia), che utilizza il mese corrispondente all'ultima parte di gennaio fino a metà febbraio del calendario gregoriano come primo mese dell'anno, non è stata seguita per tutta la storia cinese. Durante la dinastia Xia l'anno cominciava come attualmente, ma durante la dinastia Shang l'anno iniziava in quello che in realtà è il 12° mese del Calendario Xia, e nella dinastia Zhou (1066-256 a.C.), con l'11° mese dell'attuale calendario tradizionale.
L'anno 104 a.C. - il primo anno del periodo Taichu durante il regno dell'imperatore Wu Di della dinastia Han - vide una riforma del calendario con la promulgazione del calendario Taichu.
Fondamentalmente si ripristinò quello usato ai tempi Xia, stabilendo che il giorno del Capodanno fosse il giorno della prima luna nuova dopo l'entrata del sole nell'11° segno dello zodiaco solare, conosciuto in Cina come il Cane e in Occidente come Acquario. Per questa ragione il nuovo anno non può iniziare prima del 21 gennaio e dopo il 20 febbraio del calendario gregoriano.
Il calendario di Wu Di continuò ad essere in uso per più di 2000 anni con solo lievi cambiamenti in tutto questo periodo.
Quando nel 1912 venne fondata la Repubblica di Cina, il nuovo governo annullò ufficialmente il vecchio calendario e adottò il calendario Gregoriano, che venne chiamato Calendario Pubblico. Da allora il Capodanno tradizionale è stato chiamato Festa di Primavera. Ma nella vita di tutti i giorni il Calendario Xia, profondamente radicato nella cultura cinese, rimane in uso accanto al nuovo calendario.
Molti secoli fa il Ministero Imperiale di Astronomia, che era composto da matematici e astronomi, era responsabile della compilazione di un nuovo almanacco per ogni nuovo anno e della sua presentazione all'imperatore per l'approvazione. Quando il sovrano lo dichiarava valido, una copia veniva pub-blicata da un alto funzionario all'esterno della porta principale della Città Imperiale - la Porta che Guarda Verso il Sole (Zheng Yang Men o Qian Men) - quindi questi inviava delle copie ai nobili e agli altri funzionari in tutto l'impero.
La falsificazione era punita con la morte e la ristampa illegale dell'almanacco imperiale era una trasgressione alla legge.
Il calendario tradizionale cinese, sotto molti aspetti conforme alle teorie astronomiche, era fortemente colorato da concetti mistici.
I cosiddetti Palazzi Lunari sono le 28 costellazioni dello zodiaco lunare (Yue Gong o Carta dei Palazzi Lunari), ciascuno identificato con un dato animale, nei quali può essere suddiviso il percorso della luna. Gli autori di questo libro fecero ricorso sia allo zodiaco lunare che ai 12 segni dello zodiaco solare per mostrare le relazioni tra i fenomeni celesti e gli avvenimenti sulla Terra, diffondendo in questo modo idee superstiziose per ingannare il popolo.
Questi astrologhi ritenevano che di fatto tutte le attività umane piccole e grandi quali la sericoltura, il commercio al dettaglio, l’ingegneria navale, l’allevamento, il taglio della legna, lo scavo dei fossi, la costruzione di edifici, i matrimoni, i funerali, i viaggi, il lavoro letterario e perfino il bagno e il taglio dei capelli erano influenzati dai cambiamenti nella posizione delle costellazioni. Si fecero dei calcoli come ad es. quali giorni potevano essere favorevoli per svolgere i vari lavori, oppure se il raccolto sarebbe stato buono o ancora se ci si poteva aspettare una buona o cattiva sorte.
Prima della fondazione della Repubblica Cinese, tutti gli almanacchi in circolazione davano questo tipo di informazioni. Anche nei tempi feudali, tuttavia, c’erano degli studiosi perspicaci che si opponevano all’inclusione di tali predizioni superstiziose nell’almanacco imperiale. Nel 1390, durante il regno dell’imperatore Ming Hongwu, un ministro di nome Xie Dasheng presentò un memoriale all’imperatore, raccomandando che fossero indicate sull’almanacco solo informazioni essenziali quali i movimenti delle stelle, dei pianeti e della luna e il tempo corretto per l’aratura, la semina e il raccolto. Gli altri tipi di notazioni non solo erano senza valore, ma anche superstiziose e non dovevano appartenere assolutamente all’almanacco imperiale.
Nel 1703 l’eminente astronomo e matematico cinese Mei Wending (1633-1721), in uno dei suoi lavori criticò severamente le predizioni superstiziose che vi apparivano. Con l’approvazione dell’imperatore Kangxi (1662-1722), questo articolo di Mei venne incluso come appendice nell’almanacco imperiale. Mei scrisse che un almanacco doveva mirare a dare informazioni sulle stagioni e sui periodi solari, riferendosi in modo particolare alle attività agricole, e che non si doveva tentare di predire la buona sorte o i disastri che potevano accadere sulla terra.
E ora una breve menzione su alcuni termini usati dai cinesi per indicare gli anni.
Il principale è il ciclo sessagesimale, che poggia sulla combinazione di due cicli: un ciclo di "10 tronchi celesti (tiangan)" e uno di "12 rami terrestri (dizhi), indicati tutti ovviamente con ideogrammi. Combinando uno con l’altro questi due cicli ne danno uno di 60 unità: un sistema che al tempo degli Zhou serviva a numerare i giorni mentre dal tempo degli Han fino all’ultimo periodo dei Qing serviva a numerare gli anni. Questo ciclo ha il nome di Jia Zi, basato sui nomi del 1° tronco e del 1° ramo. Sia i 12 rami che i 10 tronchi hanno avuto diverse applicazioni, come serie numerali, anche indipendentemente dal calendario; d’altra parte sono elementi essenziali dei calcoli astrologici. Il ciclo dei 12 rami si applica anche alla designazione delle "ore", tradizionalmente di 120 minuti primi, prima che sotto l’influsso occidentale venisse introdotta l’ora di 60 minuti.
Un residuo del totemismo preistorico si ritrova nel calendario periodico: una serie ciclica di 12 animali è legata al decorrere degli anni. Per fini prevalentemente astrologici e divinatori, venne inoltre stabilito un sistema di corrispondenze: gli elementi del ciclo dei rami terrestri, i 12 animali simbolici, le 12 direzioni ecc.
I primi documenti storici che identificavano gli anni con gli animali in questo modo, apparvero durante l’ultima parte della dinastia degli Han Orientali, che finì nel 220 d.C. Lo storico Zhao Yi (1727-1814) concluse che i cinesi Han (che costituiscono il 95% della popolazione cinese) appresero questo concetto dagli Xiongnü (i primi precursori degli Unni) durante gli Han Occidentali, un periodo durante il quale ci furono parecchi contatti fra i due popoli. Probabilmente in origine c’erano solo quattro simboli per denotare le 4 direzioni e le 4 stagioni: il Drago, est e primavera, la Fenice, sud ed estate, la Tigre, ovest e autunno, la Tartaruga, nord e inverno. In un qualche modo sconosciuto queste 4 creature divennero le 12 conosciute popolarmente, a questo proposito si veda la tabella a fianco, e nel processo ad ognuna vennero assegnate le qualità Yin (femminile o passivo) o Yang (maschile o attivo).
Nella storia cinese il succedersi degli anni viene anche designato secondo il nianhao (numero dell’anno) dinastico: un’usanza che ha dato molto lavoro ai compilatori di cronologie comparate.
Con la caduta dell’Impero, viene adottato il calendario solare occidentale a iniziare dal 1° gennaio 1912. Fino al 1949, gli anni vengono designati come anno 1°-38° della Repubblica, e tale è tuttora la designazione vigente a Taiwan.
Dal 1949 il governo di Pechino adotta il sistema internazionale; nel riferire gli avvenimenti storici si ha cura di indicare l’anno corrispondente sul calendario universale. I mesi vengono ora designati con la numerazione da 1 a 12. Tuttavia i due calendari, solare e lunare, continuano a essere usati simultaneamente e i giornali nella loro datazione usano il doppio sistema; il solare è il sistema ufficiale, mentre nelle campagne viene preferito quello lunare di cui ogni anno si pubblica l’almanacco, che fornisce le corrispondenze fra i due sistemi; specificando i jieqi (periodi solari o sezioni) a cui sono legate tradizionalmente le fasi dei lavori agricoli.
fonte: TuttaCina
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