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settembre 04, 2014

L’Edicola on Line: I 10 articoli più letti nel mese di Agosto 2014.

1.- Il doodle di Google ricorda Anders Jonas Ångström.

Il doodle di Google ricorda Anders Jonas Ångström.

Anders Jonas Ångström (Lögdö, 13 agosto 1814 – Uppsala, 21 giugno 1874) è stato un fisico svedese, uno dei fondatori della scienza della spettroscopia. Venne nominato direttore dell'Osservatorio Astronomico di Uppsala nel 1843 e sempre a Uppsala divenne professore di fisica nel 1858. Scrisse sul calore, il magnetismo e, soprattutto, di ottica. La sua combinazione dello spettroscopio con la

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settembre 04, 2012

Infografica comparativa: iPad 2 contro tutti.
L' iPad 2 è la seconda generazione dell'iPad, il tablet computer sviluppato e prodotto da Apple. Il tablet è stato presentato il 2 marzo 2011, le principali innovazioni del prodotto sono il nuovo processore dual core Apple A5, la presenza di due fotocamere, una anteriore e una posteriore, e un design più compatto con un peso minore. Il dispositivo è compatibile con la Smart Cover, custodia di protezione magnetica sviluppata da Apple.

 L'iPad 2 è commercializzato nei colori bianco e nero. L'allora amministratore delegato di Apple Steve Jobs ha presentato il tablet durante una conferenza stampa allo Yerba Buena Center di San Francisco il 2 marzo 2011. Durante la stessa presentazione è stata presentata la versione 4.3 del sistema operativo iOS che avrebbe equipaggiato il tablet e sarebbe stata fornita come aggiornamento gratuito per i dispositivi iOS dal 9 marzo.

Durante la presentazione sono state mostrate le versioni dei programmi iMovie e GarageBand sviluppate per il tablet. Infine è stata presentata la Smart Cover, una protezione per lo schermo che si aggancia magneticamente e che può fungere anche da supporto per il dispositivo. La commercializzazione del dispositivo negli Stati Uniti è iniziata l'11 marzo 2011 mentre la vendita in Italia ha avuto inizio il 25 marzo (in concomitanza con altri 24 Paesi).
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febbraio 01, 2012

I Google Doodle più belli di sempre.
google-doodleI Google Doodle che il motore di ricerca più famoso del mondo ci offre in occasione di ricorrenze speciali, non sono semplicemente dei loghi personalizzati, a volte sono delle vere e proprie opere d’arte.

A parte il lato puramente estetico dei Doodle, a volte questi sono particolari per le loro “funzioni curiose”. Ne abbiamo visti molti animati, alcuni musicali e altri interattivi. Vediamo quindi alcuni dei Google Doodle più belli di sempre.

Questi sono alcuni dei Google Doodle più belli degli ultimi anni e di sempre che hanno portato un po’ di allegria e di colore alla “solita” homepage del motore di ricerca per eccellenza. Vediamo dunque una lista di quelli più apprezzati dagli internauti.

  • Il Google Doodle di Les Paul
  • Il Google Doodle per l’Italia tra 150 anni
  • Il Google Doodle per l'eclissi di Luna
  • Il Google Doodle per il Giorno della Terra
  • Il Google Doodle per Freddie Mercury




Il logo dedicato al musicista e creatore di chitarre Les Paul è uno dei maggiormente apprezzati dagli utenti. Il suo successo è dovuto alla sua interattività, ovvero la chitarra presente nel logo poteva letteralmente essere suonata con il cursore del mouse. Ogni internauta che passasse per la homepage di Google poteva così divertirsi a creare una sua traccia musicale.
google-doodle-les-paul
Questo logo è apparso su Google poco tempo fa’ e la sua particolarità è il fatto di essere stato disegnato da un gruppo di bambini di una scuola elementare. L’immagine rappresenta le speranze per il futuro del nostro paese che i bambini immaginano caratterizzato dalle energie rinnovabili e da un ritrovato rispetto per l’ambiente. Non sarà il Doodle migliore a livello estetico, ma come significato e importanza batte tutti i concorrenti.
google-doodle-italia-tra-150-anni
L’eclissi di Luna è stato uno degli fenomeni naturali più belli del 2011 ed è stato osservato da milioni di persone in tutto il modo. Il logo che lo ha omaggiato è animato e ci mostra le fasi dell’oscuramento del satellite. Con questo logo Google ci ha dimostrato la sua attenzione anche per gli avvenimenti naturali e non solo per la cultura, l’arte, la musica e la storia.

google-doodle-eclissi-di-luna
Rimanendo in tema di natura e ambiente, uno dei logotipi più belli e suggestivi è senza dubbio quello dedicato alla celebrazione del Giorno della Terra. Big G è sempre stato molto attento ai temi riguardanti il nostro pianeta e l’ambiente e questo logo ne è l’ennesima prova. Anche per l’Earth Day il logo è stato reso più vivace grazie ad una simpatica animazione.
google-doodle-giorno-della-terra
Nella categoria dei Doodle musicali più belli c’è sicuramente il logo celebrativo per il cantante Freddie Mercury. Cliccando sul pulsante al centro dell’immagine partiva la canzone storica “Don’t stop me now”. Con questo logo Google ci ha ricordato che la cultura non è fatta solo di arte, letteratura e storia, ma anche di musica e miti.
doodle-freddy-mercury





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dicembre 09, 2011

Inti Illimani, il gruppo che in Italia ha venduto quanto i Pink Floyd si racconta, tra passato e presente.
Il docufilm "Dove cantano le nuvole": il gruppo che in Italia ha venduto quanto i Pink Floyd si racconta, tra passato e presente. "Sapemmo del golpe mentre visitavamo la Cupola di San Pietro, il nostro progetto musicale non finirà mai". Però restano prigionieri di "El Pueblo unido"

Jorge Coulon, il leader del gruppo, lo ricorda con un sorriso, quasi en passant: "In Italia, negli anni Settanta, abbiamo venduto più dischi dei Pink Floyd". E gli Inti-Illimani, davvero, sono stati la bandiera di una generazione. L'amore per la loro musica ha accumunato padri e figli, fratelli maggiori e minori.

Le parole della loro canzone simbolo emozionano ancora chi ha vissuto - magari indirettamente, da osservatore appassionato - la lotta per la libertà di un popolo oppresso. Ma loro non vogliono essere una sorta di figurina sbiadita nell'album di famiglia della sinistra, una band quasi da museo: sono  artisti che girano il mondo, che hanno voglia di suonare, di confrontarsi col pubblico. Anche adesso: un po' come dei Buena Vista Social Club in salsa cilena.

IMMAGINI 1- TRAILER 2 - "EL PUEBLO UNIDO" CANTATA CON DANIELE SILVESTRI 3


La novità è che ora, a celebrare la loro avventura, arriva un docufilm girato da due registi italiani, Francesco Cordio e Paolo Pagnoncelli: si chiama Inti-Illimani - Dove cantano le nuvole, e uscirà - il 25 novembre - in alcune delle 260 sale italiane associate al circuito indipendente (cineclub, circoli, associazioni).

L'anteprima, oggi pomeriggio, alla Casa del cinema di Roma: settantanove minuti di musica, parole e politica, in cui lo storico gruppo - a cominciare dal leader Jorge Coulon - si racconta in prima persona. Rievocando le battaglie del passato, ma anche sottolineando la loro capacità di rinnovarsi. Un viaggio, il loro, che si chiude con l'incontro con Daniele Silvestri in veste di musicista-fan, culminato in un concerto-evento. "Difficile - spiega il cantautore italiano - dire il perché nel 2001 abbia sentito il bisogno di 'rubare' alcune delle loro note più belle per costruire la base di quello che sarebbe diventato uno dei miei pezzi più importanti, Il mio nemico. Ma la loro è la storia di un sogno nato per indicare una strada, recuperare un'identità e dare una speranza".

Una storia drammatica, appassionante. E' vera, ma sembra un film. Il gruppo, che si forma all'Università di Santiago del Cile nel 1967, si trova in tour proprio in Italia, nell'ambito di una serie di scambi tra l'Europa e il paese democratico guidato da Salvador Allende, quando, l'11 settembre 1973, il golpe militare di Augusto Pinochet instaura la più feroce dittatura militare dell'America Latina. "Eravamo in visita alla Cupola di San Pietro, quando abbiamo saputo la notizia".

La band, qui da noi, ottiene asilo politico, viene di fatto "adottata" dal Pci e in quegli anni - in concerti di piazza memorabili, a Feste dell'Unità con partecipazioni oceaniche e in altre occasioni - tiene alta l'attenzione sulla tregedia del Cile. Il loro brano più celebre, El pueblo unido jamas serà vencido, diventa un inno di libertà, un canto universale. Poi però, con l'arrivo del decennio reaganiano, la loro fama si appanna. Fino al ritorno in Cile: è il 1988, e a sorpresa un referendum dice no a Pinochet. Il film fa vedere le immagini, emozionanti, del loro arrivo in patria: all'aeroporto c'erano 50 mila persone, a cantare il loro brano Vuelvo.

Ma la storia del gruppo non finisce qui. Alcuni membri lasciano, altri, giovanissimi, entrano. Si cercano nuove strade musicali, più sperimentali, anche se sempre nel solco della musica popolare andina. C'è stata perfino una scissione, tra un gruppo "storico" e uno "nuovo". La pellicola, però, di questo non parla. Si concentra sui "nuovi", sempre con Jorge Coulon: "Il nostro progetto non finirà mai - dice nel film - pure fra trent'anni: io non ci sarò, ma l'idea Inti-Illimani resterà.

Perché tutto vogliamo, tranne che essere una bandiera, uno stendardo: vogliamo essere un gruppo che vive la nostra musica". E infatti uno dei componenti aggregati negli ultimi anni, a un certo punto, si lamenta: "Dovunque andiamo nel mondo ci conoscono, ma ci chiedono sempre e solo El pueblo unido...".
Gli Inti-Illimani sono un gruppo vocale e strumentale cileno nato nell'ambito del movimento della Nueva Canción Chilena e tuttora attivo.

Il nome è composto da due parole: Inti (parola Quechua che significa sole) ed Illimani (nome Aymara di una cima della catena delle Ande). Costretti all'esilio in conseguenza del golpe cileno del 1973, sono rientrati in patria nel 1988 dove hanno proseguito l'attività musicale anche attraverso un rinnovamento nel repertorio e nella composizione del gruppo stesso.

Il gruppo si forma nel 1967, all'interno dell'Università Tecnica di Santiago del Cile, con un continuo avvicendarsi di elementi al suo interno nei primi anni. Dopo le tournée in Sud America, arriva nel 1973 la prima in Europa, durante la quale gli Inti Illimani divengono esuli forzati a causa del colpo di stato di Augusto Pinochet. L'esilio in Italia, dove ai membri del gruppo venne riconosciuto il diritto di asilo politico, durerà dal 1973 al 1988. In questo lungo arco di tempo, i musicisti vivono inizialmente a Genzano di Roma per poi stabilirsi nella capitale, da dove appoggeranno le campagne per la restaurazione della democrazia nel paese d'origine.


Nel 1973, quando il gruppo è in tournée in Italia, dunque al momento del colpo di Stato in Cile, la formazione è la seguente:


Max Berrù
José Miguel Camus
Jorge Coulon
Horacio Duran
Horacio Salinas
José Seves


Tale formazione rimarrà stabile fino al 1978, anno in cui, dopo l'uscita di José Miguel Camus, rientra definitivamente Marcelo Coulon, fratello minore di Jorge, che del gruppo aveva fatto parte per un breve periodo, durante il 1970. Il 1984 vedrà l'inserimento di Renato Freyggang (negli Inti fino al 1994), e la conseguente creazione di una line-up a sette elementi, a tutt'oggi la più longeva nella storia del gruppo. Da ricordare l'apporto del venezuelano Jorge Ball, che farà parte del gruppo per circa due anni, tra il 1982 e il 1984 e successivamente, a tappe alterne, in altri periodi temporali. Nel 1995 il gruppo ha reclutato Pedro Villagra, che rimarrà in formazione per i quattro anni successivi, e il cubano Efren Viera, che diverrà un altro elemento stabile, assieme a Daniel Cantillana (entrato negli Inti nel 1998). Ultimo componente entrato a tutt'oggi (dal 2005) è Cèsar Jara.

Tra il 1998 ed il 2004, in tempi e circostanze diverse, sono usciti dal gruppo tre componenti (José Seves, che rientrerà in formazione per un breve periodo successivo; Horacio Salinas, e da ultimo Horacio Duran). Vengono rimpiazzati da Manuel Meriño (già nel gruppo degli Entrama), Christián González e Juan Flores (già con gli Illapu).


Nel 2004 Horacio Duran, con Salinas e Seves, forma, un po' a sorpresa, un nuovo gruppo, denominato Inti-Illimani Histórico. Data l'importanza dei componenti fuoriusciti, si pone la questione, anche in sede giudiziaria, in merito a chi ha il diritto a mantenere il nome e il marchio Inti-Illimani, che nel frattempo si è costituito anche come società artistica. Il problema, tuttora in corso, non impedisce alle due formazioni di proseguire normalemete le rispettive attività; a ogni modo, dal 2005 il famoso logo del gruppo è di fatto rappresentato come Inti-Illimani ®.


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novembre 17, 2011

Musica digitale, più 1000 %, sviluppo esponenziale. Google sfida Apple.
I dati Ifpi a livello mondiale confermano lo sviluppo esponenziale. In 7 anni, nate 400 piattaforme che vendono musica on line. In Italia, nel 2011, l'incremento è stato del 23 % con un fatturato di quasi 19 milioni di euro

Sono trascorsi 7 anni da quando iTunes sbarcò in Italia gettando di fatto le basi per lo sviluppo di "un mercato musicale liquido sino a quel momento inesistente, in termini di fatturato e di offerta digitale legale.

In questi ultimi anni il nostro Paese ha fatto passi importanti per proporre modelli di business sostenibili e soprattutto rispondenti alle esigenze di un consumatore sempre più tecnologico ed esigente".

Secondo i dati Ifpi a livello worldwide, nel 2010 sono "oltre 13 milioni le tracce disponibili negli store digitali ed oltre 400 le piattaforme che vendono musica online in tutto il mondo. I ricavi derivanti dalla musica digitale sono stati pari a 4,6 miliardi di dollari con un +6%. Globalmente in 6 anni, il mercato della musica online è cresciuto del 1.000%. A scattare questa fotografia è la Fimi, Federazione Industria Musicale Italiana.

"Nonostante le difficoltà e le resistenze culturali ed infrastrutturali, legate soprattutto alla mancanza di un'agenda digitale seria e di lungo periodo", l'industria musicale italiana ha creduto ed investito nella musica digitale ed oggi, "nei primi nove mesi del 2011, la quota di mercato ha raggiunto il 23% con un fatturato di quasi 19 milioni di euro ed una crescita, rispetto allo stesso periodo dall'anno precedente, del 17%".

I segnali sono "forti ed incoraggianti, le vendite digitali, che inizialmente riguardavo solo la top ten della classifica ufficiale, si sono spostate verso gli album ed hanno coinvolto anche il catalogo, non solo le new hit". Recentemente Fimi ha unificato la classifica ufficiale Gfk Album, considerando anche i download e non solo le vendite del prodotto fisico, questo per dare "un segnale importante alle tendenze del mercato".

"Cresce il download, crescono anche i ricavi basati sulla pubblicità, ovvero Youtube che, secondo gli ultimi dati Deloitte, sono aumentati del 39%. Molto è ancora da fare", l'Italia, che si è sempre collocata come mercato discografico nei primi 10 Paesi al mondo (nel fisico è l'ottavo mercato), per il digitale "si colloca solo al 16° posto".

Si sono riscaldati nei box durante l’estate, il periodo di preparazione è stato quasi parallelo, tutti hanno fatto giri di warm up a colpi di versioni beta ad invito. Ora i servizi cloud music di Apple, Google e Amazon si apprestano a confrontarsi in una gara all’ultimo byte. Questa notte è stata la volta di Google Music.

Nella cornice di un evento ufficiale, che ha avuto luogo presso i Mr. Brainwash’s Studios di Los Angeles, Digital Content Director di Google Jamie Rosenberg ha dichiarato chiusa la fase beta (100 milioni di brani scaricati in un’estate) e ufficializzato l’operatività di Google Music su tutto il territorio statunitense (funzionerà con qualsiasi dispositivo Android 2.2 o superiore).

Ogni utente avrà diritto a caricare sul cloud di Google Music fino a 20.000 brani (compresi quelli che ha già scaricato illegalmente), ai quali potrà in seguito accedere con qualsiasi dispositivo Android e, volendo, decidere di renderli disponibili anche offline. Superata quota 20.000, l’utente potrà acquistare brani scegliendo fra milioni di file presenti nel nuovo Google Music Store, o approfittare delle esclusive che alcuni artisti (gente del calibro di Pearl Jam e Rolling Stones) hanno già annunciato di voler rilasciare per la piattaforma di Google.

C’è chi ha pronti 6 dischi live inediti e li renderà disponibili solo per la nuova piattaforma (i Rolling Stones) e chi programma di pubblicare il prossimo disco esclusivamente su Google Music (Busta Rhymes). Ai singoli artisti (comprese le piccole band emergenti) sarà inoltre permesso di allestire, al costo di 25 dollari, un proprio negozio personale (l’Artist Hub) e vendere i propri pezzi direttamente da YouTube.

Un altro dato interessante è la scelta di Google di integrare fin da subito il nuovo servizio con Google+. L’utente potrà condividere i brani presenti nel cloud con tutte le cerchie di contatti. Quelli che a loro volta avranno l’utente in una cerchia potranno ascoltare gratuitamente l’intero pezzo, a tutti gli altri sarà concessa una preview di 90 secondi.

Nei piani iniziali di Mountain View, una volta uscito dalla fase beta il servizio sarebbe stato offerto a pagamento. Ma nell’ultima settimana l’atteso lancio di Google Music è stato bruciato sulla linea di partenza dall’uscita di iTunes Match, il servizio lanciato da Apple che ti condona fino a 25.000 brani per meno di 25 dollari all’anno. Risultato: Google Music continuerà ad essere gratuito.

Con questa mossa, Google si piazza in testa alla corsa, lasciando leggermente distaccato il servizio Apple (comunque vantaggioso per chi possiede i dispositivi con la mela) e lasciando il Cloud Drive di Amazon a farsi scorpacciate di polvere. Il servizio di Amazon, pur interessante, ha infatti il problema di non consentire di caricare automaticamente file non regolarmente acquistati da Amazon. Inoltre, allo stesso modo di iTune Match prevede un piano tarrifario che parte da un minimo di 20 dollari all’anno.

Il lancio di questi nuovi servizi coincide con un periodo di significativa controtendenza, per quanto riguarda la musica digitale. Mentre servizi di streaming come Spotify si espandono in nuovi paesi, per la prima volta si registra una frenata della pirateria a strascico che negli ultimi anni aveva segato le gambe dell’industria discografica. Non solo, le stesse industrie discografiche che hanno reso possibile l’offerta di Google Music (EMI, Sony, etc.) hanno iniziato a registrare un nuovo aumento delle vendite. Il mercato della musica digitale sta attraversando un periodo d’oro, basti pensare che negli ultimi 5 anni è cresciuto del 1000%, arrivando a toccare quota 4,6 miliardi di dollari (dati Ifpi).


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