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luglio 21, 2013

Ecclestone incriminato per corruzione, il boss della F-1 avrebbe pagato 44 milioni di dollari di tangenti.

ecclestoneLa procura di Monaco accusa il patron della F1 di aver versato una tangente da 44 milioni di dollari a un banchiere per la cessione dei diritti del circus

Bernie Ecclestone è stato incriminato per corruzione dalla Procura di Monaco di Baviera, in Germania. Il patron della Formula 1 è accusato di aver pagato 44 milioni di dollari a un ex banchiere tedesco, Gerhard Gribkowsky, per convincerlo a cedere i diritti del circus, detenuti dalla Bayern LB, alla CVC, il fondo d'investimenti britannico di cui Ecclestone è direttore esecutivo.

formulaLa notizia scuote il mondo della Formula 1 ma l'inchiesta, di fatto, andava avanti da oltre due anni e aveva già portato lo scorso giugno alla condanna a otto anni e mezzo di carcere per l'ex dirigente della BayernLB, Gerhard Gribkowsky, per corruzione, frode ed evasione fiscale. Gribkowsky ha confermato di aver ricevuto il denaro da Ecclestone nel 2006 e 2007 in relazione alla vendita dei diritti di F1 a CVC.

Ecclestone però, dal canto suo, ha più volte negato ogni addebito, confermando però di aver girato dei soldi a Gribkowsky che aveva minacciato di ricattarlo. Secondo l'accusa avrebbe però pagato la tangente attraverso una fondazione a nome della moglie e alcune società fantasma domiciliate ai Caraibi (e nell’Oceano Indiano), quando nel contempo Gribkowsky era un dipendente di una banca pubblica e, come tale, non poteva di conseguenza ricevere denaro.

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luglio 18, 2013

La crisi attacca le famiglie pugliesi, più di un quarto vive in povertà.

poveri--401x175Le tristi cifre dell'Istat confermano l'arretratamento. Diffuso il report annuale sulle condizioni di vita in Italia.

È un bollettino di guerra continuo: ogni mese i vari istituti di ricerca ci raccontano come la crisi sta incidendo sulla carne viva della società italiana, sulla tenuta sociale e sul sistema occupazionale. Il primo luglio, per esempio, l’Istat faceva questa diagnosi: il tasso di disoccupazione a maggio si attesta al 12,2%, in aumento dello 0,2% rispetto al mese precedente e di 1,8 punti in dodici mesi. Conclusione: si tratta del massimo storico dal 1977.

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E il Mezzogiorno sa bene che quella dozzina di punti sono il risultato della media tra Nord e Sud, dove le cifre sono molto più alte. La conferma di questo dramma sociale ed economico è arrivata ieri sempre dall’Istat: siamo ormai al record di poveri. Nel 2012 sono stati contati 9,5 milioni di persone in povertà relativa e 4,8 milioni in povertà assoluta, cioè che faticano a trovare cibo (e Coldiretti racconta che sono aumentate del 9% le famiglie che hanno chiesto aiuto per mangiare, per un totale di 3,7 milioni di persone assistite con pacchi alimentari e pasti gratuiti nelle mense). In termini percentuali tra il 2011 e il 2012 si è passati dal 13,6% al 15,8% per la povertà relativa e dal 5,7% all’8% per la povertà assoluta, cifre record dal 2005, anno di inizio delle rilevazioni. Dati "medi", dunque, che diventano sconvolgenti nel Mezzogiorno: infatti le situazioni più gravi si registrano tra le famiglie residenti in Sicilia (29,6%), in Puglia (28,2%), in Calabria (27,4%) e in Campania (25,8%).

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Il dato pugliese è quello che sorprende di più, perché - per esempio - da due anni Svimez segnala che in Campania si registra il reddito pro capite più basso d’Italia, seguito da quello calabrese e siciliano. E dunque le cifre sulla povertà in Puglia sono la vera novità di questa rilevazione Istat. L’istituto di ricerca spiega anche che a livello nazionale la povertà assoluta aumenta tra le famiglie di operai (dal 7,5% al 9,4%) e di lavoratori in proprio (dal 4,2% al 6%), ma anche tra gli impiegati e persino tra i dirigenti (dall’1,3% al 2,6%). E come meravigliarsi se da due-tre anni le tv ci rimandano immagini di coloro che «non arrivano alla quarta settimana» del mese?

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La povertà, continua l’Istat, aumenta anche tra le famiglie dove i redditi da lavoro si associano a redditi da pensione (dal 3,6% al 5,3%). E a proposito di pensioni, lo Spi Cgil sottolinea che sono «i pensionati che percepiscono un assegno previdenziale medio-basso quelli che corrono, più di altri, il rischio di finire nei prossimi anni sotto la soglia di povertà». Si tratta di 6 milioni di persone a cui è stata bloccata per due anni la rivalutazione annuale dell’assegno pensionistico, con la conseguente perdita di 1.135 euro in due anni. Detto questo, va aggiunto che la crescita dell’incidenza di povertà assoluta è, naturalmente, più marcata per le famiglie con a capo una persona non occupata: dall’8,4% è salita all’11,3%, se in condizioni non professionali; e dal 15,5% al 23,6% se in cerca di occupazione. Simili le dinamiche per la povertà relativa di cui soffrono soprattutto le famiglie con uno o due figli, in particolare se minori (dal 13,5% al 15,7%) e persino per le famiglie che hanno tutti i componenti occupati (dal 4,1% al 5,1%).

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Naturalmente le cifre schizzano in alto se i componenti delle famiglie sono in cerca di occupazione (dal 27,8% al 35,6%). L’unico segnale di miglioramento riguarda, in termini relativi, gli anziani che vivono da soli (l’incidenza passa dal 10,1% all’8,6%), probabilmente perché - spiega l’Istat - «hanno un reddito da pensione, i cui importi più bassi sono stati adeguati alla dinamica inflazionistica» - più bassi di quelli segnalati dallo Spi-Cgil. Ma dove la povertà incide meno? Al Nord, ovviamente, e in particolare nella Provincia di Trento (4,4), in Emilia Romagna (5,1%) e in Veneto (5,8%), tutte realtà con povertà au una cifra, molto distanti da quelle del Mezzogiorno.

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luglio 07, 2013

Tigri a rischio: il Wwf lancia l'allarme.

Non tutto è perduto, ma ne restano al mondo solo 3200 esemplari. Nell'anno internazionale delle biodiversità, il Wwf lancia l'allarme sulla possibile estinzione in tempi relativamente brevi delle tigri.

Il meraviglioso felino abita il nostro pianeta da millenni. Ma sempre più spesso il suo habitat naturale è soggetto ad attacchi da parte dell'uomo: deforestazione, consumo del territorio, inquinamento.

Il Wwf ha calcolato che dal 1940 ad oggi si sono già estinte tre sottospecie di tigre e una quarta, la tigre della Cina meridionale, non viene più avvistata in natura da circa 25 anni.

In molte parti dell'estremo oriente, dove è in vigore il calendario cinese, ci si prepara a festeggiare il passaggio alla nuova stagione, l'anno della Tigre, appunto nel segno della "regina della giungla".

Ma la "regina" ha davvero ben poco da festeggiare, fa notare il Wwf. L'ultimo anno della tigre era stato il 1998: da allora l'habitat di questo felino si è ridotto del 40 per cento e oggi occupa solo il 7 per cento dell'area originale di diffusione.

A minacciare le tigri, oltre ai cambiamenti climatici e alla riduzione delle superfici a foresta, c'è l'azione diretta dell'uomo. Ivi compreso il bracconaggio, legato al commercio illegale di parti del loro corpo.

Sono una decina i luoghi de mondo dove le tigri sono a forte rischio: dall'India alla Russia, dalla Cina alla Malesia. Ma anche Stati Uniti ed Europa fanno la loro parte. Negli Usa sono oltre cinquemila gli esemplari ospitati in zoo e parchi e tenuti in cattività.

Inoltre ci sono poche leggi che tutelano questi animali contro il traffico di pellame, parti del corpo o prodotti derivati. In Europa invece l'elevata domanda di olio di palma (circa 6 milioni di tonnellate ogni anno) che è tra le principali cause della deforestazione nell'area asiatica.

Per questo i paesi asiatici hanno deciso di passare all'azione per conservare lo splendido animale. A fine gennaio, durante la prima conferenza asiatica sulla Conservazione della tigre, tredici paesi hanno preso l'impegno di raddoppiare il numero degli esemplari presenti sui loro territori entro il 2022. A settembre, invece si terrà in Russia un summit fra Stati, organizzazioni ambientaliste e Banca Mondiale per trovare una strategia d'uscita al problema e tutelare il bellissimo felino.

La tigre (Panthera tigris, Linnaeus 1758) è un mammifero della famiglia dei felidi. Con un peso che può arrivare fino a 300 kg, la tigre è il più grande dei cosiddetti "grandi felini" che costituiscono il genere Panthera (tigre, leone, giaguaro, leopardo e leopardo delle nevi), ed è l'unico felide moderno a raggiungere le dimensioni dei più grandi felidi preistorici.

È un cosiddetto predatore alfa, ovvero si colloca all'apice della catena alimentare, non avendo predatori in natura, a parte l'uomo. Oltre che dalle dimensioni notevoli, è caratterizzata dalla particolare colorazione del mantello striato che serve a "spezzare" otticamente la figura dell'animale; il disegno del mantello varia leggermente da sottospecie a sottospecie.

Vi sono tuttavia delle varianti al colore del mantello, principalmente nella sottospecie nominale Panthera tigris tigris (tigre indiana "del Bengala"), la più comune tra queste è quella con strisce nere su sfondo bianco.La tigre (Panthera tigris, Linnaeus 1758) è un mammifero della famiglia dei felidi.

Con un peso che può arrivare fino a 300 kg, la tigre è il più grande dei cosiddetti "grandi felini" che costituiscono il genere Panthera (tigre, leone, giaguaro, leopardo e leopardo delle nevi), ed è l'unico felide moderno a raggiungere le dimensioni dei più grandi felidi preistorici.

È un cosiddetto predatore alfa, ovvero si colloca all'apice della catena alimentare, non avendo predatori in natura, a parte l'uomo. Oltre che dalle dimensioni notevoli, è caratterizzata dalla particolare colorazione del mantello striato che serve a "spezzare" otticamente la figura dell'animale; il disegno del mantello varia leggermente da sottospecie a sottospecie.

Vi sono tuttavia delle varianti al colore del mantello, principalmente nella sottospecie nominale Panthera tigris tigris (tigre indiana "del Bengala"), la più comune tra queste è quella con strisce nere su sfondo bianco.

Stato di conservazione
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In pericolo

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fonte: S.O.S. Regno Animale

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Ambienti forestali alpini.

civetta capogrosso2_scheda_specie_grandeDa Tarvisio a Livigno, da Courmayeur a Limone Piemonte. La storia naturale delle Alpi si intreccia, come è inevitabile, con la storia del nostro Paese. È difficile parlare di questo ambiente senza far tornare alla memoria alcune tappe cruciali della nostra storia recente. Facilmente la memoria scivola ai tempi della grande guerra, quando tra boschi e vallate risuonavano i canti degli Alpini.

Di certo, ancora oggi, le grandi foreste di conifere sono il simbolo delle nostre Alpi. Dal Bosco del Cansiglio, dove si ricavano i legni celebri per il loro utilizzo in liuteria, fino alle grandi foreste della Valcanale al confine tra Italia e Slovenia, dove alcune specie diffuse oltralpe hanno di recente trovato un ambiente ideale per la costruzione del nido.

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Quindi l’area occidentale, dal Gran Paradiso alle Alpi Marittime, senza dimenticare l’importantissima fascia prealpina, dove alle conifere si sostituiscono le latifoglie, importantissimo habitat per tutta una serie di specie forestali nonché zona di rifugio durante la stagione più fredda, quando molti uccelli scendono a quote più basse alla ricerca di cibo.

Aree in cui è la foresta che domina incontrastata. Aree in cui la gestione forestale – e le diverse modalità con cui questa può essere condotta – può avere conseguenze determinanti per le popolazioni di uccelli. Purtroppo, anche qui, la tecnologia non ha giocato a favore della fauna selvatica. Strade forestali costruite senza tenere in alcun conto la fauna selvatica presente, attività di gestione della foresta per decenni del tutto incompatibili con la vita delle principali specie caratteristiche.

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Oggi lo scenario è in gran parte mutato. L’aumento delle aree vincolate, la progressiva diffusione di pratiche di gestione forestale diverse, più compatibili con le esigenze delle specie, hanno portato alla progressiva ricolonizzazione di molti siti. La stessa gestione del bosco può rappresentare la chiave di volta per evitare la contrapposizione tra specie dalle abitudini forestali e specie più legate agli ambienti aperti. È qui che si gioca gran parte della sfida per la tutela dell’avifauna selvatica dell’intera regione alpina.

Cosa è cambiato.

Le foreste alpine sono caratterizzate da una notevole molteplicità di specie arboree. Non solo abeti – bianchi e rossi – ma anche larici, pini e – a quote inferiori – querce, faggi, latifoglie in genere. In comune c’è un attività economica, quella dello sfruttamento del legname, a cui sono soggette la maggior parte delle foreste alpine.

Difficile, in questi casi, parlare di ambiente “naturale”. Relativamente antropizzate anche in tempi storici, le foreste alpine sono sempre state sfruttate per ricavare legname, per liberare spazio ai pascoli, per far posto – più di recente – al progresso, con la costruzione di strade più ampie e scorrevoli, o al turismo, con l’abbattimento di interi versanti per la costruzione di piste da sci.

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Il taglio del bosco rappresenta ad oggi la principale attività che incide su questo tipo di ambienti. Oltre ad essere – di per sé – causa di periodico disturbo, il taglio del bosco modifica la composizione strutturale delle foreste, e, per conseguenza, la loro potenziale idoneità per tutta una serie di specie selvatiche.

A questo si aggiunge la necessità di usufruire di infrastrutture temporanee, come vie d’accesso, funicolari. Oppure permanenti, come strade forestali a viabilità limitata. Quel che è certo è che il “tasso di antropizzazione” delle foreste alpine è ad oggi elevatissimo, mentre è ampia la fascia nella quale alle attività di sfruttamento economico delle foreste per la produzione di legname si affianca l’utilizzo delle stesse a fini turistico-ricreativi.

Gli effetti sugli uccelli.

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Specie caratteristiche degli ambienti forestali alpini sono il Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus ), i Tetraonidi (Tetrao tetrix, Tetrao urogallus, Bonasa bonasia ), la Civetta nana (Glaucidium passerinum ), la Civetta capogrosso (Aegolius funereus ), e varie specie di Picidi: Picchio nero (Dryocopus martius ), Picchio cenerino (Picus canus ) e Picchio tridattilo (Picoides tridactylus ).

Il taglio degli alberi e, più in generale, la gestione forestale, rappresenta la principale fonte di disturbo per le specie di uccelli selvatici che abitano queste aree. Eliminando siti idonei all’alimentazione, talvolta eliminando tutti o quasi i siti idonei per la costruzione del nido. Emblematico il caso del Picchio nero, la cui esistenza dipende dalla presenza di piante vecchie o marcescenti, le prime ad essere spazzate via durante le attività di taglio del bosco. Ma anche la Civetta nana, la Civetta capogrosso, rapaci notturni che utilizzano tipicamente i nidi abbandonati dal Picchio nero e dal Picchio cenerino e che soffrono quindi altrettanto nel constatare la scomparsa delle piante più vecchie.

La stessa modificazione strutturale delle foreste, o la mutata composizione delle diverse specie arboree in esse presenti – conseguente anche in questo caso a una gestione forestale intensiva – causa l’inidoneità degli ambienti per una serie di specie “simbolo” dell’avifauna alpina, quali il Gallo cedrone o il Francolino di monte.

Alcune specie, poi, non tollerano anche il semplice disturbo arrecato periodicamente dalle attività di taglio, in particolare se condotte in periodo riproduttivo. Per contro, l’abbandono della montagna incide negativamente sulla disponibilità di aree aperte, la cui presenza appare fondamentale per l’ecologia di molte specie forestali di seguito presentate. L’invasione delle radure da parte di alberi e grandi cespugli, per esempio, ha confinato il Gallo forcello in una porzione ristrettissima della catena alpina. Un esempio, quest’ultimo, della simbiosi possibile – e per molti secoli utile – tra attività umane tradizionali di gestione del territorio ed esigenze ecologiche di molte specie selvatiche. Una sinergia da ripristinare e da sostenere tramite interventi diretti, per la salvaguardia delle popolazioni più importanti e delle specie maggiormente minacciate.

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Le priorità.

Di seguito, gli elementi specifici di questo habitat, la cui conservazione risulta prioritaria per un’efficace tutela delle popolazioni di uccelli che vivono e nidificano negli ambienti forestali alpini. Ulteriori condizioni risultano poi essenziali per favorire la costruzione dei nidi, mentre la possibilità da parte di molte specie di sopravvivere, dipende anche dalla disponibilità di prede adeguate e viene a volte notevolmente influenzata dal disturbo arrecato dalle attività umane.

Civetta capogrosso – Foreste di conifere e latifoglie “a fustaia” (intendendo con questo termine il bosco maturo con alberi già imponenti). Per la nidificazione è necessaria una buona disponibilità di nidi di Picidi e, per conseguenza, il ciclo riproduttivo di questa specie risulta strettamente legato alla tutela, nell’ambito delle attività di gestione forestale, delle piante più vecchie che ospitano tali cavità. La specie risulta particolarmente intollerante al disturbo umano.

Civetta nana – Foreste di conifere e latifoglie a fustaia. Anche la Civetta nana dipende strettamente dai nidi lasciati liberi dai Picidi.

Falco pecchiaiolo – Disponibilità di aree forestali su versanti scoscesi per la nidificazione. Disponibilità di radure e aree a pascolo intercalate ad aree forestate idonee per l’alimentazione.

Francolino di monte – Boschi misti di conifere e latifoglie. La specie risulta particolarmente intollerante al disturbo umano.

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Gallo Forcello – Versanti a vegetazione cespugliata. Per alimentarsi necessita di buona disponibilità di formicai, cespugli con bacche e piccoli frutti di bosco. La specie risulta particolarmente intollerante al disturbo umano.

Gallo Cedrone – Foreste di conifere e miste, con buona alternanza di radure. Anche questa specie dipende fortemente, nell’alimentazione, da formicai e frutti del sottobosco. La specie risulta particolarmente intollerante al disturbo umano.

Picidi – La loro presenza è favorita dalla disponibilità di piante molto vecchie o marcescenti, che risultano idonee per la costruzione del nido. Gli stessi alberi vecchi, malati o morti sono necessari anche durante la fase di alimentazione, essendo queste specie particolarmente dipendenti, nella propria dieta, da formicai e più in generale dagli insetti che si annidano dietro le vecchie cortecce. Anche i Picidi necessitano di aree poco frequentate dall’uomo per il completamento del proprio ciclo riproduttivo.

fonte: S.O.S. Regno Animale

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L’Edicola on Line: I 10 articoli più letti nel mese di Giugno 2013.

1.- Contratto Metalmeccanici Artigiani (CCNL): nuove norme, preavviso, dimissioni e licenziamento.

metalmeccaniciA partire dal 1 gennaio 2010 è stato approvato il nuovo contratto metalmeccanici per gli artigiani che avrà validità per il 2011, 2012 e 2013. Qui potete scaricare o leggere il rinnovo del contratto con gli aumenti salariali e le retribuzioni.  Scarica il nuovo contratto metalmeccanici artigiani valido per il periodo 2010-2011- 2012. Nel contratto metalmeccanici artigiani, il preavviso di dimissioni o licenziamento cambiano se la rescissione è richiesta dal datore di lavoro o dal lavoratore.

 

2.- Anche i mobili si spostano in Brasile, India, Est Europa ed Estremo Oriente.

crollo produzioneOrmai è un crollo verticale in tutti i settori. Anche i mobili si spostano in Brasile, India, Est Europa ed Estremo Oriente. L'azienda leader dell'arredamento delocalizza: 1.900 gli esuberi. Dopo tre anni di cig e più di 101 milioni di soldi pubblici va a casa il 70% degli operai. Il 28 la protesta a Bari. La Natuzzi, la più grande azienda italiana nel settore dell'arredamento, pare sempre più intenzionata a delocalizzare la produzione all'estero. In attesa del piano industriale, la cui presentazione è stata rinviata a luglio, nell'ultimo incontro con i sindacati l'azienda ha comunicato 430 nuovi esuberi (che si sommano ai 1.470 attuali per arrivare alla cifra di 1.900 su 2.700 unità totali), con la cassa integrazione in scadenza il prossimo 28 ottobre.

 

3.- E' ufficiale: l'austerità fa male, la politica dei tagli imposta da Bce e Fmi è dannosa per la crescita.

austerityUn poderoso studio analizza l'andamento economico in Giappone, Grecia, Italia e Belgio. E dimostra che la politica dei tagli imposta da Bce e Fmi è dannosa per la crescita. In pratica, in queste nazioni si è realizzato un 'esperimento' basato su un'ideologia sbagliata. Potrebbe sembrare una riedizione dell'antica disputa sull'uovo e la gallina (chi è nato prima?) trasposta su temi economici, il debito pubblico e la crescita. Ma qui in ballo ci sono i destini di milioni di persone, la cui qualità della vita dipende in non piccola misura dalle politiche conseguenti all'una o all'altra posizione. Ora il dibattito si arricchisce di un nuovo saggio, di David Rosnick, che dovrebbe dare il colpo di grazia ai teorici dell'austerity.

 

4.- Nuovo picco storico per il debito pubblico italiano: 2.041,3 miliardi di euro, ormai continua a correre senza freni.

italia-debito-pubblico_2008_00_composizione-debitoIl debito pubblico dell'Italia raggiunge un nuovo picco storico. A rivelarlo la Banca d'Italia che, nel suo ultimo Supplemento di finanza pubblica, vede il debito tricolore schizzare a 2.041,3 miliardi di euro. La cifra abnorme offusca il precedente record negativo del mese di marzo quando l'indebitamento del Paese toccò i 2.034,7 miliardi di euro. Palazzo Koch che spiega che l'aumento del debito, riflette principalmente il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche parzialmente controbilanciato dalla diminuzione di 3,9 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro.

 

5.- Eolico in cifre, il mercato delle energie rinnovabili.

energia_eolicaDa diversi anni ormai, le energie rinnovabili sono sempre più prese in considerazione rispetto ai sistemi energetici classici. Quante volte abbiamo sentito dire che il futuro dell’energia dipende dall’eolico, dal fotovoltaico, ecc.?Le energie rinnovabili sono state il principale attore nel mercato dell’energia in Europa a giugno 2012 (e continua a crescere), secondo la commissione Europea: “La forte crescita delle rinnovabili al 2030 consentirebbe di creare oltre 3 milioni di posti di lavoro, compresi quelli delle Piccole e Medie Imprese“

 

6.- Rapporto sul mondo delle telecomunicazioni: filiera delle Tlc in calo, diminuisce l’occupazione.

La posa della fibra ottica

Dopo il rapporto Assinform della scorsa settimana sullo stato di salute, non buono, del mercato digitale hi-tech, oggi tocca al mondo delle telecomunicazioni. Anche qui la situazione del Belpaese si presenta altalenante, in balia della crisi. Crescono infatti i chilometri di posa in fibra ottica e le connessioni Adsl veloci, che assieme al 3G raggiungono il 95% della popolazione. In contrapposizione calano fatturati e margini operativi degli operatori telefonici, per apparati fissi e mobili. Segnando una diminuzione dell’intera filiera delle Tlc del -2,4% su base annua.

 

7.- Dopo l'Etna, l'UNESCO iscrive nel patrimonio dell'umanità anche le 12 ville della famiglia di Lorenzo il Magnifico.

unesco villeLe 12 ville e due giadini medicei entrano nel Patrimonio Unesco. Dopo l'Etna, anche la seconda candidatura italiana 2013 viene accettata dall'organizzazione Onu. E' accaduto durante l'annuale riunione dell'ente, che si sta svolgento quest'anno in Cambogia. Entrano così a far parte del patrimonio Unesco il Giardino di Boboli di Firenze e quello di Pratolino, nel comune di Vaglia, e le ville di Cafaggiolo a Barberino di Mugello, Trebbio a San Piero a Sieve, quella di Careggi, di Poggio Imperiale, di Castello e La Petraia nel capoluogo toscano, la villa Medici di Fiesole, la villa di Poggio a Caiano e quella di Carmignano in provincia di Prato, la villa di Cerreto Guidi, La Magia a Quarrata (Pistoia) e il Palazzo di Seravezza (Lucca).

 

8.- Turchia: baluardo strategico o potenziale minaccia? Come valutare questo “nuovo corso” rivolto ad oriente.

turkeyLa telefonata di scuse fatta dal Premier israeliano Benjamin Netanyahu all’omologo turco Recep Tayyip Erdoğan, con Barack Obama a far da gran cerimoniere, è stata da molti commentatori salutata come uno dei più importanti successi in politica estera ottenuti dagli Stati Uniti negli ultimi anni: è difatti innegabile che tanto gli Stati Uniti quanto l’Unione Europea abbiano più che mai bisogno che i rapporti diplomatici tra quelle che in definitiva sono le uniche due democrazie, seppur imperfette, del Medio Oriente siano cordiali.

 

9.- Tor è un Anonimizer progettato per permettere a chiunque di navigare sul web in tutta sicurezza per quanto riguarda la tutela della propria Privacy.

torCos’è TOR? Tor è un Anonimizer progettato per permettere a chiunque di navigare sul web in tutta sicurezza per quanto riguarda la tutela della propria Privacy. Con Tor è possibile inoltre scegliere e quindi falsare la provenienza della nostra connessione. Possiamo decidere di essere visti come internauti tedeschi o cinesi. Questa funzione è molto utile per navigare su siti web censurati in Italia oppure visibili solo se residenti in alcuni paesi.

 

10.- La diffusione degli smartphone continua a crescere nel mondo, più lentamente in Italia [Infografica].

smartphonesL’Italia ci arriverà nel 2014, ma in 6 paesi è già successo: il numero di smartphone, cioè di telefoni “intelligenti” connessi a internet, ha superato il numero dei cellulari tradizionali, segnando un punto di svolta nelle modalità di fruizione di contenuti e informazioni veicolati attraverso il web. La stima è della testata americana eMarketer, che ha analizzato oltre 220 fonti incrociando dati di traffico mobile, dati demografici, rilevamenti di società di ricerca e authority nazionali per giungere alla conclusione che già alla fine del 2012 in Corea del Sud, Norvegia, Svezia, Australia, Regno Unito e Stati Uniti il tasso di penetrazione degli smartphone sulla popolazione che utilizza la telefonia mobile ha sorpassato per la prima volta  il 50% e che, entro la fine del 2013, i possessori di smartphone saranno più della metà della popolazione complessiva.

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luglio 04, 2013

6 Infografiche per l’Independence Day, la festa dell’Indipendenza americana.

4 july independence day Che gli Americani siano un popolo particolarmente nazionalista non v’è dubbio, derivazione probabile dal fatto che l’immigrazione abbia accomunato varie persone, usi, costumi e tradizioni in un calderone che, man mano, ha cercato identificazione in qualcosa di ben più grande ed ampio che non fosse soltanto il ricordo della Madre Patria.

E così, ogni momento, ogni ricorrenza storica rappresenta l’occasione giusta per rinnovare il proprio orgoglio a stelle e strisce, innalzando stendardi e cantando a squarciagola l’inno del Nuovo Mondo. Ma il 4 luglio, il giorno dell’Independence Day, è molto di più che una semplice festa: è una vera e propria celebrazione dell’essere americani, la volontà e sopratutto la consapevolezza di essere Nazione e di seguire i principi e i valori che i Padri Fondatori hanno instillato nei cuori di ogni Yankee che si rispetti.

Durante la giornata del 4 luglio, tutti gli americani seguono un rituale preciso, che solitamente si realizza con la partecipazione alle parate mattutine proposte dalle grande città. Per questa ricorrenza, gli uffici federali, le poste e le banche restano chiuse, mentre nelle basi militari, a mezzogiorno in punto, vengono sparati tanti colpi di pistola quanti sono gli Stati appartenenti agli USA: in questo modo si realizza il saluto militare cosiddetto Salute to the Union, che ricorda le primissime celebrazioni dell’Independance Day del 1777, quando vennero sparati tredici colpi di pistola (all’epoca erano solo 13 le colonie facenti parti del neonato Stato Americano ndr), una volta al mattino ed un’altra al tramonto, a Bristol, nel Rhode Island. La sera, invece, c’è grande attesa per gli irrinunciabili fuochi d’artificio che illuminano la notte di tutte le città americane, dove seguendo le note dell’inno americano The Star – Spangled Banner, partono le batterie luminose fra i canti commossi intonati con la mano sul cuore.

Independence Day
BBQ, Beer, and the Pursuit of Celebration.

July 4th - BBQ, Beer, and the Pursuit of Celebration 

DUI Holiday: Drinking on July 4th.

DUI Holiday:  Drinking on July 4th
Eating Healthy on Independence Day.

Eating healthy on Independence Day
Money to Burn: The Complete Guide to 4th of July Fireworks.

The Complete Guide to July 4th Fireworks

The Most Patriotic Cities in the United States.

Most Patriotic Cities of USA

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