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dicembre 05, 2017

L'Olocausto allo scanner: Il Rapporto Leuchter le pretese gassazionie e incinerazioni di massa.

L'impossibilità tecnica delle pretese gassazioni e incinerazioni di massa aveva colpito ricercatori come Felderer e Faurisson già dagli anni settanta. Ma, per offrire concrete argomentazioni a confutazione delle teorie sterminazioniste, occorreva uno specialista di camere a gas.

Nel 1988 ebbe luogo a Toronto, in Canada, il processo di appello contro il canadese di origine tedesca Ernst Zündel. Zündel aveva diffuso l'opuscolo Did Six Million Really Die? dell'inglese Richard Harwood, opuscolo in cui l'Olocausto veniva contestato. Zündel per questo fatto era stato tratto in giudizio su denuncia di un'organizzazione ebraica di nome «Holocaust Remembrance Association».

La querela si fondava su una legge che reprime la «diffusione di false notizie», legge che, prima di allora, non era mai stata applicata: si tratta di una legge inglese del 1275, attraverso la quale i cavalieri potevano tutelarsi contro i versi satirici popolari. Il primo processo Zündel, istruito nel 1985, si concluse con la condanna dell'accusato a 15 mesi di prigione. Successivamente la sentenza fu cassata per numerosi vizi di forma. Nel 1988, Robert Faurisson suggerì a Zündel di rivolgersi all'ingegnere americano Fred Leuchter, responsabile della costruzione delle camere a gas impiegate per l'esecuzione dei criminali in diversi Stati americani.


Camera a gas interno

L'Olocausto allo scanner.

Dopo l'assenso di Zündel, Faurisson prese contatto con questo ingegnere. Leuchter partì per la Polonia nel febbraio 1988 in compagnia di sua moglie Carolyn, del cameraman Jurgen Neumann, del disegnatore Howard Miller e dell'interprete di polacco Tjudar Rudolph, per sottoporre ad un esame minuzioso le pretese camere a gas di Auschwitz-I, di Auschwitz-Birkenau e di Majdanek. L'ingegnere redasse poi una relazione peritale.

Il Rapporto Leuchter.

Le conclusioni di Leuchter furono inequivocabili: in nessuno dei tre campi vi erano state camere a gas destinate allo sterminio di esseri umani.

Le sole vere camere a gas esistite erano state le camere di disinfestazione destinate allo sterminio dei pidocchi.

Zyklon_B_Container_thumb2

La dimostrazione di Leuchter.

La dimostrazione di Leuchter si basava su tre punti:

1. Le «camere a gas» non erano state costruite per uccidere esseri umani e comunque per questo uso non avrebbero mai potuto funzionare. Esse non erano stagne, di modo che il gas mortale avrebbe continuato ad espandersi all'esterno. Mancavano meccanismi di diffusione del gas, così come dispositivi capaci di riscaldare le camere. Infine, gli impianti d'aerazione che vi si trovavano erano insufficienti. La ventilazione della «camera a gas» del Krema I, per esempio, non era assicurata che da un lucernario; il gas si sarebbe immediatamente sparso raggiungendo l'infermeria delle SS, situata di fronte alla «camera a gas», uccidendo pazienti e medici. Si può supporre che sarebbe ristagnata nelle camere per una settimana, dopo ogni gassazione, una quantità di Zyklonsufficiente per spedire all'altro mondo chiunque fosse entrato. Le maschere antigas non avrebbero offerto sufficiente protezione. Le «camere a gas» erano in realtà degli obitori. Quella del Kremafu trasformata più tardi in rifugio antiaereo.

2. I forni crematori esistenti, d'altra parte, non avrebbero potuto bruciare che una minima frazione delle pretese vittime e le «fosse d'incinerazione» erano pura fantasia.

3. Leuchter e la sua équipe hanno prelevato dei campioni di calcina sia dalle «camere a gas» che da una camera di disinfestazione. Bisogna sapere che [in virtù del legame tra lo ione Cn con gli atomi di ferro del calcestruzzo] il cianuro permane nella calcina e nei mattoni per secoli sotto forma di insolubile ferrocianuro. Mentre il campione prelevato nella camera di disinfestazione presentava ancora, dopo 44 anni, un tenore di cianuro piuttosto elevato, le tracce di cianuro presenti nei campioni prelevati nelle «camere a gas» erano infime, persino nulle.

campo-concentramentoghettoebrei

Un fenomeno chimico naturale.

Bisogna dire tuttavia che Germar Rudolf, in un'opera recente (Gutachten über die Bildung und Nachweisbarkeit von Cyanidverbindungen in den «Gaskammern» von Auschwitz, Media World, Box 62, Uckfield, E. Sussex, 1993) propone un'altra spiegazione: si tratta di un fenomeno chimico naturale. In una fattoria della Baviera sono stati rilevati residui di cianuro più abbondanti che nelle pretese camere a gas di Birkenau (G. Rudolf, op. cit., pp. 85 e 93).

A ulteriore garanzia la prova del cianuro non è stata effettuata da Leuchter, ma da un dottore in chimica, di nome James Roth, che non aveva alcuna idea della provenienza dei campioni.

Se il rapporto Leuchter fosse stato confutabile, gli sterminazionisti avrebbero immediatamente ingaggiato i migliori chimici ed ingegneri col compito di realizzare una controperizia. Ma nessun chimico e nessun ingegnere hanno effettuato una tale controperizia. Esistono due tentativi di confutazione, l'uno del francese Jean-Claude Pressac ( Auschwitz: Technique and Operation of the Gas Chambers, Beate Klarsfeld Foundation, 515 Madison Avenue, New York, 1989; l'opera stampata in soli 1000 esemplari non si trova in libreria e non contiene, malgrado il titolo, alcun dato sul funzionamento delle camere a gas) e l'altro del tedesco Werner Wegner (essa figura nell'antologia Die Schatten der Vergangenheit, di Backes/Jesse/Zitelmann, Propyläen, 1990). Questi due tentativi non hanno alcun senso. Udo Walendy li analizza punto per punto nel numero 50 della rivista Historische Tatsachen.

Faurisson ha esposto in dettaglio nel numero 3 della Revue d'histoire révisionniste (B. P. 122, 92704 Colombes Cedex) che ha nel frattempo cessato di essere pubblicata a causa della repressione in Francia come Pressac, nella sua opera monumentale, porti acqua al mulino dei revisionisti.

Le prove del cianuro sono già state rifatte due volte; la prima dall'Istituto di perizie medico-legali di Cracovia su richiesta del Museo di Auschwitz, e la seconda dal chimico tedesco Germar Rudolf.

Quest'ultimo giunse nel suo studio molto approfondito alle stesse conclusioni di Leuchter, dal quale dissente su qualche punto secondario.


fonte: Breymesser/E. Bernfus, Blausäuregaskammern zur Fleckfieberabewehr, Berlino 1943).

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novembre 15, 2017

L’ipocrisia del sistema calcio sembra un dramma nazionale, ma i drammi sono altri.

Italia eliminata dalla Svezia nello spareggio mondiale: 1-0 per loro a Solna, 0-0 a San Siro. Gigi Buffon, il più grande portiere della storia del calcio, una leggenda vivente, piange davanti alla telecamera RAI annunciando il suo addio alla maglia azzurra.

Niente Russia 2018 per lui, niente record (6 mondiali, sarebbe stato il primo nella storia), niente Italia ai Campionati del Mondo. Strano, ma vero. Sarà così. Una sorpresa anche per i giornali esteri, che titolano sul ‘mondiale zoppo’ prendendoci in giro. Ci sta.

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Sembra un dramma nazionale, ma i drammi sono altri. C’è delusione, si prova vergogna, ma la battaglia è stata leale. Dura, ma leale. Hanno vinto gli altri perché hanno fatto gol. Ora tutti a cercare il colpevole, a puntare il dito, tutti che accusano Ventura, Tavecchio, il sistema calcio, gli stranieri, ma non una parola sui giocatori. Eppure in campo ci sono andati loro, contro gli svedesi hanno perso loro. Non sono eroi quando vincono, non sono vittime quando perdono. Nello sport si vince e si perde e bisogna accettarlo.
Ma il colmo dell’ipocrisia il ‘sistema calcio’ lo tocca nella vicenda Pochesci.

Ora vi spiego. Parliamo di un sistema che, attualmente, non decide, parla solo di soldi, quelli dei diritti TV (che spende prima di incassare), ha la Lega di serie A commissariata, la Lega di serie B commissariata, è pieno di debiti, le società mugugnano per dare gli atleti alle nazionali, comandano i procuratori di calciatori che si arricchiscono in maniera indecente giocando sulla vanità di chi ci mette i soldi. Visione d’insieme: zero.

Però Pochesci rischia il deferimento per slealtà sportiva. Ci rendiamo conto?

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Ecco i fatti. Sandro Pochesci, 54enne romano, allenatore della Ternana, a margine della gara della sua squadra con il Novara (1-1), domenica pomeriggio, interpellato sulla Nazionale dopo la sconfitta in Svezia e prima della sfida di San Siro, ha risposto così:

“…Oltre ad avere perso contro una squadra di profughi, ci siamo fatti pure menare. Ma che siamo diventati tutti ‘pariolini’? Il calcio italiano è finito. Ecco cosa accade a portare tutti questi stranieri in Italia: non c’è più un italiano che mena…. Non siamo più l’Italia di una volta, quella che vinceva e, se necessario menava pure… Tutti pensano a impostare e nessuno a marcare l’avversario. L’ho detto anche a Coverciano (corso allenatori, ndr), mi hanno risposto che si faceva 40 anni fa…. Una volta l’Italia menava e vinceva, adesso ci menano e piangiamo… A portare tutti questi stranieri in Italia è successo questo, non c’è più un italiano che mena…. ogni mese esce fuori un oriundo nuovo. Ma andassero a prendere gli italiani nei campionati inferiori e gli dessero l’opportunità della vita!…”.

Si può condividere o meno il pensiero di Pochesci, in tutto o in parte, però la realtà è che, il giorno dopo, il tecnico della Ternana è stato ‘consigliato’ di correggere il tiro, di fare retromarcia, e lui lo ha fatto ‘chiedendo scusa per aver parlato da tifoso’.

Eppure ha detto cose che, OGGI, dicono tutti: critici, commentatori, analisti, tifosi scatenati sui social network. Eppure Sandro Pochesci, in quanto tesserato, rischia il deferimento, o addirittura la squalifica, per ‘slealtà sportiva’.

Il sistema calcio lo punisce. E l’Italia non va al Mondiale. La forma è salva.

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fonte: Di Alessandria

novembre 14, 2017

Il controllo dei media y la nascita della propaganda come sistema per ammansire il gregge.
Lippmann ha supportato questa idea con una elaborata teoria della democrazia progressista.

A suo parere, in una democrazia sana ci sono cittadini di diverse classi.

La prima, che deve avere un ruolo attivo nella conduzione degli affari generali, è la classe specializzata, costituita da persone che analizzano, eseguono, prendono decisioni e gestiscono il sistema politico, economico e ideologico.

Naturalmente si tratta di una minoranza esigua, ma chi sostiene tali teorie ne fa sempre parte e si pone il problema di che cosa fare per gli altri, quelli che sono al di fuori del gruppo, cioè la maggioranza della popolazione, definita da Lippmann "il gregge smarrito": dobbiamo guardarci "dallo scalpitio e dai belati del gregge smarrito".

Il controllo dei media y la nascita della propaganda.

Dunque in una democrazia ci sono due "funzioni": quella dirigenziale, svolta dalla classe specializzata, dagli uomini responsabili, che pensano, pianificano e comprendono gli interessi comuni, e quella svolta dal gregge smarrito, la funzione dello "spettatore", di colui che non partecipa all'azione. 

Anzi, poiché viviamo in una democrazia, le funzioni della maggioranza sono molteplici: di tanto in tanto le è concesso di dare il suo appoggio a uno o all'altro dei membri della classe specializzata, di dire: "Vogliamo che sia questo il nostro capo", oppure "Vogliamo che sia quello". Dal momento che il nostro non è uno stato totalitario, ci sono le elezioni. 
Ma, una volta che ha dato appoggio all'uno o all'altro membro della classe specializzata, la maggioranza deve farsi da parte e diventare spettatore dell'azione, rinunciando alla partecipazione. 

Questo è ciò che accade in una democrazia che funziona a dovere.

Il popolo è troppo stupido per capire.

Dietro a tutto ciò vi è una logica, addirittura un assunto morale imprescindibile, ed è il seguente: il popolo è troppo stupido per capire; se cerca di partecipare alla gestione dei propri interessi, combinerà senz'altro guai; di conseguenza sarebbe immorale e ingiusto consentirgli di farlo.   Dobbiamo ammansire il gregge smarrito, impedirgli di aggirarsi scalpitante e selvaggio, e di distruggere tutto. E la stessa logica che vieta di lasciare che un bambino di tre anni attraversi da solo la strada: non gli si concede questo tipo di libertà perché non è capace di usarla.

Quindi dobbiamo trovare un sistema per ammansire il gregge, e questo sistema rappresenta una rivoluzione nell'arte della democrazia: la costruzione del consenso. I media, la scuola e la cultura popolare devono essere tenuti separati: alla classe politica e a chi gestisce il potere devono garantire un certo senso della realtà (non eccessivo), ma anche trasmettere le giuste convinzioni. 
Il controllo dei media y la nascita della propaganda come sistema per ammansire il gregge. Twitta
A questo proposito esiste un tacito presupposto (e anche gli uomini responsabili devono scoprirlo da soli) sul modo di raggiungere la posizione che conferisce l'autorità decisionale: il solo modo, naturalmente, è servire chi detiene il potere reale, un gruppo molto ristretto di persone. 

Se un membro della classe specializzata si fa avanti e dichiara: "Sono in grado di servire i vostri interessi" entra per certo a far parte del gruppo decisionale. Ma affinché questo sia possibile deve avere interiorizzato le dottrine e le ideologie che serviranno gli interessi del potere privato. Se quest'uomo non ha tale capacità, non entrerà a fare parte della classe specializzata. Dunque c'è un sistema scolastico destinato agli

"uomini responsabili", che dovranno essere profondamente indottrinati sui valori e sugli interessi del potere privato e del legame tra stato e affari che lo sostiene. Così si diventa membri della classe specializzata. 


Il resto della popolazione dev'essere principalmente distratto. 

Bisogna sviarne l'attenzione, distoglierlo dai guai, assicurarsi che rimanga il più possibile spettatore dell'azione, permettendogli di tanto in tanto di appoggiare l'uno o l'altro dei veri leader tra cui gli è consentito scegliere.

Questa teoria è stata ripresa e sviluppata da molti altri, ed è in realtà piuttosto convenzionale.

Reinhold Niebuhr, per esempio, autorevole teologo ed esperto di politica estera, chiamato anche "il teologo dell'establishment", guru di George Kennan e degli intellettuali kennedyani, ha avanzato l'ipotesi che la razionalità sia una qualità posseduta da pochi. La maggior parte delle persone è guidata soltanto dall'emozione e dall'impulso. Chi di noi è dotato di razionalità deve creare "illusioni necessarie" e "ipersemplificazioni" di forte impatto emotivo per tenere sotto controllo gli ingenui e gli sciocchi. 

Questa idea è diventata parte sostanziale della dottrina politica contemporanea. Negli anni venti e nei primi anni trenta Harold Lasswell, fondatore del moderno campo delle comunicazioni e uno dei più importanti teorici politici statunitensi, spiegava che non dobbiamo soccombere al "dogmatismo democratico secondo cui gli uomini sono i migliori giudici dei propri interessi", perché è infondato. 

Noi siamo i migliori giudici degli interessi pubblici.


Quindi, per questione di ordinaria moralità, dobbiamo assicurarci che questi uomini privi di giudizio non abbiano l'opportunità di agire. In quelli che oggi sono chiamati stati totalitari o regimi militari, è facile: basta impugnare il manganello e colpire chi esce dai ranghi. 

Ma quando la società è più libera e democratica occorre rinunciare a questa opportunità e adottare le tecniche della propaganda. La logica è chiara: la propaganda è per la democrazia quello che il randello è per lo stato totalitario. E una cosa buona e giusta perché, come sappiamo, gli interessi comuni sfuggono al gregge smarrito, che non riesce nemmeno a immaginarli.


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agosto 15, 2017

Il controllo dei media y la nascita della propaganda per guidare le masse popolari.
Cominciamo con la prima operazione propagandistica di un governo moderno. Accadde durante l'amministrazione di Woodrow Wilson, che fu eletto presidente nel 1916 con un programma intitolato "Pace senza vittoria". La Prima guerra mondiale infuriava, e la popolazione americana era decisamente pacifista: riteneva che non ci fosse alcun motivo per farsi coinvolgere in un conflitto europeo.

L'amministrazione Wilson invece era favorevole alla guerra, perciò doveva trovare un modo per ottenere il consenso popolare al proprio interventismo. Fu dunque istituita una commissione governativa per la propaganda, la Commissione Creel, che nel giro di sei mesi riuscì a trasformare una popolazione pacifista in un popolo fanatico e guerrafondaio, deciso a distruggere tutto quanto appartenesse alla Germania, a trucidare i tedeschi, a entrare in guerra e a salvare il mondo. Fu un grande risultato, il primo di una lunga serie.
controllo dei media

Il controllo dei media y la nascita della propaganda. 

Già a quell'epoca e nel dopoguerra vennero utilizzate le stesse tecniche per scatenare un incontrollato red scare ("terrore rosso"), come fu chiamato, che riuscì a distruggere i sindacati e a cancellare pericolose abitudini come la libertà di stampa e la libertà di pensiero politico. L'appoggio dei media e del mondo degli affari, che di fatto organizzò e portò avanti gran parte dell'operazione, fu determinante, e il risultato fu un grande successo.

Gli intellettuali progressisti.

Fra quelli che parteciparono attivamente e con entusiasmo alla propaganda voluta da Wilson c'erano gli intellettuali progressisti, persone del circolo di John Dewey, i quali, come testimoniano i loro stessi scritti dell'epoca, erano molto orgogliosi di poter dimostrare che "i più intelligenti membri della comunità", cioè loro stessi, erano capaci di indurre alla guerra una popolazione riluttante, terrorizzandola e suscitando un fanatismo oltranzista. Il dispiegamento di mezzi fu ingente; per esempio, furono divulgate terribili storie sulle atrocità commesse dai tedeschi, cronache di bambini belgi con le braccia strappate e altri orrori di ogni sorta, che si trovano ancora nei libri di storia.

Molte di quelle invenzioni erano frutto del ministero della Propaganda britannico, il cui impegno a quel tempo era finalizzato, come venne precisato nelle deliberazioni segrete, a "indirizzare il pensiero della maggioranza del mondo".
Leggi anche: La prevalenza delle istituzioni finanziarie e delle banche americane e anglosassoni.
Ma soprattutto miravano a controllare il pensiero dei membri più intelligenti della comunità statunitense, che avrebbero poi diffuso la propaganda da loro escogitata e convertito un paese pacifista all'isteria di guerra. Funzionò.

La propaganda di stato.

Funzionò tutto perfettamente, e fu una lezione: la propaganda di stato, quando è appoggiata dalle classi colte e non lascia spazio al dissenso, può avere un effetto dirompente. Una lezione che Hitler e molti altri appresero a fondo e di cui si tiene conto ancora oggi.La democrazia degli spettatori

Un altro gruppo che rimase colpito da tanto successo fu quello dei teorici della democrazia liberale e delle figure di spicco dei media, come per esempio Walter Lippmann, decano dei giornalisti statunitensi, grande critico della politica interna ed estera del paese e importante teorico della democrazia liberale.

Una teoria progressista del pensiero liberale democratico.

La raccolta dei suoi scritti ha come sottotitolo "Una teoria progressista del pensiero liberale democratico". Lippmann aveva partecipato alle commissioni di propaganda e ne riconobbe i risultati. Sostenne che quella che definiva "una rivoluzione nell'arte della democrazia" poteva essere usata per "fabbricare consenso", cioè ottenere mediante le nuove tecniche di propaganda l'appoggio della popolazione rovesciandone l'opinione.
Il controllo dei media y la nascita della propaganda per guidare le masse popolari.Twitta
La riteneva un'idea non solo buona, ma addirittura necessaria perché, come spiegò, "gli interessi comuni sfuggono completamente all'opinione pubblica" e possono essere compresi e amministrati soltanto da una "classe specializzata" di "uomini responsabili", abbastanza intelligenti da capire come vanno le cose. Secondo questa teoria solo una ristretta élite, la comunità intellettuale cui si riferivano i seguaci di Dewey, è in grado di comprendere gli interessi comuni, che riguardano tutti e che "sfuggono al popolo".

Ideologia vecchia di secoli.

E' un'ideologia vecchia di secoli, ed è anche una visione tipicamente leninista, molto vicina alla concezione del leader bolscevico che voleva un'avanguardia di intellettuali rivoluzionari condotta al vertice dello stato dalla forza del popolo, capace di guidare le masse verso un futuro che loro, per ignoranza, non erano in grado di immaginare. La teoria democratica liberale e il marxismoleninismo sono molto vicini nei presupposti ideologici.

Penso che questa sia una delle ragioni per cui le persone sono passate così facilmente da una posizione all'altra senza avvertire un particolare cambiamento. Si tratta solo di stabilire dove si trova il potere: se c'è una rivoluzione popolare, allora il potere sarà dello stato; altrimenti lavoreremo per chi detiene il potere reale, cioè la comunità degli affari.

Ma in fondo sarà la stessa cosa: comunque guideremo le masse inette verso un mondo che loro non sono in grado di capire.



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agosto 14, 2017

L'Olocausto allo scanner: lo Zyklone e le camere di disinfestazione tedesche.
L'insetticida Zyklonè stato brevettato nel 1924. Esso è ancora utilizzato per disinfestare i silos, i battelli, etc., ma anche per gassare le tane delle volpi (nel quadro della lotta contro la rabbia).

Durante la seconda guerra mondiale è stato utilizzato in molti campi di concentramento, compresi quelli in cui nessuno storico situa camere a gas, e altrove per scopi di disinfestazione.

Si stima che in Germania, durante la guerra, quasi 32 milioni di capi di vestiario siano stati trattati con lo Zyklon B.

Questa misura sanitaria ha certamente salvato dalla morte per tifo centinaia di migliaia di persone, fra cui un numero non trascurabile di ebrei prigionieri dei campi di concentramento.
Zyklon_B_Container

L'Olocausto allo scanner.

Lo Zyklone e le camere di disinfestazione tedesche.

Lo Zyklonera consegnato in un imballaggio stagno, sotto forma di dischi o di pastiglie o di granuli.

Polpa di legno o sabbia di diatomee, massa granulosa e bruna, gli servivano da supporto. Il gas si libera al contatto ambientale.

La durata di questo processo chimico dipende dalla temperatura dell'aria. Quando il punto di sublimazione, a 25,7·C è raggiunto, occorre circa mezz'ora perché la maggior parte del gas si liberi. In caso di temperatura inferiore, è necessario molto più tempo.

Esaminiamo ora, sulla base di due documenti tedeschi del periodo bellico, come lo Zyklon B era utilizzato.

Per lo spidocchiamento dei vestiti si utilizzavano largamente le camere di disinfestazione costruite dalla DEGESCH ( Deutsche Gesellschaft für Schädlingsbekämpfung). Queste camere avevano un volume standard di l0m3 e venivano chiuse ermeticamente.

I vestiti da spidocchiare erano appesi a listelli o collocati dentro un carrello mobile.

Le camere di disinfestazione.

La camera di disinfestazione veniva riscaldata ad una temperatura tra 25 e 35·C. Il gas che si liberava dai granuli di Zyklonera diffuso attraverso un sistema di ventilazione. Lo stesso sistema serviva ad aerare rapidamente la camera per mezzo di aria preriscaldata.
L'Olocausto allo scanner: lo Zyklone e le camere di disinfestazione tedesche.Twitta
La scatola di Zyklonsi apriva automaticamente alla messa in marcia del sistema di ventilazione ed il suo contenuto si riversava in un recipiente; si voleva così evitare che granuli finiti al suolo fossero dimenticati al momento della pulizia della camera poiché essi potevano liberare del gas per ore e danneggiare gli uomini.

Trattamento col gas.

Il trattamento col gas durava almeno un'ora, l'aerazione 15 minuti. In seguito si mettevano gli abiti disinfestati all'aria aperta. Le camere erano preparate da personale esperto (vedere F. Puntigam/H.

La disinfestazione di locali non riscaldabili e non stagni come le case d'abitazione, i battelli, etc., sprovvisti di sistemi di ventilazione si faceva ovviamente con altri metodi.

Una disposizione circa l'utilizzazione, pubblicata nel 1942 dal servizio per la sanità del Protettorato di Boemia-Moravia sotto il titolo Richtlinien für die Anwendung von Blausäure (Zyklon) zur Ungeziefervertilgung [Direttive di utilizzazione del cianuro (Zyklon) per la distruzione dei parassiti] descrive come doveva effettuarsi il trattamento con gas di un edificio. Secondo questo testo, la disinfestazione doveva essere intrapresa da una squadra di almeno due uomini addestrati per questo lavoro.

Gli specialisti della disinfestazione.

Tutti gli specialisti della disinfestazione erano dotati di una maschera antigas, di due filtri speciali contro l'acido cianidrico, di un rivelatore di gas residuo, di una siringa di antidoto e di una autorizzazione scritta. Prima dell'inizio dell'operazione un pannello di segnalazione speciale, contrassegnato da un teschio e redatto in più lingue, doveva essere affisso sulla porta dell'edificio da disinfestare. Un sorvegliante teneva lontane le persone non autorizzate.

Secondo lo stesso testo, la parte più pericolosa dell'operazione era l'aerazione, che doveva durare non meno di 20 ore.

Disposizioni operative.

Queste disposizioni operative erano state presentate a Norimberga come documento di accusa sotto il contrassegno NI-9912, quando invece ogni osservatore attento avrebbe dovuto notare che le indicazioni che esse davano sulle particolarità dello Zykloncontraddicevano palesemente gli assertori della gassazione in massa di esseri umani.
fonte: Breymesser/E. Bernfus, Blausäuregaskammern zur Fleckfieberabewehr, Berlino 1943).

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maggio 12, 2017

La nuova legge che fa paura a chi ama il verde: i parchi naturali diventano aziende.
La nuova legge rovescia il significato delle aree naturali protette e ne altera il sistema di valori alla base della loro istituzione. Tradisce la centralità della natura.

Frutto del generale decadimento culturale, stiamo assistendo a una progressiva banalizzazione del ruolo delle aree protette, considerate a volte semplici agenzie di sviluppo locale, a volte nuovi enti intermedi da amministrare secondo le logiche della politica locale.

Si rischia così di annullare il loro autentico ruolo che è quello di esprimere e di tradurre in concreto una visione alta dei problemi che riguardano il territorio e la conservazione della natura.
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Il rischio è ormai prossimo. È in corso in un Parlamento distratto, e con un’opinione pubblica ignara, un processo diretto a modificare l’attuale ottima legge-quadro (la 394 del 1991) che rappresenta una vera e propria controriforma. Siamo alle battute finali: in questi giorni la Commissione ambiente della Camera ha votato gli emendamenti a un pessimo disegno di legge approvato a novembre dal Senato e certo non lo ha migliorato; la discussione in Aula è già stata calendarizzata per il 27 marzo; dopo di che la proposta tornerà al Senato per il probabile voto finale.

Fortissima è l’opposizione del movimento ambientalista che in questi mesi proprio su tale questione ha ritrovato l’unità: grazie al “Gruppo dei Trenta”, che è riuscito a interrompere una posizione troppo attendista, e alla determinazione di due donne, le presidenti del WWF e di Legambiente, ben 16 associazioni ambientaliste stanno lottando contro questa controriforma. Sollecitate dall’apparente interesse e dalle richieste del presidente della Commissione Realacci e dal relatore Borghi, hanno anche presentato precise proposte con due rivendicazioni centrali: organi di governo dei parchi nazionali qualificati; pari dignità tra parchi nazionali e aree marine protette, perché queste costituiscono l’anello debole del sistema.
PNAbruzzo
Nessuna delle proposte più significative è stata accolta e per di più il presidente ha impresso una forte accelerazione al processo nell’evidente intento di chiudere ogni discussione, creando oltre tutto grave imbarazzo in quella parte del movimento (Legambiente) che a lui fa riferimento.

Eppure le critiche delle associazioni sono più che fondate. La proposta, pur se contiene alcune misure positive, cancella proprio gli ingredienti che hanno decretato il successo della legge-quadro e che riguardano i parchi nazionali: sapiente dosaggio tra interessi nazionali e interessi locali, significativa presenza della rappresentanza scientifica, effettiva partecipazione delle comunità locali.
Leggi anche: Dal formidabile mondo alpino ai paesaggi da sogno dell’italia meridionale.
Ma ciò che appare più grave è proprio l’assoluta dequalificazione degli organi di governo: il presidente è sufficiente che sia un soggetto di generica “comprovata esperienza nelle istituzioni o nelle professioni”; per il consiglio direttivo, fino a oggi composto dai rappresentanti degli interessi generali, si prevede, per un verso, l’ingresso delle organizzazioni professionali degli agricoltori e dei pescatori , cioè degli interessi corporativi, e, per altro verso, l’esclusione del mondo scientifico.
PN-Cinqueterre
Certo, la proposta prevede il possibile inserimento di un rappresentante delle «associazioni scientifiche maggiormente rappresentative», ma tale previsione tradisce ipocrisia e incultura: infatti quel rappresentante è inserito in alternativa all’Ispra, che istituto scientifico non è; la scelta è frutto non dell’autonoma designazione del mondo scientifico (Accademia dei Lincei. Università, Cnr), come era stabilito originariamente dalla legge-quadro, ma della diretta indicazione del ministro dell’ambiente; e soprattutto la proposta dimostra scarsa consapevolezza, se non disprezzo, del ruolo della scienza della quale offre, con il riferimento a un’impossibile maggiore rappresentatività, una concezione di tipo “politico-sindacale”.

Viene così mortificato quel mondo che ha illustrato la storia oramai secolare dei parchi nazionali italiani e il cui contributo oggi diventa necessario perché i problemi della gestione del territorio e della conservazione della natura esigono sempre di più un approccio autenticamente scientifico, fondato cioè sul principio dell’autonomia.
PN-Gargano
Completano questo degrado le norme sul direttore, nominato a seguito di selezione pubblica. I titoli sufficienti per partecipare alla selezione sono la laurea in una qualsiasi disciplina nonché una «particolare qualificazione professionale» e una «comprovata esperienza di tipo gestionale», espressioni queste insignificanti; non si richiedono altri titoli né esami.

Se poi si considera che viene selezionata una terna e non un vincitore, che la commissione valutatrice è scelta per due terzi dal consiglio direttivo e che la nomina compete al presidente del parco, diventa ovvia la conclusione: se la proposta verrà approvata i Parchi nazionali saranno gestiti esclusivamente in base alle scelte e ai condizionamenti imposti dalla politica locale.

Trapela da queste norme un’aberrante visione confermata dalla soppressione, nascosta nelle pieghe dell’articolato, della Carta della natura: viene così rovesciato il significato delle aree naturali protette, tradita la centralità della natura, alterato il sistema di valori che in tutto il pianeta è alla base della istituzione e della diffusione dei parchi nazionali.
PN-Stelvio
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febbraio 25, 2017

L’Oro del Vaticano: Ricchezze nascoste, scandali e affari della Santa Sede.
Oro come denaro. Oro come proprietà immobiliare e territoriale. Oro come fasto di opere d’arte. Oro come proprietà del Vaticano che costituiscono un vero e proprio tesoro. È il frutto di una cattiva amministrazione della Santa Sede, che ha provocato un allontanamento dallo spirito umile e povero raccomandato da Cristo e favorito l’impiego di certe ricchezze in campi ben lontani dallo spirito apostolico.

La gestione di questo patrimonio fa capo ad apposite commissioni cardinalizie con l’assistenza di finanzieri laici, e il denaro è custodito negli istituti bancari dello IOR e dell’APSA, con depositi sotterranei di oro e diramazioni nelle casseforti delle Isole Cayman: un autentico Fort Knox fuori da ogni legge.
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Il denaro della Santa Sede si è capitalizzato, ironicamente, dalla fine dello Stato Pontificio, coincidente con una crisi delle casse vaticane, ovvero dalla sua ricostituzione come Città del Vaticano, avvenuta con i Patti Lateranensi del 1929, e attraverso operazioni bancarie talvolta illecite, con riciclaggio di denaro “sporco”.

Queste vengono passate in rassegna con un documentato capitolo, in collegamento con gli istituti economico-finanziari, per svilupparsi nell’illustrazione delle altre fonti di reddito sacroprofane che hanno origine dalla medievale confessione a pagamento e dalla vendita delle indulgenze, e che ancora oggi rivivono nel mercimonio funebre, nello sfruttamento finanziario del sacramento del matrimonio e nel suo annullamento connesso con la Sacra Rota; e ancora nell’Obolo di San Pietro, nel fondo personale del papa, nella Elemosineria Apostolica con la relativa benedizione apostolica a pagamento, nella raccolta quotidiana di elemosine nelle chiese e di offerte nelle Opere e nelle Giornate Missionarie, che fanno capo alla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, ma nelle cui casse non sempre finiscono, e nel Vicarius Christi Fund dei Cavalieri di Colombo.
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E per finire, sfruttamenti esclusivamente commerciali: dalla compravendita agli affitti delle proprietà immobiliari che risalgono all’istituzione della società Generale Immobiliare, e dagli interessi nella casa discografica RCA Italiana, con la produzione di dischi di musica leggera e jazz in testi non sempre edificanti per Santa Romana Chiesa, alla vendita di monete e francobolli sotto l’insegna del collezionismo. Un fiume di denaro, al quale vanno aggiunti i contributi dello Stato italiano alle spese delle scuole secondarie paritarie della Santa Sede, la concessione dell’8 per mille del gettito fiscale IRPEF e la gratuita fruizione di acqua e luce nella Città del Vaticano.

Tutta questa ricchezza peraltro si è manifestata fin dalle origini della Santa Sede nella costruzione e nella decorazione fastosa delle chiese e dei palazzi vescovili, da Roma all’Europa, fino in Terra Santa e in America, ma che è particolarmente evidente all’interno della Città del Vaticano e negli ambienti romani più strettamente legati alla Santa Sede. Così le basiliche papali con le rispettive sagrestie, qualificate come Tesori, si rivelano veri e propri depositi di oggetti d’oro, argento e gemme tra triregni, calici e reliquiari, oltre a paramenti ricamati in oro e pietre preziose, tutte ricchezze di un valore inestimabile, difficilmente però commisurabili come denaro in un ipotetico mercato.

Ricchezze che si riscontrano anche nell’Archivio Segreto Vaticano e nei mitici Musei Vaticani, nei quali si sviluppa un’autentica “caccia al tesoro”. E ancora i Santuari, testimonianza di fede certamente, ma anche di una organizzazione speculativa, che è frutto di notevoli guadagni. E infine, la ricchezza di una proprietà immobiliare che si estende da Roma in tutto il mondo sotto le vesti di alberghi, istituti religiosi, case di cura e semplici abitazioni, e un gran numero di chiese, molte delle quali inutilizzate, tanto da essere messe in vendita.

Parallelamente, all’interno delle istituzioni ecclesiastiche della Santa Sede, si è evidenziato l’arricchimento della Conferenza Episcopale Italiana attraverso la gestione di un esteso territorio della periferia di Roma, alle spalle del Vaticano, con relative funzioni imprenditoriali, nonché della prelatura Opus Dei, solo in teoria autonoma dalla Santa Sede, ma in realtà costituente una fonte ulteriore di ricchezza, con proprietà e denaro sonante. E ancora i soldi e le proprietà di ordini religiosi, Società di Vita Apostolica e confraternite. Una ricchezza immensa, messa in luce dalla valutazione storica dei luoghi e delle apposite strutture. I bilanci consuntivi consolidati della Santa Sede e della Città del Vaticano, resi pubblici durante apposite conferenze stampa dal 1998 ad oggi, e riportati in appendice, costituiscono solo un apparente rendiconto di tutto il complesso della ricchezza in dotazione alla Chiesa di Roma.
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La prevalenza delle istituzioni finanziarie e delle banche americane e anglosassoni.
Il nostro pianeta è un campo di battaglia dove si compete per la distribuzione del potere relativo agli scambi di prodotti e servizi a più alto valore aggiunto. 

Nessuno controlla il mondo è il titolo di un famoso libro.

Riassume la convinzione che le società occidentali abbiano perduto la capacità di guidare l’evoluzione dell’ordine internazionale, i processi di sviluppo sociale ed economico, i mercati finanziari, le controversie diplomatiche e la competizione tra sistemi politici.

In effetti: l’economia dei paesi emergenti cresce a tassi maggiori di quelli realizzati in Occidente; l’internazionalizzazione della tecnologia appare un dato di fatto; la produzione industriale e il commercio internazionale si sviluppano secondo modalità che non sembrano più determinabili da Stati Uniti, Europa e Giappone; la finanza sembra incontrollabile; la forza militare di molte nazioni emergenti sta crescendo, tanto in termini relativi che assoluti; persino le crisi militari – è il caso della Siria – sembrano poter essere affrontate senza la partecipazione degli Usa, circostanza mai accaduta dalla fine della seconda guerra mondiale.
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La politica, di conseguenza, ha assunto forme inedite. Le istituzioni dei paesi emergenti, quando sono diverse dalla democrazia liberale, appaiono – e si ritengono – «alternative credibili» e non «deviazioni temporanee da una strada a senso unico verso la convergenza globale».

Esse, infatti, sembrano assicurare opportunità di crescita e – fatto assai più importante – di sviluppo alle società che governano; resilienza; tempestività di risposta – anche grazie alla minore necessità di gestire il consenso – alle sollecitazioni di un sistema globalizzato; comportamenti più assertivi nella difesa del ruolo internazionale di un paese e nella gestione di crisi diplomatiche internazionale di un paese e nella gestione di crisi diplomatiche.

Le quattro grandi banche di Wall Street e le 8 famiglie collegate che dominano la finanza mondiale
I media russi che trasmettono informazioni in forma alternativa (rispetto ai media occidentali) si sono presi la briga di sviscerare e segnalare in modo specifico quali siano gli oligopoli finanziari anglosassoni- le quattro mega banche- che hanno il controllo della finanza mondiale, come è venuto alla luce dai risultati inquietanti di una ricerca fatta da “Russia Today”: queste sono BlackRock, State Street Corp,- FMR/Fidelity,- Vanguard Group.

E’ risultato fra l’altro che, anche che la “privatizzazione globale dell’acqua” viene attuata dalle stesse megabanche di Wall Street, in concomitanza con la Banca Mondiale, fatto questo che arreca benefici nel suo insieme al nepotismo dinastico della famiglia Bush (grande famiglia di petrolieri), i cui componenti stanno cercando anche di prendere il controllo delle fonti d’acqua dell’Acuífero Guaraní in Sud America, una delle maggiori riserve d’acqua dolce del pianeta.

Già nel 2012 il precedente legislatore texano Ron Paul –padre del candidato presidenziale Rand, uno dei creatori del poi rinnegato “Partito del Te”, venuto poi meno, ma che è stato anche uno dei migliori esperti fiscali degli Stati Uniti- aveva segnalato che i Rothschild possiedono le azioni delle 500 principali multinazionali riportate nella rivista Fortune che sono controllate a loro volta dalle quattro grandi banche di Wall street (“the Big Four”): la BlackRock, la State Street, FMR/Fidelity e Vanguard Group (che strana coincidenza).
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Adesso Lisa Karpova (LK), della Pravda.ru, è riuscita a penetrare,con la sua indagine, nei dedali della finanza globale ed ha commentato che si tratta di ” sei, otto o forse 12 famiglie , che sono quelle che veramente dominano il mondo, pur sapendo che è un mistero difficile da decifrare”.

Come può essere possibile che esista in pieno secolo XXI, un secolo ultra tecnologico e di trasparenza democratica (secondo gli apologeti del progresso, ben controllati anche loro) tanta opacità per arrivare a conoscere coloro i quali sono i plutocrati mega banchieri oligopolisti/oligarchici che detengono le finanze del pianeta?

LK arriva alla conclusione che le otto ridotte famiglie , che sono state ampiamente citate nella letteratura, non si trovano lontane dalla realtà: Goldman Sachs, Rockefellers, Loebs Kuhn e Lehmans a New York, i Rothschild di Paris/Londra, i Warburgs di Amburgo, i Lazard di París, e Israel Moses Seifs di Roma.

Qualcuno potrà criticare, non senza ragione, che l’inventario di LK non arriva alla sofisticazione di Andy Coghlan e Debora MacKenzie, della rivista scientifica “New Scientist”, i quali rivelano la plutocrazia bancaria e le sue reti finanziarie- l’1% che governa il mondo-,  basandosi in una ricerca di tre teorici dei “sistemi complessi”, che tuttavia alla fine dei conti, i risultati della ricerca coincidono in forma sorprendente, nonostante la sua semplicità di sistema di indagine.
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Queste sono le loro tracce dei controllanti di ciascuna delle sette megabanche:
1.- Bank of America: State Street Corporation, Vanguard Group, BlackRock, FMR/Fidelity), Paulson, JPMorgan, T.Rowe, Capital World Investors, AXA, Bank of NY Mellon.
2.- JPMorgan: State Street Corp., Vanguard Group, FMR/Fidelity, BlackRock, T. Rowe, AXA, Capital World Investor, Capital Research Global Investor, Northern Trust Corp. e Bank of Mellon.
3.- Citigroup/Banamex: State Street Corporation, Vanguard Group, BlackRock, Paulson, FMR/Fidelity, Capital World Investor, JPMorgan, Northern Trust Corporation, Fairhome Capital Mgmt e Bank of NY Mellon.
4.-Wells Fargo: Berkshire Hathaway, FMR/Fidelity, State Street, Vanguard Group, Capital World Investors, BlackRock, Wellington Mgmt, AXA, T. Rowe y Davis Selected Advisers.
5.- Goldman Sachs: “I Quattro Grandi”, Wellington, Capital World Investors, AXA, Massachusetts Financial Service y T. Rowe.
6.- Morgan Stanley: ” I Quattro Grandi”, Mitsubishi UFJ, Franklin Resources, AXA, T.Rowe, Bank of NY Mellon e Jennison Associates.
7.- Bank of NY Mellon: Davis Selected, Massachusetts Financial Services, Capital Research Global Investor, Dodge, Cox, Southeatern Asset Mgmt… e “I Quattro Grandi”.
Dei Quattro Grandi che dominano le sette megabanche e che godono di sovrapposizioni ed incroci azionari, si evidenziano soltanto quelli che controllano State Street y BlackRock.
1.- State Street: Massachusetts Financial Services, Capital Research Global Investor, Barrow Hanley, GE, Putnam Investment e… “I Quattro Grandi(Loro stessi sono azionisti!).
2.-BlackRock: PNC, Barclays e CIC.

Come esempio delle sovrapposizioni ed incroci azionari, si può prendere la PNC Bank, che viene controllata da tre dei “Quattro Grandi”: BlackRock, StateStreet y FMR/Fidelity.

In definitiva la Federal Reserve si trova sotto il controllo dei Big Four privati: BlackRock, StateStreet, FMR/Fidelity y Vanguard Group.

A mio giudizio, è molto probabile che esistano imprecisioni che sarebbero il prodotto della stesa opacità dei mega banchieri.

Nella fase della guerra geofinanziaria, quello che conta è la percezione degli analisti finanziari di Cina e Russia che sono arrivati alla determinazione dei Quattro Grandi e delle otto famiglie, tra le quali si evidenziano i banchieri schiavisti Rothschild: controllori nel loro insieme di altrettante mega banche della Federal Reserve.

I padroni dell’Universo!
citigroup
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