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gennaio 27, 2010

Habemus Mister, Alberto Zaccheroni, nuovo allenatore della Juventus
Ore 17.45: Ferrara dovrebbe rimanere nella “famiglia” Juve anche dopo l’esonero.

Ore 17.00: finita la conferenza stampa di Ferrara che si sente ancora “in sella”. In società tutto tace: telefonini spenti e bocche cucite.

Ore 16.40: Arriva anche Sky. Si attende l’ufficialità di Zaccheroni. Intanto Ferrara sta tenendo la conferenza stampa.

Ore 16.20: Habemus Mister, Alberto ZACCHERONI. Uccellino dixit…

Ore 16.10: il Liverpool non ha alcuna intenzione di esonerare o rescindere il contratto a Benitez. La missione è più che “impossibile”.

Ore 16.00: Gentile traghettatore se… gli verrà garantito un incarico nell’area sportiva per la prossima stagione.

Ore 15.40: a meno di grosse sorprese, Ciro Ferrara sarà in panchina anche domenica contro la Lazio.

Ore 15.15: prima di annunciare il nome del traghettatore, a Torino vogliono fare un tentativo “estremo” per convincere subito Benitez. Per il ciclo… Mission Impossible.

Ore 14.55: dopo Gentile i dirigenti bianconeri fisseranno un appuntamento anche con Alberto Zaccheroni? Si attendono conferme in merito…

Ore 14.15: intanto Sky insiste con Zaccheroni in vantaggio su Gentile.

Ore 12.50: porte e bocche chiuse a Torino. Gentile ancora a colloquio. Quando la pausa pranzo?

Ore 12.30: a Gentile potrebbe essere offerto un’incarico nell’area sportiva. Non obbligatoriamente la panchina.

Ore 11.40: Gentile è a colloquio con Roberto Bettega.

Ore 11.10: secondo alcuni amici dell’ex tecnico dell’Under 21, Gentile sarebbe irraggiungibile. Sembra dileguatosi nel nulla.

Secondo quanto riferito dall’UccellinodiDelPiero, pochi minuti fa la Vecchia Signora ha dato l’ufficiale benservito a Ciro Ferrara. Il nuovo allenatore, il cui nome verrà fuori (ma secondo rumor Zaccheroni avrebbe superato sul fotofinish Gentile) nelle prossime ore, ha già firmato il contratto e sarebbe già in viaggio verso Torino.


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gennaio 24, 2010

La chitarra è digitale, Misa Digital Guitar
Con l’avanzare della digitalizzazione in qualsiasi settore non poteva certo mancare questa nuova chitarra chiamata Misa Digital Guitar.

Non vuole essere una sostituta della classica chitarra elettrica, ma un nuovo strumento che, con il suo touchpad, offre possibilità in parte più ampie - e comunque diverse - per suonare e divertirsi. E' questo - in breve - lo spirito di Michael che ha disegnato la Misa Digital Guitar.

Malgrado il nome altisonante, si tratta di un controller MIDI a forma di chitarra: con la mano sinistra si specificano le note sulla tastiera, con la mano destra si hanno a disposizione due parametri MIDI a scelta che si attivano toccando il touchscreen rettangolare (nel video d'esempio sono un filtro digitalizer da sinistra a destra e velocity crescente dall'alto verso il basso) e che determinano inizio e fine della nota suonata.

Il touchscreen rettangolare comanda una CPU interna su cui e' installato un sistema operativo Linux embedded minimale.
Non ci sono suoni nativi, dunque tramite cavo MIDI va collegata ad un hw tipo synth o ad un PC con dei suoni adatti (come tutti gli strumenti MIDI, insomma).

L'inventore e' un'australiano che pensa di commercializzare la sola chitarra e viceversa di lasciare il codice del sensore open source (gratuito, liberamente modificabile e migliorabile).

Per intervenire sulla configurazione della chitarra va necessariamente usato un collegamento di rete chitarra-computer (si accede al Linux embedded tramite SSH, tanto per dire, e si modificano i file).

Non solo si modificano i parametri MIDI comandati del touchscreen rettangolare, ma anche della tastiera (per es. accordature alternative).
Al momento non e' possibile suonare piu' note contemporaneamente "sulla stessa corda", ma l'autore dice che inizialmente aveva previsto questa possibilita', ora l'ha tolta ma potrebbe reintrodurla in futuro.

La chitarra e' realizzata in plastica ABS, lo schermo e' un LCD 800x600, la CPU interna e' 500 MHz AMD (x86 compatibile), dunque si presume che richiede una batteria o addirittura alimentazione in corrente alternata, oltre ad una interfaccia Ethernet per la connessione in rete.

Il manico ha 144 tasti che non sono sensibili alla pressione, solo al tocco (e non esistono "corde aperte").

Disponibile per il momento solo in bianco o in nero, ad oggi il prezzo di vendita non e' ancora stato fissato.

Tramite le coordinate X e Y del touchscreen sono gestiti due parametri MIDI di tipo CC.

Nel video d'esempio sull'asse X un digitalizer filter e sull'asse Y la velocity (l'intensita', il volume).

Esiste una zona circolare al centro su cui si possono impostare altri due parametri MIDI, nel video d'esempio e' stato impostato un whammy (pitch trasposer).

L'autore dice che non desiderava emulare le chitarre reali (in effetti pollice e dita della mano destra adesso hanno tutt'altra funzionalita') ma di avere un sensore che gli permettesse di gestire i vari parametri di un sintetizzatore (sustain, contour, pitch, ecc) e dunque di poter controllare questi parametri tramite la mano destra.


fonte: Audio Accordo

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BBC Motion Gallery Audio Archive: tanta musica gratis Royalty Free di qualità
Dall’autorevole sito dell BBC arriva BBC Motion Gallery Audio Archive, una superba raccolta di musica gratis Royalty Free, ossia priva di diritti d’autore da poter usare liberamente per qualsiasi progetto web o personale.

L’enorme collezione di brani musicali è suddivisa per genere, tipo, strumento e tema.

Ad ogni opzione di ricerca corrispondono numerose categorie più specifiche.

Il sito dispone anche di un efficiente motore di ricerca interno.

I brani sono offerti in una lista e ad ognuno corrisponde un player in Flash per ascoltare la traccia online e il link per il download dell’MP3.

Ciò che stupisce è l’incredibile ricchezza di risorse e dei contenuti più variegati.

La qualità è superlativa e non è certo difficile trovare la musica originale che fa al caso nostro. Ci sono anche cover di pezzi
famosissimi.



La durata dei brani varia da pochi secondi (jingle) ad alcuni minuti.

Spesso accade di dover reperire musica di libero utilizzo per esempio a scuola, in progetti web, da integrare in un video o in una presentazione, da utilizzare per uno spettacolo, per un podcast e sicuramente BBC Motion Gallery è uno dei migliori posti dove trovare brani musicali secondo le più disparate esigenze.

Risorsa super consigliata.

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gennaio 22, 2010

L'arte deperibile di Claire Morgan
Claire Morgan (Belfast, 1980) è una giovane artista con la passione per i materiali deperibili che assembla, a migliaia, a creare forme scultore sospese nel tempo e nello spazio.

In Italia si è fatta segnalare, guadagnando il primo premio della giovane scultura della Fondazione Pomodoro di Milano, con una freccia realizzata con circa cinquemila ciliege.

Ha esposto in diverse mostre personali a Belfast e a Londra. Nel 2004 ha vinto la borsa di studio annuale e il Roy Noakes Award della Royal British Society of Sculptors. Vive tra Newcastle e Londra.

Le sue opere compaiono sul sito http://www.claire-morgan.co.uk


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gennaio 20, 2010

Aumenta in Italia la produzione di energia eolica

Eolico%20Italia%202009.jpg

Anche nel nostro disgraziato paese a volte accade qualcosa di buono. Nel 2009 la produzione di energia eolica è arrivata a 6,6 TWh, il 36% in più dell'anno precedente quando erano stati prodottti 4,86 TWh.

Lo riferisce Il Sole 24 ore (per avere i dati ufficiali da Terna occorreranno invece mesi e mesi...). A fine anno la potenza totale installata era pari a 4,85 GW. La producibilità media (1) si attesta intorno alle 1530 ore. Non è un valore straordinario, ma è adeguato ad un paese non molto ventoso qual è l'Italia.

Come si vede dal grafico in alto, in questi anni la produzione di energia dal vento è cresciuta con un trend esponenziale, con un tasso medio di crescita del 24% e un tempo di raddoppio di circa 3 anni.

Come scrivevo ieri in un commento, la crescita esponenziale dell'eolico non continuerà indefinitamente. Anche se l'energia eolica è una fonte rinnovabile non sono invece rinnovabili, ma soggetti ad esaurimento i siti in cui piazzare i parchi eolici.

Per questo motivo esiste un limite anche alla produzione di energia eolica in Italia come in tutto il pianeta; per fortuna siamo ancora ben lontani da questi limiti e per questo ha ancora un senso usare l'esponenziale.

Con il trend di questi anni, è abbastanza realistico pensare di raggiungere la produzione di 20 TWh già nel 2015.

(1) La producibilità è il numero di ore equivalenti annue in cui gli impianti hanno lavorato alla massima potenza. Si calcola dividendo l'energia prodotta in un anno per la potenza media installata. Poichè la potenza installata è cresciuta durante l'anno è opportuno considerare la media aritmetica della potenza a fine 2008 e fine 2009.

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gennaio 17, 2010

Nasce Ecosia, il primo motore di ricerca ecologico, che utilizza server ad energia verde.
Da oggi si può navigare in rete e nello stesso tempo fare qualcosa per l’ambiente grazie a Ecosia, il primo motore di ricerca ecologico ad avere come fine la protezione di migliaia di ettari di foresta amazzonica. Per ogni ricerca effettuata con Ecosia, disponibile in oltre 30 paesi (tra cui Italia, Francia, Germania, Spagna, Svizzera, Austria, Olanda, Gran Bretagna, Giappone, Australia, Usa, Canada, Venezuela, Cile…) potranno essere salvati circa due metri quadrati di foresta pluviale.
Ecosia, una “social company” con sede a Wittenberg (Germania), è stata fondata dal tedesco Christian Kroll. Attualmente vi lavorano una quindicina di persone provenienti da tutte le parti del mondo.

Gli ideatori di questo motore di ricerca ecologico hanno stabilito che l’80% dei profitti ricavati servirà per finanziare un progetto di protezione della foresta pluviale nel Juruena National Park in Amazzonia, ove sono sufficienti 5 € per proteggere un intero ettaro di foresta pluviale. Il restante 20% servirà per pagare i vari costi: le persone che lavorano al motore di ricerca (i PR, i programmatori…), i costi del server e dei domini, la pubblicità e le partnership con altre organizzazioni.
Il progetto di protezione della foresta pluviale amazzonica, gestito dal WWF e sostenuto anche da Yahoo! e Bing, è stato lanciato ufficialmente a Berlino negli stessi giorni in cui a Copenaghen i grandi della Terra si riunivano per discutere dei problemi climatici del nostro pianeta. «Il motore di ricerca verde è un metodo molto moderno ed innovativo per salvare il clima del mondo senza un grande sforzo» ha affermato il direttore di WWF Germania Eberhard Brandes.
Basta un click per aiutare l’Amazzonia
Da oggi fare del bene all’ambiente sembra possibile anche con un click!

Ecosia si basa sul classico modello di business della rete ormai consolidato (pubblicità, banner e sponsor), ma il fine che lo caratterizza è del tutto nuovo. Il motore ecologico riceve un contributo economico dagli sponsor ogni volta gli utenti cliccano sui link delle aziende pubblicizzate, che vengono visualizzati accanto ai risultati di ricerca generici: secondo le rilevazioni statistiche di Ecosia circa il 2% delle richieste di ricerca finisce con un click su un link sponsorizzato.

Il guadagno poi dipende molto dal paese: in linea di massima i click negli Stati Uniti generano un fatturato più elevato rispetto a paesi come l’India o il Brasile: in media Ecosia guadagna 0,13 centesimi di euro a ricerca.

Si tratta della stessa strategia di pubblicità online ideata dalla società americana Google (e che ne ha fatto la sua fortuna!), ma con la differenza che in questo caso l’80% del ricavato verrà devoluto per proteggere migliaia di ettari di foresta dell’Amazzonia, il più grande polmone verde del pianeta, oggi minacciata da una criminale opera di distruzione da parte dell’uomo.

Le foreste pluviali, gli ecosistemi più antichi della Terra, sono altamente a rischio e negli ultimi 50 anni più della metà sono andate distrutte. Basti pensare che ogni anno vengono bruciate o abbattute foreste che in totale occupano una superficie superiore alla Gran Bretagna.

Christian Kroll ha dichiarato: «Ogni anno i motori di ricerca guadagnano miliardi di dollari solo da entrate pubblicitarie grazie ai link degli sponsor. Ecosia crede che esista un modo più ecologico per usare questi enormi profitti e ritiene che questi soldi possano servire per combattere il riscaldamento globale».

Infatti ogni click su un link sponsorizzato da Ecosia non solo proteggerà 2 metri quadrati di foresta pluviale, ma eviterà anche l’emissione di 2 grammi di CO2.

Secondo Kroll se solo l’1% degli utenti di Internet usasse Ecosia, ogni anno si potrebbe salvare una foresta pluviale grande quanto la Svizzera. Decisamente un buon risultato! Ed ha aggiunto: «Impostando Ecosia come motore di ricerca predefinito si possono colorare di verde le ricerche online, ridurre le impronte di carbonio e fare la vera differenza per il pianeta».
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Il web si tinge di verde grazie a server ad energia pulita
I server e i data center di Ecosia sono alimentati interamente ad energia verde e quindi non producono CO2. Il WWF, a tal proposito, ha affermato: «Ecosia sarà il motore di ricerca più ecologico del mondo. Ogni ricerca effettuata con Ecosia proteggerà realmente un pezzo di foresta pluviale». WWF stima che un utente medio della rete, utilizzando questo motore per un anno, potrebbe salvare un pezzo di foresta pluviale di circa 2.000 metri quadrati.

A quanti poi contestano ad Ecosia il fatto di avere scelto come sfondo del proprio sito il colore bianco anziché il nero (che invece permetterebbe un risparmio maggiore di energia) la società ha replicato affermando che purtroppo il colore di sfondo non ha alcun impatto sul consumo energetico di quasi tutti i monitor di nuova generazione.

Google o Ecosia?
Per il momento Ecosia si avvale del supporto tecnologico di Yahoo! e Bing, i quali forniscono sia i risultati di ricerca generici sia i link sponsorizzati, di cui Ecosia ha bisogno per generare introiti pubblicitari. Il grande concorrente nonché principale detentore del business delle ricerche via internet, il colosso Google, al momento si è astenuto dall’aderire. Auguriamoci che in futuro possa unirsi al progetto e contribuire anch’esso alla tutela del nostro polmone verde.

Nel frattempo una domanda sorge spontanea: Ecosia riuscirà a diventare per la rete una vera alternativa ecosostenibile o non ci porterà da nessuna parte? Nel dubbio non ci resta che provarlo anche perché impostarlo come motore predefinito è gratuito ed è facilissimo. Basta scaricare ed istallare il componente aggiuntivo per Firefox ed effettuare la ricerca digitando direttamente sul proprio browser: i metri quadrati di foresta pluviale salvati saranno immediatamente visibili in home page. Per chi non voglia installarlo sul proprio computer può comunque salvare la pagina tra i preferiti e collegarsi all’indirizzo di Ecosia ogni qualvolta desideri fare delle ricerche ecologiche e contribuire a salvare la foresta pluviale.

Finora Ecosia ha salvato circa 11 milioni di metri quadrati di foresta pluviale, cifra destinata ad aumentare rapidamente grazie al passaparola dei social network. Solo nella giornata di ieri gli utenti di Ecosia sono stati circa 83.400.

Una curiosità: Ecosia cancella i dati di ricerca nell’arco di 48 ore senza analizzarli, a differenza di altri motori di ricerca che li conservano per alcuni mesi.

Facebook, Twitter e Youtube insieme per Ecosia
In tutto il mondo i social network si sono mobilitati per promuovere il nuovo motore di ricerca che non può permettersi molto in spese pubblicitarie e per sollecitare l’attenzione generale verso questo importante progetto a carattere ambientale. Ovunque sono apparsi appelli per diffondere il messaggio.

Facebook ha fatto da apripista: i fan del motore di ricerca eco-friendly attualmente sono circa 39.700, ma crescono di ora in ora. In Italia Ecosia ha fatto il suo debutto in grande stile grazie al passaparola: a poche settimane dal lancio del sito sono già quasi 3.300 gli internauti iscritti al gruppo italiano di Facebook.

Anche YouTube fa la sua parte: dal canale dedicato ad Ecosia si può visualizzare il videoclip introduttivo del servizio in diverse lingue. Su Twitter gli iscritti che “cinguettano” sono in costante aumento.

Infine i promotori di Ecosia hanno messo a disposizione una vasta gamma di banner e poster di vari formati per continuare a diffondere il messaggio sul proprio sito web o blog: contano in questo modo di poter sensibilizzare il maggior numero di naviganti.

Guarda il video introduttivo di Ecosia

gennaio 15, 2010

Tra libertà e cyberguerra: Se Google diventa Gandhi, cosa succede?
Se Google diventa Gandhi, cosa succede? E' il fatto del giorno. La rete non poteva non discuterne. Dunque Google ha smesso di censurare i suoi risultati in Cina, sul dominio "cn".

Almeno ha smesso di farlo quando la si interroga in inglese: c'è chi sostiene, sulla base di test, che non avvenga lo stesso se l'interrogazione avviene in cinese standard (semplificato per il web) e che nella versione in lingua locale vi sarebbe ancora l'avvertenza che i risultati sono filtrati "secondo quanto prescritto dalle leggi locali".

Il che sarebbe un dato politico importante perché ridurrebbe a una prova di forza quella che al momento sembra una vera e propria azione di disobbedienza civile. In ogni caso quello che ha fatto Google è di rilevanza politica primaria, l'avesse fatto anche solo con l'obiettivo di arrivare ad un accordo migliorativo con i cinesi.

In molti cercano in questo gesto motivazioni oscure o perlomeno non dette. Si può anche arrivare a dirsi che con questo gesto Google mette in mora le giustizie e i governi di mezzo mondo, Italia compresa, dove da un po' di tempo si discutono logiche e scelte dell'azienda di Brin e Page e ci si chiede: a quali legge ubbidisce Google?

Ebbene ieri Google ha detto che se le leggi sono quelle del totalitarismo, non c'è possibilità di impresa economica. E lo ha fatto impugnando la migliore delle bandiere, quella della libertà di espressione e della riservatezza delle comunicazioni.

Altri parlano di "cyberguerre". Google non ha nascosto che questo aspetto esiste ed è una forma di pressione indebita sulle operazioni di un'azienda tecnologica straniere in terra cinese. Un aspetto che riguarda altre aziende, ben 20, che, colpite dallo stesso attacco intrusivo, tacciono.

Seguo da lontano, ma con attenzione, queste vicende. Da anni le aziende occidentali denunciano che le pratiche di stato cinesi hanno una mira precisa e non sono agitate alla cieca. Mirano a favorire le aziende del paese, contro quelle straniere.

Ora la disubbidienza di Google è utile perché apre parecchie contraddizioni. Vediamole:

1) Fosse pure la disubbidienza limitata al solo motore in inglese, il governo cinese non può fingere che il problema non esista. Deve rispondere. E se deciderà per un'esclusione di Google dal mercato nazionale o per un'azione punitiva, la decisione non sarà senza conseguenze. Ne verrà invalidata la formula d'oro su cui regge l'immagine politica della Cina: che autoritarismo politico e sviluppo economico siano compatibili, che siano anzi "la" formula vincente. Qui si sta parlando della possibilità di tenere intrapresa economica nel paese, oltre che della libertà di espressione, e Google si è limitata a dire: così non si può andare avanti.

2) La mossa di Google segnala in modo inequivocabile che la società cinese non è - come scrivono tutti gli osservatori più qualificati da Rampini in poi - monolitica. Su quei pezzi oltre il monolitismo, certo minoritari, sta scommettendo Google


3) La decisione di Mountain View porta in primo piano il valore strategico della rete nello sviluppo economico e nelle relazioni internazionali: ne dovrebbe risentire il dibattito interno di ogni paese, prima l'Italia, e sprovincializzarsi di conseguenza.

4) Google ricorda - ma dovrebbe farlo anche a se stessa - che la rete è una dimensione di rottura del controllo politico e un fattore di libertà. Lo è stata storicamente. Lo è ancora. Tra questi valori, primario è quello della trasparenza (ricordarlo a se stessi...). Sempre. Fosse pure una bandiera ideologica, amen, resta la migliore.

5) Mette di fronte alla necessità di agire anche le altre aziende che operano nei servizi internet in Cina. Cosa farà la già nota Yahoo! fresca di autocritica per aver consegnato i dati di un dissidente alla giustizia cinese? Qui si parla, in parte, della stessa cosa. Cosa farà la Microsoft? La libertà vale meno della beneficenza?

6) Le cyberguerre appaiono per quelle che sono: guerre sporche di stati, apparati e interessi. L'opposto della libertà, economica e personale. E' così dovunque. O no?

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gennaio 13, 2010

Firefox Mobile, una volpe nel cellulare
Arriva la versione per telefonino del popolarissimo browser targato Mozilla. Per adesso solo per Linux, ma a breve seguiranno release per Windows Mobile e Android.

Ancora pochi giorni di attesa e i fan di Mozilla Firefox, il più agguerrito e popolare browser antagonista di Microsoft Internet Explorer, potranno finalmente scaricare dal web la versione per cellulare del noto navigatore.

Attenzione però a non far confusione: quanti si aspettavano l’arrivano di Fennec – così inizialmente doveva essere denominata la variante mobile – dovranno invece indirizzarsi semplicemente verso Firefox mobile. L’azienda ha infatti optato per un unico nome a identificazione di uno stesso prodotto, rigorosamente open source, declinato in diverse versioni per piattaforme di utilizzo differenti.

Come spiega Jay Sullivan, vice president Mobile di Mozilla: “I primi tempi l’applicativo sarà pienamente disponibile solo per la piattaforma Linux Maemo 5 e dunque sul cellulare Nokia N900; quanto ai cellulari con sistemi operativi Windows Mobile, è già pronta una versione Alpha ma è bene che in questo stadio dello sviluppo, gli utenti non si aspettino una funzionalità completa”. Più in là è prevista anche una versione per Android.

Costruito sullo stesso motore di Firefox 3.6 per computer desktop, la versione mobile comprende le funzionalità che hanno reso famoso il suo omologo ‘fisso’: la Awesome bar, il tab browsing per identificare facilmente le pagine aperte e il one-touch bookmarking per esempio.

“Gli aspetti che maggiormente contraddistinguono Firefox mobile”, dice Sullivan, “sono però la sua versatilità, il suo alto grado di personalizzazione ed anche la possibilità di sincronizzare facilmente cronologia, password memorizzate e segnalibri del Firefox desktop sul proprio cellulare: tutte caratteristiche estremamente utili che riducono i tempi di collegamento e aiutano a velocizzare la ricerca dei contenuti desiderati”.

E se grazie a queste qualità Firefox per Pc, secondo una ricerca condotta da Stats Counter (http://gs.statcounter.com/) citata recentemente dalla Bbc, ha intanto superato Internet Explorer 7 conquistando un bacino di utenza del 21,93 per cento di installato contro il 21,2 per cento del concorrente, c’è da scommettere che anche sul fronte mobile la guerra dei browser non sarà meno accanita.

“Alcune feature innovative rendono in effetti Firefox per cellulare unico nel suo genere”, interviene Sullivan: “Con la funzione ‘Get Up and Go", per esempio, gli utenti possono aprire il loro Firefox sul telefonino e accedere a un menu in cui ritroveranno tutte le schede che avevano aperto sul desktop o notebook, riprendend a navigare esattamente dal punto in cui avevano lasciato”.

“Insomma”, conclude Sullivan, “Firefox è per tutti coloro che, avendolo già installato sul proprio Pc, non intendono rinunciare a nessuna delle caratteristiche che amano solo perché stanno momentaneamente utilizzando un piccolo dispositivo mobile”.

fonte: Kataweb

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